eBook: Giappone, mercato ancora inesplorato. Ci prova Rakuten prima che arrivi il Kindle di Amazon

di Raffaella Natale |

Un’industria editoriale titubante e le difficoltà legate alla scrittura, hanno reso i giapponesi proco propensi all’uso di eReader. Amazon arriverà entro l’anno con una versione adattata del suo Kindle, ma il Kobo potrebbe batterlo sul tempo.

Giappone


eReader Kobo

La sfida al Kindle di Amazon parte dal Giappone. La grande piattaforma di eCommerce Rakuten è pronta a lanciare un nuovo eReader anche per dinamizzare il mercato dell’editoria ancora troppo incentrato sulla carta stampata.

Per Rakuten come per Amazon, il potenziale in Giappone è enorme e ancora quasi inesplorato. Fino a oggi nessuno è, infatti, riuscito a far realmente decollare le vendite di eBook anche sei i giganti del settore, Sony, Sharp o Fujitsu, le librerie e gli operatori tlc da alcuni mesi hanno aperto la strada.

 

Il Kobo di Rakuten, al prezzo di soli 80 euro, spera di dare un colpo d’accelerata e guadagnare terreno prima che Amazon, leader sul mercato del libro digitale, arrivi con la nuova versione giapponese del Kindle, prevista entro l’anno. 

 

Paradossalmente i giapponesi, da sempre grandi amanti delle nuove tecnologie, sono più restii degli americani o degli europei alla lettura su dispositivi elettronici, una’anomalia che, secondo gli esperti, nasce dal grosso potere dell’industria editoriale nazionale e dalle difficoltà create dalla scrittura basta sugli ideogrammi.

Le vendite di libri e periodici, 20 miliardi l’anno, rivelano comunque il grande bacino di utenza.

 

“Con Kobo, voglio rivoluzionare la lettura in Giappone e nel mondo“,  ha detto senza mezzi termini il CEO di Rakuten, Hiroshi Mikitani, presentando questo eReader sviluppato da una società canadese, recentemente acquisita.

 

L’offerta iniziale sarà inizialmente limitata a quasi 30 mila titoli, ma Rakuten punta a una crescita rapida, con lo scopo di superare il principale competitor in Giappone, Amazon che entro l’anno appunto lancerà un Kindle adattato alle esigenze della lingua giapponese. La società americana dovrà fare, inoltre, i conti con un mercato editoriale molto chiuso.

 

Rakuten non è il primo a voler cercare di convertire i lettori giapponesi alle versioni digitali.

 

Dopo un primo fallimento all’inizio del 2000, Sony sta tentando nuovamente la scalata con il suo ‘Reader’ e la libreria virtuale associata, ma ha difficoltà a seguire il frenetico ritmo delle pubblicazione che arriva a 80 mila nuovi titoli al giorno.

Sony punta tuttavia sul fatto che i consumatori sono ormai più disponibili a usare supporti digitali, come dimostra l’aumento del downloading di musica dalla rete.

 

Il mercato giapponese degli eBook dovrebbe raggiungere i 150 miliardi di yen (1,5 miliardi di euro) nel 2015, contro i 670 milioni del 2010, stando a uno Studio realizzato dall’istituto di ricerca Yano.

“L’arrivo di Amazon potrebbe spingere a un significativo aumento dei titoli digitali disponibili nel corso dei prossimi 2-3 anni”, ha commentato Yano, costatando il grande successo registrato dal Kindle fin dal suo lancio, nel 2007, negli USA, dove le vendite di libri digitali nel primo trimestre di quest’anno hanno superato per la prima volta quelle delle versioni stampate.

Non è che il mercato degli eBook è completamente inesistente in Giappone, ma è ristretto al downloading di manga erotici sugli smartphone.

 

Il resto è ancora molto limitato dalla reticenza di autori ed editori che, davanti al calo delle vendite di libri cartacei, teme che gli eBook subiscano la stessa sorte.

A questo c’è da aggiungere la preoccupazione per l’avanzata degli over-the-top americani, come Google, Apple o Amazon.

 

“L’industria dell’editoria sa che deve reagire”, ha commentato Yashio Uemura, professore di Scienza delle comunicazioni all’università Senshu e componente di una commissione governativa incaricata di sostenere le case editrici nel processo di digitalizzazione.

“In questo Paese, dove le persone amano le novità hi-tech, è inconcepibile che i contenuti digitali non si vendano”.