Governance di internet: da net neutrality a open data, privacy, identità digitale, diritto d’autore. La posizione dell’Italia

di Raffaella Natale |

Il MIUR ha lanciato una consultazione pubblica online sui principi fondamentali di internet, in vista del prossimo Internet Governance Forum.

Italia


Internet

Quali i principi fondamenti di internet? E’ a questa domanda che il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca cerca una riposta, lanciando una consultazione online, in vista dell’aggiornamento del documento da presentare al prossimo Internet Governance Forum (IGF).

La settima edizione dell’IGF si terrà a Baku, Azerbaijan, dal 6 al 9 novembre 2012, mentre la quinta edizione dell’Internet Governance Forum Italia è in programma a Torino dal 18 al 20 ottobre 2012.

 

Per la prima volta dalla creazione dell’IGF, il MIUR apre un dibattito pubblico in vista dell’appuntamento di Baku, promuovendo in tal modo un’effettiva partecipazione multistakeholder e il coinvolgimento della società civile, sulla posizione dell’Italia.

Si rivolge in particolar modo a coloro che operano in rete: cittadini, istituzioni pubbliche, enti di ricerca ed aziende attive nei settori dell’innovazione tecnologica, delle tlc, dell’informazione e della gestione dei dati personali. 

 

La consultazione pubblica sarà, inoltre, oggetto di discussione all’IGF Italia di Torino.

 

Internet – si legge nel documento introduttivo alla consultazione – ha rivoluzionato il nostro modo di comunicare, di scambiare informazioni e di organizzare attività di natura sociale, politica ed economica. Internet è un’ infrastruttura di comunicazione globale, ma è anche un complesso ecosistema di relazioni e scambi, conoscenza e informazione (…) internet in parte si autoregola grazie al buon senso degli utenti, in parte è governato da regole di convivenza comuni”.

 

Il Ministero di Francesco Profumo, riconoscendo i vantaggi di un’apertura ai contributi esterni, intende favorire il coinvolgimento delle parti interessate mediante un processo trasparente, facilmente accessibile e in grado di consentire agli interessati di esprimere il proprio punto di vista.

 

Sulla base dei contributi pervenuti, il MIUR elaborerà – entro il termine di due settimane dalla conclusione della procedura di Consultazione (prorogabile in ragione del numero dei contributi pervenuti) – una nuova versione del documento oggetto di consultazione. Gli esiti della Consultazione costituiranno il presupposto di eventuali proposte del Ministero da sottoporre al Consiglio dei Ministri, in particolare in vista dell’Internet Governance Forum di Baku.

 

La Consultazione si svolge con modalità esclusivamente telematiche, avvalendosi della piattaforma online Ideascale. I contributi dovranno essere inviati entro il 1° novembre 2012.

La discussione sulla piattaforma è moderata da un gruppo ristretto di collaboratori del Ministero, identificati come “moderatori globali” nella homepage, che si riservano di intervenire per facilitare la conversazione e promuovere un effettivo scambio di idee tra gli utenti.

 

Il web, si legge nella posizione italiana sui principi fondamentali di internet, sta emergendo come “Quinto Potere“, in grado di favorire la responsabilizzazione di governi e mass media di tutto il mondo. Allo stesso tempo, l’uso sempre più pervasivo di piattaforme in rete e dispositivi portatili ha esposto gli utenti a nuovi rischi, non ultimo l’abuso dei dati personali a scopi commerciali o la violazione della sicurezza delle infrastrutture stesse.

 

Internet è un ecosistema complesso:

  • Anzitutto è luogo fondamentale di produzione e scambio di conoscenza e, in quanto tale, un’inestimabile risorsa per l’educazione, l’informazione, la ricerca, e lo sviluppo dei popoli. Favorendo l’accesso all’informazione, promuove inoltre meccanismi virtuosi di trasparenza e buon governo.
  • Internet è il motore dell’economia globale: è driver di innovazione, ma anche l’infrastruttura principale per la partecipazione delle imprese, anche locali, all’economia mondiale
  • Internet è una piattaforma di comunicazione interpersonale che, anche grazie alla diffusione di dispositivi mobili, sta rapidamente diventando il mezzo principe di comunicazione, in grado di abbattere barriere geografiche e di aprire nuovi canali tra istituzioni pubbliche e cittadini, promuovendo creatività, condivisione e partecipazione.
  • Infine, Internet è un veicolo sempre più indispensabile di organizzazione sociale e partecipazione dal basso.

 

Per tutte queste ragioni, Internet può fungere da veicolo di emancipazione e promozione delle libertà fondamentali, e può stimolare processi di democratizzazione, contribuendo in tal modo a creare una società più giusta. La governance di Internet non può prescindere dall’apporto e dalla partecipazione attiva dei netizens, ossia coloro che quotidianamente usano e costruiscono la rete e le sue applicazioni.

 

I principi fondanti della rete si possono dividere in cinque sezioni, che identificano gli ambiti a cui tali principi afferiscono:

 

  1. Principi generali, che definiscono le caratteristiche principali dell’infrastruttura;
  2. Cittadinanza in rete;
  3. Utenti in quanto consumatori di servizi in Internet;
  4. Produzione e circolazione dei contenuti;
  5. Sicurezza in rete.

 

I protocolli di Internet sono bene comune inalienabile, a garanzia della sopravvivenza stessa della rete. A nessun individuo o gruppo può essere impedito, in modo diretto o indiretto, di accedere ai contenuti pubblici disponibili in rete. Internet strumento cruciale per lo sviluppo e l’esercizio dei diritti umani. Internet, in quanto risorsa globale di interesse pubblico, è uno strumento economico e di facile uso.

