Telecom Italia. Franco Bernabè: ‘Decisione su spin-off della rete entro fine anno’

di Alessandra Talarico |

Per Bernabè, Telecom Italia ‘non può assolutamente perdere il controllo della rete’ e l'eventuale nuova entità che nascerebbe con la separazione della rete avrebbe ‘la nostra maggioranza assoluta’.

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Franco Bernabè

Entro al massimo la fine dell’anno, Telecom Italia deciderà se andare avanti o meno con lo scorporo della rete fissa. Lo ha affermato il presidente esecutivo Franco Bernabè a margine di un incontro coi giornalisti a Torino.

La società, ha dichiarato Bernabè, “è disponibile ad approfondire gli aspetti negativi e positivi sulla rete”, ma prima di prendere qualsiasi decisione intende aspettare “con ragionevole certezza le condizioni regolatorie”.

La questione spin-off sarà affrontata nel prossimo CdA, quando “verrà sottoposto lo stato di avanzamento” del dialogo con la Cassa Depositi e Prestiti. Tuttavia, anche se si decidesse per la separazione delle rete, la maggioranza della nuova società sarebbe in capo a Telecom Italia.

“Un’eventuale newco avrebbe la nostra maggioranza assoluta”, ha spiegato, sottolineando che Telecom Italia “non può assolutamente perdere il controllo della rete” e che la nuova entità che nascerebbe con la separazione della rete “avrebbe un suo management e le sue strategie”.

 

Bernabè ha fatto anche il punto sulle policy europee in questo senso, dopo il cambio di prospettiva indicato dal commissario europeo Nellie Kroes che – ha spiegato Bernabè – “ha preso atto che le reti di nuova generazione così come erano state immaginate in passato non si realizzeranno”.

 

Il nuovo pacchetto di misure Ue di stimolo agli investimenti nella fibra ottica (Leggi articolo Key4biz), che sarà approvato entro fine anno, mira a garantire stabilità normativa almeno fino al 2020 e fuga i timori dei principali operatori di telecomunicazioni sul possibile abbassamento dei prezzi di accesso all’ingrosso alla rete in rame, introducendo al contempo una serie di misure relative alla non discriminazione e alla flessibilità anche per i prezzi della fibra ottica.

 

“Le ultime indicazioni delle autorità ci permettono di valutare e di studiare, cosa che non potevamo fare prima” ha detto ancora Bernabè, che ha comunque assicurato che Telecom Italia prenderà una decisione sull’eventuale operazione già prima della direttiva ovvero entro fine 2012.

 

Bernabè ha quindi confermato le trattative in corso con la Cassa Depositi e Prestiti.

Una trattativa ancora tutta in divenire, come ha confermato stamani anche Gaetano Miccichè, direttore generale Intesa Sanpaolo e membro del Cda di Telecom Italia, secondo i contatti ci sono ma ancora “non si sono concretizzati”.

 

Nei giorni scorsi, anche l’ad di Telecom Italia, Marco Patuano, ha sottolineato che con la CDP “c’è un dialogo che prosegue ordinatamente, come devono essere portati avanti i dialoghi” e, in riferimento al possibile spin-off, ha affermato che la trattativa è “ampia e complessa e riguarda le strutture di accesso fisso che sono un insieme molto ampio di componenti di rete. La possibilità di raggiungere una societarizzazione è certamente una delle possibilità a cui si guarda con interesse da parte di entrambi”.

 

In materia di fibra ottica, nei giorni scorsi, Telecom Italia ha siglato un Memorandum of Understanding con Fastweb in previsione di condividere investimenti e costi nella costruzione delle infrastrutture di nuova generazione.

Un’intesa che secondo Marco Patuano influirà positivamente sulle trattative con la CDP per due motivi: il primo perchè viene confermativo che non bisogna avere un approccio ‘dogmatico’ riguardo la scelta delle architetture tecnologiche quanto privilegiare le esigenze del mercato.

L’accordo in questione verte infatti sull’uso del Fiber to the cabinet (FTTC) – l’architettura di rete che prevede l’utilizzo della fibra ottica fino all’armadio stradale, che dista, mediamente, 500 metri dalle abitazioni e il cavo in rame per il  collegamento dal cabinet agli edifici e al cliente – mentre la CDP, attraverso Metroweb è orientata verso l’FTTH, ossia la fibra fino a casa degli utenti e lo ‘spegnimento’ del rame.

 

Il secondo motivo illustrato da Patuano riguarda la valenza competitiva dell’FTTC: “L’aver fatto un accordo in cui co-investiamo è la chiara dimostrazione che questa è una soluzione che favorisce la competizione. Peraltro, non è un accordo chiuso o esclusivo, e se altri volessero aggiungersi saranno i benvenuti”, ha affermato Patuano.