Digital Agenda, Neelie Kroes: ‘Per far decollare la banda larga bisogna puntare sulla competizione fra infrastrutture’

di Raffaella Natale |

ETNO condivide la posizione della Kroes su importanza mix di tecnologie.

Unione Europea


Neelie Kroes

Gli ostacoli al pieno sviluppo della banda larga in Europa sono stati al centro dell’intervento del Commissario Ue per la Digital Agenda, Neelie Kroes, al Cable Congress organizzato a Bruxelles dalla European Cable Communications Association.

La Kroes è partita da alcune considerazioni di fondo, innanzitutto la crisi economica che attanaglia l’Europa, sostenendo che per affrontarla la Ue ha bisogno di crescita, specie per assicurare un futuro ai giovani europei.

Il Commissario Ue ha sottolineato ancora una volta che per ottenere questo è necessario continuare a investire nell’ICT, che assicura innovazione e sviluppo economico.

 

Ma la Kroes ha indicato anche le principali difficoltà che riguardano il settore: “Oggi le reti sono sempre più frequentate e intasate. Il traffico internet si raddoppia ogni 2-3 anni. La scelta crescente di servizi on-demand comporta che c’è anche maggiore richiesta di disponibilità di banda”.

Gli obiettivi della Digital Agenda sullo sviluppo delle connessioni broadband sono chiari e già stabiliti ma è scontato, ha detto la Kroes, che “avranno bisogno di investimenti significativi”.

 

Alcuni, ha commentato il Commissario Ue, sostengono che per poter investire bisogna rovesciare i regolamenti di successo degli ultimi dieci anni. Ritengono che bisogna riconoscere agli operatori una vacanza regolatoria. Sia che si tratti di consentire la rimonopolizzzazione delle reti in fibra avviate dagli incumbent che di permettere agli operatori mobili di far pagare sproporzionate tariffe di terminazione ed eccessive tariffe di roaming.

“Vogliono una “vacanza” – dallo stress di innovare in un mercato competitivo – e un ritorno a una situazione “idilliaca”  al riparo dalla concorrenza reale”, ha dichiarato senza mezzi termini il Commissario Ue, aggiungendo che “Questo non il modo giusto di procedere“.

Un mercato più dinamico porta migliori risultati per tutti, perché l’industria si concentra sui bisogni dei consumatori e guarda al futuro offrendo servizi migliori e più economici.

“E’ da questo che dobbiamo imparare“, ha indicato la Kroes. “La risposta sta nel dare più scelta al consumatore, non minore: promuovere la concorrenza, non soffocarla”.

 

“Credo profondamente nella competizione“, ha detto ancora, “ma è necessario che sia reale ed effettiva. Bisogna quindi aprire i mercati quando più possibile, stimolare la concorrenza in ogni anello della catena e offrire maggiore scelta al consumatore”.

Questo vale sia per gli operatori delle reti fisse, perché si dovrebbe consentire ai player alternativi di implementare le loro infrastrutture e fornire servizi innovativi e competitivi, sulla base di un effettivo accesso disaggregato, a un prezzo equo e in condizioni non discriminatorie.

 

Lo stesso discorso vale, ha aggiunto la Kroes, per le tariffe di terminazione mobile che devono riflettere i costi reali e favorire il ‘welfare’ del consumatore.

Stesse argomentazioni per il roaming: “Dobbiamo dare ai consumatori maggiore scelta e farli beneficiare di prezzi ridotti”.

Quelli che contrastano questo approccio, ha spiegato il Commissario, sostengono che questo leverebbe gli incentivi a investire nelle NGN.

Ma non è così“, ha replicato la Kroes, “al contrario, se tali reti sono aperte all’innovazione e alla concorrenza, i consumatori saranno disposti a pagare un prezzo equo per servizi che rispondono meglio alle nuove esigenze”.

