Digitale terrestre: slitta ancora lo switch-off in Abruzzo e Molise. Il TAR Lazio sospende Decreto MiSE

di Raffaella Natale |

Al centro della decisione il ruolo delle Tv locali che, non sapendo per tempo se gli verranno assegnate le frequenze, non riescono a programmare investimenti e installazioni per il passaggio al digitale secondo i tempi calendarizzati.

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Slitta ancora il passaggio definitivo al digitale terrestre in Abruzzo, Molise e nella provincia di Foggia. Il TAR Lazio ha, infatti, sospeso, fino alla camera di consiglio del 23 maggio prossimo, il decreto del Ministero dello Sviluppo economico che fissava al 7 maggio lo switch-off.

Secondo quanto riferisce Aeranti-Corallo, i giudici amministrativi hanno concesso la sospensiva dopo il ricorso di un’emittente televisiva, che chiedeva, in particolare, l’emanazione del provvedimento cautelare al fine del riesame del decreto impugnato da parte del MiSE, affinché quest’ultimo fissi le nuove date dello switch-off sul presupposto che dovrebbe intercorrere un intervallo di almeno 3-4 mesi tra la data di rilascio dei diritti di uso delle frequenze e la data di inizio di tale switch-off.

 

Nel ricorso si evidenzia, tra l’altro, che nonostante la fissazione dello switch-off a partire dal 7 maggio, il Ministero di Corrado Passera non ha ancora provveduto al rilascio dei diritti di uso delle frequenze di trasmissione.

Si parla anche di situazione insostenibile per la tv ricorrente sia che la stessa ottenga l’assegnazione di tali diritti di uso, sia che venga esclusa dall’assegnazione.

Infatti, nell’ipotesi di assegnazione, non sarebbe possibile realizzare lo switch-off nelle date previste dal decreto ministeriale impugnato poiché non vi sarebbe il tempo per progettare la nuova rete di trasmissione (sulla base delle assegnazioni frequenziali ricevute), per procedere all’acquisto degli impianti, per chiedere le autorizzazioni urbanistiche, ambientali e igienico sanitarie.

 

Nel ricorso si spiega inoltre che la tv ricorrente, in mancanza di sospensiva, sarebbe stata costretta a spegnere gli impianti analogici alla data prevista dal decreto ministeriale impugnato, cessando le relative trasmissioni senza potere, allo stesso tempo, attivare gli impianti digitali prima di alcuni mesi, con ogni evidente conseguenza.

E si sottolinea anche che qualora la tv ricorrente venisse invece esclusa dalle assegnazioni frequenziali, non vi sarebbero i tempi (50 giorni) per la formazione, prima dello switch-off, dell’accordo di “must carry”, come stabilisce l’Agcom, con un soggetto destinatario di assegnazione.

 

Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo, e Maurizio Giunco, presidente dell’Associazione Tv Locali Frt, hanno da sempre lamentato l’illegittimità di assegnazioni frequenziali pochi giorni o poche ore prima degli switch-off

“In tal modo, infatti – hanno spiegato Rossignoli e Giunco – le tv locali non sapendo, fino all’ultimo momento se avranno diritto all’assegnazione delle frequenze, non possono programmare investimenti e installazioni, organizzando le proprie reti per la transizione al digitale secondo i tempi calendarizzati”.

Ragioni per le quali, ha precisato Rossignoli e Giunco, le tv locali spesso non riescono a far sintonizzare i propri programmi al momento dello switch-off, rimanendo così escluse dalla ricezione televisiva per tempi indefiniti.

Le due associazioni sperano che, dopo il provvedimento della magistratura amministrativa, “si riapra la discussione su un tema fondamentale quale è quello della partecipazione a pieno titolo, da parte delle tv locali, al processo di transizione digitale”.