Frequenze: cosa comporterà per i telespettatori il passaggio al DVB-T2?

di Raffaella Natale |

Dal 1° luglio 2015 potranno essere commercializzati solo televisori in grado di supportare questo standard. Per Mario Frullone (FUB): ‘Scelta necessaria per soddisfare la fame di frequenze dei nuovi dispositivi mobili’.

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Mario Frullone

In tutto questo gran discutere di asta per le frequenze televisive, polemiche del Pdl sul limite dei 5 multiplex per broadcaster, di stime e di Agcom s’è tralasciato un importante aspetto dell’emendamento con cui il governo ha annullato il beauty contest: le misure atte a favorire l’introduzione di nuovi standard televisivi DVB-T2 e MPEG4 (Leggi Articolo Key4biz). Due tecnologie attraverso le quali, dice il governo, sarà possibile aumentare la quantità e la qualità della trasmissione televisiva.

 

A partire dal 1° gennaio 2015, dice il governo, le aziende produttrici di televisori saranno obbligate a utilizzare solo sintonizzatori digitali in grado di ricevere i nuovi standard. Le nuove tv, dal 1° luglio 2015, saranno le uniche a poter essere commercializzate. Gli standard DVB-T2 e MPEG-4 necessitano inoltre di un numero più limitato di frequenze e ciò consentirà la trasmissione di una quantità più ampia e avanzata di contenuti.

Il DVB-T2 consente infatti una maggiore ampiezza di banda e la trasmissione della tv digitale terrestre in alta definizione mentre lo standard MPEG4 assicura una maggiore qualità audio-video.

Ottimo. Ma è anche vero che tutto questo necessiterà, come appunto precisa il governo, di nuovi televisori e decoder in grado di supportare queste tecnologie.

 

Una scelta con cui la Francia sta già facendo i conti da tempo e che, quando annunciata dal Consiglio superiore dell’audiovisivo, sollevò non poche polemiche da parte dei piccoli operatori televisivi che accusarono l’organo di voler fare gli interessi degli incumbent (Leggi Articolo key4biz).

“E’ vero che questo comporterà dei problemi – s’era giustificato il presidente del CSA Michel Boyon – ma i benefici che se ne ricaveranno nel lungo termine compenseranno di gran lunga gli svantaggi di oggi”.

Di diversa opinione, invece, le piccole emittenti: “Ci vogliono far mangiare una polpetta avvelenata“, aveva detto Alain Weill, CEO di NextRadioTV, sottolineando che se il governo avesse deciso di adottare questi standard, ci sarebbero voluti diversi anni prima che i telespettatori avessero potuto vedere i nuovi canali con gli attuali dispositivi.

“Gli operatori storici hanno ottenuto esattamente ciò che chiedevano: la stagnazione del mercato audiovisivo francese”, aveva aggiunto Weill, sottolineando il rischio di un consolidamento dei tre incumbent – TF1, M6 e Canal+ – anche nel digitale terrestre.

Dello stesso parere anche Jean-Paul Baudecroux, presidente di NRJ, che aveva parlato di misure contrarie allo sviluppo economico degli operatori e all’interesse generale.

 

Ma cosa succederà effettivamente sul mercato della Tv?

 

Mario Frullone, direttore delle ricerche della Fondazione Ugo Bordoni – istituzione che svolge attività di consulenza nei confronti del Parlamento, del governo e delle amministrazioni pubbliche – ha spiegato al Corriere.it che “Oggi la banda a disposizione per le trasmissioni tv si va riducendo per la “fame” di frequenze di smartphone, tablet, ecc.. che hanno portato prima a destinare una parte dello spettro al nuovo standard dei telefonini 4G e, che porteranno via, dal 2015 un’altra parte significativa di frequenze. C’è quindi la necessità di far stare su una banda sempre più stretta un numero sempre crescente di canali e questo sarà possibile solo con il passaggio al nuovo standard DVB-T2″.

 

Quali i vantaggi?

Intanto, ha precisato Frullone, con questo standard, per esempio all’interno dello stesso multiplex è possibile avere fino a 6 canali in HD contro i 2 attuali.

Riguardo invece al telespettatore, ha detto l’ingegnere della FUB, molto dipenderà dalla scelta del broadcaster: “…si potrebbe pensare a contenuti premium (come il calcio, i grandi film ecc…) veicolati, magari in alta definizione o in 3D, con il nuovo standard. Per quei contenuti occorrerà dotarsi del nuovo decoder o comprare un televisore che ne sia dotato. Ma le due tecnologie, quella attuale e la prossima, continueranno a coesistere per un gran numero di anni”.

 

In conclusione, per chi avrà intenzione di comprare prossimamente un nuovo televisore, verificate prima che sia in grado di supportare il DVB-T2 o che sia dotato dell’apposito decoder, altrimenti rischiate tra qualche anno di non poter più vedere la Tv.