Frequenze Tv: spacchettate e vendute all’asta, ma nel 2015 i canali 700 MHz devono essere restituiti. Qualcosa non torna

di Raffaella Natale |

Antonio Sassano: ‘Come si fa ad incassare 1,2 miliardi facendo un’asta riservata alle TV e con restituzione al 2015? Qualcosa non torna....’.

Italia


Mario Monti e Corrado Passera

Azzerato il beauty contest per procedere con una messa all’asta delle frequenze a pacchetti. E’ quanto ha dichiarato il Ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, a Repubblica, informando che in settimana potrebbe già essere presentato il decreto.

Il 19 aprile scade, infatti, la pausa di riflessione che Passera si era riservato per esaminare la procedura del beauty contest, scelta dall’ex Ministro delle Comunicazioni Paolo Romani.

Il MiSE, stando a quanto riportato da Repubblica, avrebbe individuato il nuovo percorso d’intesa con la Ue e l’Agcom.

Asta, quindi, ma le frequenze verranno spacchettate: “La prossima asta sarà fatta di pacchetti di frequenze con durate verosimilmente diverse”.

 

Un’ipotesi, scrive Repubblica, è che la banda 700 MHz (2 o 3 multiplex dei 6 totali in palio) venga aggiudicata per un periodo di 3 anni, da qui al 2015. Per quella data, infatti, la Conferenza ITU di Ginevra ha previsto lo spostamento delle reti dai broadcaster agli operatori tlc per i servizi di banda larga mobile.

“Ed è proprio la banda 700, una rete superveloce, il bene più prezioso del lotto visto che fa gola agli operatori del web, cioè al futuro delle comunicazioni. Il resto dei canali più strettamente televisivi può invece essere assegnato per un periodo più lungo”.

Secondo Mediobanca lo Stato può incassare 1-1,2 miliardi dalla vendita dei multiplex. Le compagnie telefoniche, Tim, Vodafone, Wind e 3, si sono tirate fuori da questa partita. Non più tardi di sei mesi fa hanno investito quasi 4 miliardi per la LTE, ma non è escluso che a breve siano in grado di tornare a competere. Il resto dei multiplex, meno preziosi, verrebbe invece assegnato per un periodo più lungo a imprese puramente televisive.

 

Si fa sempre più strada quindi la gara low-cost, che non piace Pd, il senatore Vincenzo Vita ha commentato: “Le frequenze sono un bene pubblico pregiato e non infinito, chi ne fa uso, è giusto che corrisponda allo Stato un compenso adeguato” (Leggi Articolo Key4biz).

Secondo gli esperti la base d’asta non dovrebbe superare i 10 milioni di euro, e addirittura potrebbe essere attuata una riduzione del canone annuo.

 

“La proposta del Ministro Passera si potrà valutare solo quando la conosceremo nel dettaglio“, ha commentato a Key4biz Antonio Sassano (Università La Sapienza), uno dei maggiori esperti italiani nel campo delle frequenze, esprimendo però alcune perplessità: “Al momento, la scadenza al 2015 per i canali 700 MHz e la previsione di incasso di 1,2 miliardi sembrano incompatibili”.

Per meglio dire: “Come si fa ad incassare 1,2 miliardi facendo un’asta riservata alle TV e con restituzione al 2015? Qualcosa non torna….”.

E ancora: ma dopo il 2015 “…ci restituiranno le frequenze? In cambio di cosa?”.

 

L’asta organizzata dal MiSE dovrà avere l’OK dalla Ue, ma prima dovrà passare al vaglio dei partiti che sostengono il governo di Mario Monti, senza dimenticare, ricorda Repubblica, “l’incrocio delicato con il rinnovo dei vertici della Rai. Sarà poi l’Agcom a stabilire tempi e modalità dell’asta. Già domani possono arrivare risposte importanti”.

 

Domani, infatti, il Commissario Ue per la Digital Agenda, Neelie Kroes, sarà a Roma insieme a Passera per un convegno di Confindustria. Nell’occasione si potrebbe parlare anche di frequenze.

Se non ci saranno intoppi, prima dell’estate l’Authority potrebbe indire l’asta. Anche se, lo ricordiamo, a maggio scade il mandato degli attuali consiglieri dell’Authority e non è detto che il rinnovo avvenga in modo semplice e veloce. I tempi potrebbero quindi slittare.

 

Ma i broadcaster accetteranno l’annullamento del beauty contest senza obiettare?

 

Ogni partecipante ha versato un deposito cauzionale di 2,5 milioni di euro per lotto (c’è chi ha partecipato per due lotti) e ha negoziato con le banche impegni fidejussori pari al 10% dell’investimento previsto dalla domande, in base al bando e al disciplinare di gara. Il Governo dovrà trovare il modo di far rientrare i partecipanti da tali oneri, a meno di non voler incappare in richieste di risarcimento.

 

Mediaset ha già fatto ricorso contro il ‘decreto’ del MiSE con il quale s’è deciso di sospendere il concorso di bellezza.

Al Tar Lazio, Elettronica Industriale (Mediaset) ed Europa Way, che fa capo a Centro Europa 7 di Francesco Di Stefano, hanno chiesto di cancellare la disposizione (Leggi Articolo Key4biz).

Per Elettronica Industriale il beauty contest, deciso con delibera dell’Agcom (181/2009), è la misura più idonea a “contemperare le esigenza di continuità delle reti esistenti” e di “garanzia di adeguati spazi ai nuovi entranti“.

Nel ricorso si ricorda che il modello del beauty contest è quello seguito da molti Paesi Ue e che la Commissione europea ha sospeso la procedura d’infrazione contro l’Italia “a seguito del positivo esame degli atti” del beauty contest.

In caso di un loro annullamento o una revoca, precisano nel ricorso, lo Stato italiano rischia di “rispondere dei danni arrecati alle imprese…”, ma rischia anche “una condanna in sede comunitaria all’esito della procedura d’infrazione attività nei suoi riguardi”.

 

Anche Prima Tv, ammessa al beauty contest per i lotti A2 e A3, ha deciso di muoversi. Tarak Ben Ammar ha scritto una lettera a Passera per chiedere un’accelerata sull’assegnazione delle frequenze televisive.

Il finanziere franco-tunisino  ha precisato al ministro che “gli attuali soci di Prima Tv si sono impegnati con la Commissione europea alla realizzazione di un business plan diretto alla digitalizzazione delle frequenze televisive che è stato sensibilmente ritardato, con gravi danni economici per la società e i suoi soci, per ritardi imputabili solo ed esclusivamente allo Stato italiano”.