 

Occorre garantire, si legge ancora, come più volte ribadito anche in sede comunitaria, che esso sia privo di qualsiasi barriera artificiale per la produzione, l’accesso, lo scambio e l’organizzazione della conoscenza.

 

La neutralità della rete costituisce una garanzia che il futuro di internet mantenga quei requisiti di apertura, di competitività e di innovazione che hanno consentito il suo successo.  Tutti gli operatori adottano come minimo il criterio del “best effort” per garantire la raggiungibilità di tutte le reti; nessun dispositivo o rete é discriminato nella connessione con qualsiasi altro dispositivo o rete sulla base di criteri economici, politici, sociali.  Senza alcuna discriminazione, inoltre, sulla base del contenuto, del destinatario o mittente, del protocollo o dell’applicazione. Gli operatori possono offrire servizi di tipo premium, purché non siano associati a pratiche commerciali anticompetitive.

 

Lo Stato riconosce che i cittadini devono poter beneficiare dei progressi della tecnologia digitale e delle sue applicazioni. Tali tecnologie possono contribuire in modo sostanziale a migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi pubblici essenziali offerti dallo Stato, quali istruzione, giustizia e sanità, nonché ad ampliare le possibilità e le modalità di partecipazione democratica.

 

Gli operatori e gli attori della rete sono liberi di competere su un piano di parità, e sono al tempo stesso obbligati a cooperare garantendo l’interconnessione. E’ nell’interesse e nelle prerogative dello Stato intervenire qualora le imprese di telecomunicazioni, per ragioni di mercato, non forniscano accesso ad Internet in banda larga in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale.

 

Le istituzioni pubbliche e le autorità locali offrono alla cittadinanza un’adeguata distribuzione di punti di accesso ad Internet, con e senza fili, in biblioteche, scuole, piazze, e altri centri di aggregazione pubblici. Oltre a favorire, anche attraverso un quadro normativo adeguato, la predisposizione di punti di accesso gratuito regolamentato in particolare per categorie di utenti specifici, quali per esempio i soggetti con particolare divario digitale.

 

La nozione di open data è da intendersi come possibilità di accedere e riutilizzare pienamente i dati generati e detenuti dal settore pubblico. I dati e le informazioni la cui produzione e gestione è finanziata tramite fondi pubblici, inclusi quelli derivanti dalla ricerca scientifica, sono condivisi con i cittadini per la massimizzazione del loro potenziale sociale ed economico.

 

Le istituzioni pubbliche, e in particolare il sistema educativo in collaborazione con imprese e governi locali, favoriscono l’acquisizione e l’aggiornamento continuo delle competenze digitali nei diversi settori della società, con particolare riguardo alla eterogeneità di esigenze ed abilità dei potenziali utilizzatori, senza discriminazione di soggetti appartenenti a categorie deboli o svantaggiate.

 

Grande spazio anche all’identità digitale e alla sua tutela, per la creazione di rapporti commerciali e sociali affidabili, per il tracciamento delle attività illegali e per la riservatezza delle informazioni personali e delle comunicazioni interpersonali.

Su privacy degli utenti e relative comunicazioni online, l’Italia chiarisce che la raccolta e l’uso di informazioni sulla persona a scopo commerciale è regolata nel rispetto del diritto della persona alla riservatezza,e attraverso lo sviluppo di approcci condivisi tra utenti, fornitori di servizi, istituzioni ed enti regolatori.

Le politiche di acquisizione e archiviazione dei dati personali sia da parte dell’utente che da parte di terzi, sono trasparenti. I dati personali appartengono all’utente, il quale è portatore del cosiddetto diritto all’oblio.

 

Internet, si legge, ancora rappresenta un’opportunità senza precedenti per la condivisione di informazione e conoscenza. Permette inoltre a tutti gli utenti, con minime barriere di accesso, di creare contenuti e applicazioni.

Diritto d’autore, marchi, brevetti e segreto commerciale sono tutelati secondo le disposizioni dei trattati internazionali e, attraverso lo strumento della cooperazione internazionale, si tutelano il diritto alla copia personale, alla citazione e al riuso della conoscenza in rete. Si incoraggia l’adozione di modelli compatibili con la circolazione online dei contenuti creativi. Le sanzioni contro gli utenti che violano il diritto d’autore in rete sono ragionevoli. Gli operatori non sono obbligati ad agire da controllori della protezione delle proprietà intellettuale in ambiente digitale. Quest’ultimo è un aspetto alquanto controverso, sul quale ci sono diverse scuole di pensiero. Gli Isp hanno responsabilità o meno per i contenuti postati in rete dagli utenti in violazione della proprietà intellettuale? (Leggi Articolo Key4biz)

 

L’Italia si adopera anche per fare inventario delle infrastrutture presenti sul territorio nazionale (connettività, interconnessione, fibre ottiche internazionali, data center…) ed esegue periodiche verifiche sul grado di resilienza dell’insieme delle infrastrutture che risiedono nel Paese rispetto a guasti catastrofici o eventi imprevedibili.

Il nostro Paese ha, inoltre, previsto adeguate misure per assicurare l’integrità della rete e il suo uso non malevolo o per fini terroristici e criminali, salvaguardando al tempo stesso il suo uso nell’esercizio della libertà di espressione.