Cinema: la crisi arriva anche a Cannes. Medusa getta tutti nel panico mentre le major chiedono l’obolo per le interviste ai divi

di Raffaella Natale |

Per Giampaolo Letta (Medusa), ‘Negare la crisi è assurdo. Tagli ad alcuni progetti necessari’.

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Festival di Cannes

Monta la polemica dopo l’annuncio di Medusa che taglierà fortemente la produzione cinematografica. Una notizia che sconvolge il Festival del cinema di Cannes e mette in subbuglio un mercato ancora alla ricerca di soluzione per fronteggiare la crisi. In questa prospettiva, proprio ieri è stato presentato “Italia in Luce“, progetto di promozione del cinema e dell’audiovisivo italiano che dal 2013 vedrà coinvolti il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero per gli Affari Esteri, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Dipartimento per gli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport, Istituto Luce Cinecittà e Anica, in una logica di partenariato pubblico-privato.

 

Da Mediaset è poi arrivata la precisazione: nel biennio 2012-2013 investiremo “soltanto nell’audiovisivo italiano, escluse le produzioni di intrattenimento, oltre 335 milioni di euro”.

Una cifra, sottolinea l’azienda,  che “conferma la fiducia e l’ottimismo che Mediaset, pur in momento difficilissimo, nutre nella ripresa economica del Paese”.

Una notizia che non è piaciuta al presidente Anica, Riccardo Tozzi, che da Cannes ha commentato: “Mediaset, dopo aver disinvestito quasi totalmente dalla fiction, sta ora fermando gli investimenti per il cinema“.

Ma da Cologno Monzese fanno sapere che Tozzi è “male informato” e che quest’anno  “saranno 75 le serate di fiction prodotte da Mediaset, serate che cresceranno a 95 nel 2013. Anche gli investimenti aumenteranno: da 110 milioni di euro del 2012 a 125 nel 2013. Quanto al cinema di Medusa, “sono 23 i titoli italiani già contrattualizzati per un valore di oltre 100 milioni di euro”.

 

Tozzi ha però rincarato, sostenendo che il caso Medusa potrebbe non restare isolato: “si vedrà nei prossimi mesi con la Rai. Intanto siamo riusciti a scongiurarlo per un pelo. I tagli degli investimenti nella produzione Rai riguardano la fiction, 100 milioni. Questo significa ufficialmente non licenziare i dipendenti Rai, ma penalizzare l’indotto. E sul futuro non sono per niente fiducioso: senza l’aiuto della politica, del governo, l’industria del cinema che si è sempre rimboccata le maniche da sola, questa volta non ce la farà“.

 

Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa, ha commentato alle agenzie di stampa che “Di fronte a una situazione di crisi generale che si è andata deteriorando a una velocità incredibile in appena sei mesi, Mediaset che vive di pubblicità ne ha risentito immediatamente. Questo ci ha imposto un taglio precipitoso, l’interruzione di alcuni progetti in preparazione“. Secondo Letta, “la situazione è fluida“, non si andrebbe per ora allo stop, ma certo a ridimensionamenti produttivi sì. “Non ci sono valutazioni politiche da fare, non è il cambio di governo che ci fa disinvestire, negare la crisi economica è assurdo” ha commentato.

 

Si tratta infatti essenzialmente di crisi economica, visto che i tagli intervengono in un settore che ha registrato buoni successi al botteghino.

Nel 2011, con un trend sempre crescente, sono stati prodotti 150 film, “per il 2012 questa cifra ce la possiamo sognare e nel 2013 sarà ancora peggio“, ha detto all’ANSA Tozzi.

Per Letta, “Bisogna abbassare i costi, lavorare con più flessibilità, far capire ai talenti che i compensi non sono quelli cui erano abituati. L’obiettivo è stesso numero di film, dieci l’anno, a costi inferiori“.

 

I dati forniti da Mediaset confermano, tuttavia, i timori dell’Associazione produttori televisivi (Apt), secondo la quale il gruppo non rispetterà le quote di investimento previste dalle norme nazionali a favore della produzione indipendente.

 

Ieri si è svolto intanto presso lo stand della Regione Lazio a Cannes l’incontro tra la presidente Renata Polverini, accompagnata da Fabiana Santini, Assessore alla Cultura, e la presidente Liliana Mazure dell’INCAA Istituto Nazionale di Cine e Arti Audiovisive Argentino nel quale sono state poste le basi per una collaborazione fra le due istituzioni.

 

In modo particolare la Polverini ha avviato un dialogo con INCAA per promuovere le co-produzioni tra il Lazio e le regioni argentine.

“E’ stato un incontro molto fattivo – ha detto la Polverini – Abbiamo già una collaborazione in corso con l’Argentina per il festival del Roma Fiction Fest, avviata nell’aprile scorso al Mip di Cannes. La stessa cosa faremo a novembre con il Festival del Cinema di Roma. E’ una collaborazione tra fondi, incentrata in particolar modo sulla produzione e, tra le altre cose, anche sulla distribuzione dei film”.
In Argentina ci sono complessivamente 92 Festival, con una grande domanda di cinema europeo, soprattutto italiano.

 

Avviato un accordo anche tra Regione Lazio e Brasile. La Polverini ha incontrato il Direttore di ANCINE (Agencia Nacional do Cinema del Ministero della Cultura brasiliano), Manoel Rangel per sostenere le sinergie e co-produzioni tra il paese sudamericano e il Lazio.

Il Fondo regionale per il Cinema e l’Audiovisivo di 45 milioni di euro e il cospicuo Fondo nazionale brasiliano di sostegno all’Audiovisivo, infatti, rappresentano due strumenti preziosi per il rilancio del settore cinematografico. Il primo incontro avvenuto a Cannes porterà alla formalizzazione di un accordo durante il prossimo Festival del Cinema di Roma.

 

Che il mercato cinematografico sia in crisi lo dimostra anche il fatto che per la prima volta le major di Hollywood hanno chiesto una sorta di ‘pizzo’ sulle interviste ai divi in cartellone al Festival di Cannes.

A inizio maggio, un giornalista della rivista canadese MacLean’s ha rivelato che Alliance Film, che presenta in competizione “On the road” del brasiliano Walter Salles e “Killing them softly“, di cui è protagonista Brad Pitt, del regista australiano Andrew Dominik, ha chiesto ai giornalisti di pagare una “partecipazione alle spese” per intervistare gli attori.

Cifre che andavano dai 750 euro per interviste scritte a un massimo di 3 mila euro per quelle televisive.

La maggior parte delle testate (MacLean’s, Toronto Star, Globe and Mail e National Post) si è rifiutata di pagare  questa specie di “pizzo”.

Lo Spiegel online ha intanto denunciato la pratica, sottolineando che per “la prima volta nella storia di Cannes” erano stati chiesti dei soldi per intervistare Nicole Kidman e Matthew McConaughey (protagonisti di Paperbay di Lee Daniels, sempre in concorso).