Frequenze: il TAR blocca assegnazione compensi per la liberazione dei canali 61-69 UHF, acquistati dalle telco per 4 mld di euro

di Raffaella Natale |

Con tre differenti provvedimenti cautelari, i giudici amministrativi hanno bloccato il decreto del MiSE del 23 gennaio, che assegnava alle Tv locali 175 mln di indennizzi per lasciare volontariamente i multiplex.

Italia


Corrado Passera

Il TAR Lazio ha sospeso il decreto riguardante l’attribuzione delle misure compensative per il rilascio di porzioni di spettro funzionali alla liberazione delle frequenze nella banda 790-862 MHz (canali 61-69).

La sospensione è stata disposta fino all’udienza di trattazione collegiale del 18 aprile 2012 dove il provvedimento cautelare potrà essere confermato, modificato o revocato.

 

Con tre differenti provvedimenti cautelari, i giudici amministrativi hanno infatti bloccato il decreto del Ministro dello sviluppo economico, adottatolo scorso 23 gennaio, che dava il via libera all’assegnazione dei canali 61-69 UHF, regolarmente acquistati dagli operatori tlc nell’asta LTE del settembre scorso (che ha portato nelle casse dello Stato 3,9 miliardi di euro), decreto che assegnava alle emittenti locali 175 milioni di indennizzi per lasciare volontariamente i multiplex digitali occupati.

 

Si blocca quindi il procedimento di liberazione dei 9 canali, da destinare ai servizi di banda larga mobile, secondo quanto stabilito dalla Ue, che ha suscitato diverse polemiche in questi anni, sollevate in particolare le Tv locali che si sono discriminate oltre a specifiche critiche riguardanti i risarcimenti dovuti e le modalità di assegnazione.

 

Tale sospensiva fa emergere, sottolineano in una nota Aeranti-Corallo e Associazione Tv Locali Frt, l’erroneità delle scelte normative operate in ordine alla transizione al digitale terrestre, anche a prescindere dalle specificità del Decreto 23 gennaio 2012, che, peraltro, a causa del relativi tecnicismi, si è rivelato inattuabile in molte fattispecie concretamente esistenti.

Le due associazioni evidenziano, altresì, che a fronte di una situazione assolutamente incerta di disponibilità frequenziali non sono state ancora rese note le modalità per l’assegnazione definitiva dei diritti di uso nelle regioni già digitalizzate al 31 dicembre 2010.

Inoltre il ritardo nella pubblicazione da parte del MiSE dei decreti di fissazione delle date relative agli switch-off 2012 e il ritardo nella emanazione da parte della Agcom del piano di assegnazione delle frequenze per le regioni Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, con conseguente ritardo nella emanazione da parte del Ministero dei bandi per l’assegnazione dei diritti di uso delle frequenze e per l’attribuzione delle numerazioni LCN impedisce, a parere delle Tv locali, di effettuare la transizione nelle suddette regioni nei tempi calendarizzati.

 

Al riguardo Aeranti-Corallo e Frt hanno notificato nei giorni scorsi alla Direzione Generale Servizi di Comunicazione Elettronica e Radiodiffusione (DGSCER) del MiSE un atto di diffida al rispetto delle norme in materia e stanno valutando ora un ricorso in sede giudiziale, a tutela delle imprese televisive locali associate. Le due associazioni, nel ribadire il proprio giudizio assolutamente critico sulla politica del Governo in materia, auspicano infine la riapertura di un effettivo confronto con il Ministro Corrado Passera, finalizzato alla definizione di un processo di digitalizzazione condiviso con le imprese e al raggiungimento degli obiettivi generali della transizione, nonché alla salvaguardia del pluralismo informativo, dell’occupazione lavorativa nel comparto e dell’interesse generale dell’utenza.

 

Intanto ieri il Ministro Passera ha fatto sapere che il governo procederà con un’asta per l’assegnazione delle frequenze televisive, accantonando definitivamente il beauty contest.

Scade,  infatti, il 19-20 aprile il termine che il ministero s’era riservato per decidere sul caso e in audizione alla Commissione Bilancio della Camera Passera ha ribadito che “non è una cosa buona cedere gratuitamente i beni dello Stato”.

Un bene che Mediobanca ha stimato intorno a 1-1,5 miliardi di euro, a fronte dei 4 incassati dalla Stato con l’asta tlc.

Passera ha detto ancora: “Ho chiesto tempo per interloquire con tutti, ci siamo dati un mese di tempo oltre alla consultazione per formulare la proposta. La proposta sarà in linea con quello che ho detto fin dall’inizio”.

 

Salvo qualche cambiamento improvviso, pare quindi che il governo darà seguito all’ordine del giorno di Massimo Pini (Lega) al Dl liberalizzazioni per l’annullamento della procedura del beauty contest.

 

Che il governo intendesse procedere in questa direzione era trapelato anche da alcune dichiarazioni rilasciate recentemente dal Sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, che aveva parlato di una “soluzione importante per tutti gli operatori del mercato delle comunicazioni” in “in tempi ravvicinati” (Leggi Articolo Key4biz).

De Vincenti aveva ribadito: “Stiamo lavorando nella direzione indicata nell’Odg con molta attenzione, per fare un’operazione sulle frequenze che sia rispettosa delle indicazioni date dall’Antitrust italiano ed europeo”

 

Il governo di Mario Monti dovrà sicuramente considerare i ricorsi depositati al TAR Lazio da Mediaset, attraverso Elettronica Industriale, ed Europa Way, con i quali hanno chiesto di cancellare la disposizione del MiSE che sospende il beauty contest (Leggi Articolo Key4biz).

Anche Prima Tv ha deciso di muoversi. Tarak Ben Ammar ha scritto una lettera a Passera per chiedere un’accelerata sull’assegnazione delle frequenze televisive.