Digitale terrestre: l’Italia è ormai digitalizzata e già si pensa al prossimo passaggio, quello al DVB-T2

di Raffaella Natale |

Tutte le verità sul nuovo standard di trasmissione radiotelevisiva.

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L’Italia è ormai all digital. Da quasi un mese è avvenuto il passaggio definitivo al digitale terrestre, con lo spegnimento del segnale analogico in tutta la penisola (Leggi Articolo Key4biz). La nuova tecnologia di trasmissione radiotelevisiva assicurerà maggiore pluralismo e una migliore qualità, ma a breve avverrà un’altra importante migrazione, quella al digitale terrestre di seconda generazione, anche se già alcuni propongono quella direttamente sulla banda larga (Leggi Articolo Key4biz).

 

A partire dal 1° gennaio 2015, infatti, le aziende produttrici di televisori saranno obbligate a utilizzare solo sintonizzatori digitali in grado di ricevere i nuovi standard, DVB-T2 e Mpeg4 (Leggi Articolo Key4biz).

Le nuove tv, dal 1° luglio 2015, saranno le uniche a poter essere commercializzate. Gli standard DVB-T2 e Mpeg4 necessitano, inoltre, di un numero più limitato di frequenze e ciò consentirà la trasmissione di una quantità più ampia e avanzata di contenuti.

Il DVB-T2 consente, infatti, una maggiore ampiezza di banda e la trasmissione della tv digitale terrestre in alta definizione mentre lo standard Mpeg4 assicura una maggiore qualità audio-video.

 

Ottimo. Ma è anche vero che tutto questo necessiterà, come appunto precisa il governo, di nuovi televisori e decoder in grado di supportare queste tecnologie.

Chi ha, quindi, intenzione di comprare prossimamente un nuovo televisore, verifichi prima che sia in grado di supportare il DVB-T2 o che sia dotato dell’apposito decoder (Leggi Articolo Key4biz).

 

Tuttavia, l’associazione consumatori Codici tiene a sottolineare che, chi non ha intenzione di cambiare il televisore, continuerà ugualmente a ricevere il segnale televisivo in standard DVB-T1 con la qualità che ha sempre avuto. L’unica differenza è che non potrà vedere i nuovi canali trasmessi con la nuova tecnologia.

 

L’informazione ai cittadini, scrive in una nota Codici, è molto importante per garantire che la scelta di acquistare o meno un nuovo apparecchio sia totalmente consapevole.

Con riguardo a quanto appena detto, Codici segnala l’importanza del progetto dell’Agcom teso alla divulgazione di notizie utili e specifiche, che riguardano le caratteristiche tecniche dei prodotti, il rapporto qualità-prezzo e le diverse tipologie di apparecchi esistenti. Per semplificare il riconoscimento da parte degli utenti delle diverse tecnologie saranno stabiliti degli appositi bollini identificativi che indicheranno con chiarezza una specifica classe di prodotto.

“Ai consumatori – commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici –  diciamo solamente di fare attenzione, in quanto non è obbligatorio comprare un nuovo apparecchio, visto che quelli vecchi permetteranno comunque la ricezione del segnale televisivo”.

 

E’ ovvio che ci sia bisogno di chiarezza, specie per i telespettatori più anziani o quelli meno abbienti, che non sono sicuramente interessati ad avere un televisore di nuova generazione, se questo significa dover spendere altri soldi.

Ma per tutti gli altri la regola non vale. Non si può certo fermare l’innovazione tecnologica. E’ come voler dire, che non è necessario sostituire i vecchi pc con quelli tecnologicamente più avanzati, perché tanto potrai collegarti lo stesso a internet.

 

Il passaggio al DVB-T2 è una tappa importante. Vediamo perché.

 

Mario Frullone, Direttore delle Ricerche della Fondazione Ugo Bordoni – istituzione che svolge attività di consulenza nei confronti del Parlamento, del governo e delle amministrazioni pubbliche – nell’occasione aveva spiegato che “Oggi la banda a disposizione per le trasmissioni tv si va riducendo per la “fame” di frequenze di smartphone, tablet, ecc.. che hanno portato prima a destinare una parte dello spettro al nuovo standard dei telefonini 4G e, che porteranno via, dal 2015 un’altra parte significativa di frequenze. C’è, quindi, la necessità di far stare su una banda sempre più stretta un numero sempre crescente di canali e questo sarà possibile solo con il passaggio al nuovo standard DVB-T2″.

 

Quali i vantaggi?

Intanto, precisava Frullone, con questo standard, per esempio all’interno dello stesso multiplex è possibile avere fino a 6 canali in HD contro i 2 attuali.

 

Riguardo invece al telespettatore, sottolineava l’ingegnere della FUB, molto dipenderà dalla scelta del broadcaster: “…si potrebbe pensare a contenuti premium (come il calcio, i grandi film ecc…) veicolati, magari in alta definizione o in 3D, con il nuovo standard. Per quei contenuti occorrerà dotarsi del nuovo decoder o comprare un televisore che ne sia dotato. Ma le due tecnologie, quella attuale e la prossima, continueranno a coesistere per un gran numero di anni”.