Digitale terrestre: il percorso avviato da Corrado Passera è ‘assolutamente inaccettabile’ per Aeranti-Corallo

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Occorrono nuove scelte per assicurare il completamento dello switch-off.

Italia


Marco Rossignoli

Percorso “assolutamente inaccettabile” per le Tv locali quello avviato dal Ministro Corrado Passera per il completamento dello switch-off.

Secondo Aeranti-Corallo, infatti, nelle regioni Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia il ritardo con il quale sono stati emanati i bandi di gara per l’assegnazione delle frequenze e delle numerazioni LCN (conseguenti anche al ritardo della Agcom nella emanazione del Piano delle frequenze) non permette di rispettare i tempi previsti dalla normativa e, comunque, di consentire alle tv locali di progettare le reti e installare gli impianti in tempo utile.

Ragione per la quale, l’Associazione chiede un rinvio di tre-quattro mesi dello switch-off in tali aree.

Nelle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Lazio (esclusa la provincia di Viterbo) e Campania, dove è, invece, in corso la procedura per la dismissione volontaria dei canali 61-69 UHF precedentemente assegnati (per i quali sono previste modeste misure compensative), la successiva gara per l’assegnazione delle frequenze sarà inevitabile, in quanto le frequenze, anche con nove reti regionali in meno, sono insufficienti per tutti gli operatori.

 

Inoltre, dice sempre Aeranti-Corallo, l’Agcom nei giorni scorsi ha sottoposto alla consultazione delle associazioni di categoria uno schema di nuovo piano delle frequenze di queste ultime regioni che, anziché limitarsi all’adeguamento previsto dalla legge 220/10 (conseguente all’attribuzione dei canali 61-69 UHF alla comunicazione elettronica mobile in larga banda), introduce nuove inaccettabili limitazioni per le tv locali. Lo schema dell’Agcom, poi, diversamente da quanto previsto dal decreto legge n. 34/11, non pianifica nelle stesse regioni la banda III per le tv locali (compatibilmente con le altre utilizzazioni previste per tale banda).

Per garantire la prosecuzione dell’attività a tutti i soggetti che hanno ricevuto nel 2009 e nel 2010 l’assegnazione dei diritti di uso delle frequenze e che oggi non intendono dismettere le proprie reti, occorrono almeno due delle frequenze di quelle che verranno messe all’asta e le frequenze della banda III compatibili con le altre utilizzazioni. Diversamente, in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Lazio (esclusa la provincia di Viterbo) e Campania tutto dovrà essere rimesso in discussione con evidenti conseguenze per l’intero sistema.

 

Per Aeranti-Corallo, infatti, anche chi dovesse ottenere frequenze qualitativamente migliori sarebbe irrimediabilmente danneggiato perché perderebbe la sintonizzazione LCN per il cui recupero occorrerebbero presumibilmente anni. “Ben venga quindi l’asta per alcune frequenze del beauty contest, ma certamente almeno 1/3 di tali frequenze (cioè almeno due) deve essere destinato, come previsto dalla legge, alle tv locali. In questo modo si potrebbero anche limitare le esclusioni nelle regioni dove sono in corso le gare e dove le gare sono state fatte nel 2011″.

 

Per quanto riguarda, invece, le numerazioni LCN, per Aeranti-Corallo occorre chiarire che le misure compensative per la dismissione dei canali 61-69 UHF non sono soggette a imposizione fiscale; occorre inoltre rivedere la normativa delle sanzioni Agcom a carico degli operatori locali, al fine di differenziarle, soprattutto con riferimento agli importi delle sanzioni, da quelle previste per gli operatori nazionali in tutti i casi (ormai numerosi) in cui tale differenziazione non è, incomprensibilmente, prevista.

Occorre anche dare una copertura finanziaria stabile ed adeguata alle misure di sostegno statali, nonché prevedere norme che favoriscano la realizzazione di reti comuni tra due o più operatori locali.

L’Associazione delle Tv locali chiede, infine, al governo, dopo aver deciso di annullare il beauty contest per avviare l’asta, di voler adesso occuparsi anche del dossier dell’emittenza locale.

 

Il Pd ha, intanto, presentato una mozione, chiedendo al governo che si impegni ad assegnare almeno un terzo delle frequenze (cioè almeno due frequenze) originariamente destinate al beauty contest alle tv locali.

A varare, inoltre, prima del periodo estivo norme a tutela del fondo per l’emittenza locale recuperando i tagli e riportando la sua capienza a 150 milioni di euro l’anno a partire già dal 2011 e a dare attuazione a quanto previsto dall’articolo 10 del decreto-legge n. 323 del 1993, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 422 del 1993.

E ad assumere ogni utile iniziativa, anche normativa, affinché l’ammontare dei risarcimenti (misure compensative ed indennizzi), già di per sé inadeguati e insufficienti a ripagare le tv locali degli investimenti effettuati per la digitalizzazione delle reti, sia completamente defiscalizzato. (r.n.)