 

Il Commissario per la Digital Agenda ha evidenziato l’importanza del ruolo della regolazione dei mercati delle telecomunicazioni “per garantire migliori servizi ai consumatori, maggiore scelta e più innovazione”. Ma bisogna puntare sulla competizione fra infrastrutture, ha sottolineato la Kroes,  poiché “non è abbastanza permettere solamente ai puri rivenditori di servizi di rivendere prodotti comprati all’ingrosso“. “Gli operatori alternativi devono sviluppare le loro infrastrutture e servizi competitivi ed innovativi – ha spiegato- ed il prezzo di accesso alle reti deve essere adeguato“. Inoltre, il Commissario europeo ha aggiunto “non credo nella regolamentazione fine a se stessa. In alcune aree è possibile adottare un approccio più leggero: laddove la concorrenza è salvaguardabile con le regole del diritto della concorrenza, ed è per questo motivo che la Commissione sta riesaminando la Raccomandazione sui mercati rilevanti, per verificare se alcune regole ex-ante non siano più necessarie”. A questo fine, Il Commissario ha confermato che la Commissione rivedrà la lista dei mercati regolati.

 

Dichiarazione questa accolta con favore anche da ETNO, associazione europea che rappresenta gli operatori tlc.

Per raggiungere gli obiettivi della Digital Agenda europea non esiste una ‘pozione magica’ che risolva tutti i problemi, ha ammesso il Commissario Ue, affermando che c’è bisogno di un “mix intelligente” di diverse tecnologie che, a seconda delle esigenze locali, includa la Fibre-to-the-Home, il cavo, la Fibre-to-the-Cabinet e l’LTE.

 

L’Agenda digitale prevede che entro il 2013 tutti i cittadini della Ue abbiano accesso alla connettività di base (basic broadband) e che per il 2020 tutte le famiglie abbiano accesso a velocità pari ad almeno 30Mbps e il 50% a velocità pari ad almeno 100 Mbps.

 

Le affermazioni della Kroes sembrano dunque accogliere le critiche dell’industria telecom europea, che più volte aveva sottolineato che la Ue sembra troppo concentrata sulla fibra per il raggiungimento degli obiettivi della Digital Agenda.

 

ETNO condivide e sostiene la posizione della Kroes, ed è del parere che per realizzare gli obiettivi fissati dalla Digital Agenda sia necessario “…un mix di tecnologie e piattaforme che includa la fibra, ma che preveda anche il miglioramento delle attuali reti in rame (attraverso il VDSL e, in futuro, la tecnologia vectoring VDSL), le reti a banda larga mobile di nuova generazione (LTE), le tecnologie via cavo e satellitari”.

Secondo l’Associazione europea dei principali operatori di telecomunicazioni, “…tutte le tecnologie a larga banda dovrebbero essere prese in esame e perseguite, quando si considera la domanda dei consumatori”

 

ETNO ritiene che la transizione all’NGA porterà maggiore concorrenza e rappresenterà un’opportunità per l’aumentata domanda dei consumatori di accesso alla reti high speed attraverso molteplici piattaforme e tecnologie.

Al contrario, abbassando i prezzi di accesso al rame, diminuirebbe la competizione tra infrastrutture nel medio termine in quando inciderebbe  negativamente su piattaforme alternative di investimento così come su quelli dei leading players.

 

La Kroes ha inoltre affermato che anche le tecnologie che normalmente non sono considerate confacenti all’obiettivo dei 100 Mbps possono “creare un circolo virtuoso di domanda e offerta”.

 

Mi ha fatto piacere, ha commentato la Kroes ieri a Bruxelles, sapere che oggi almeno 17 milioni di famiglie hanno un abbonamento alla banda larga via cavo con una velocità media di 25-30 Mbps e che grazia al cavo quasi 60 milioni di abitazioni possono accedere a 100 Mbps o anche di più.

“Mi congratulo per quello che avete fatto – ha detto rivolgendosi all’European Cable Communications Association – e ritengo che i regolatori dovrebbero promuovere e non penalizzare gli investimenti nelle reti via cavo”.

 

La Kroes ha anche ribadito la necessità dell’accesso agli aiuti pubblici per sostenere gli investimenti nella banda larga perché, ha ricordato, c’è bisogno che decolli e bisogna eliminare tutti i colli di bottiglia.

 

Passaggio necessario anche sulla connected Tv: “tra 2-3 il 90% dei televisori venduti in Europa sarà connesso alla rete. C’è quindi bisogno di sostenere servizi di qualità e investire nell’industria dei contenuti”. In questo senso entro la fine dell’anno, ha annunciato il Commissario, la Ue approverà un documento orientativo sulla Tv connessa.

 

Ma c’è anche il cloud computing da lanciare che rappresenta il futuro e necessita di reti ‘robuste’.

“Bisogna sbloccare gli investimenti – ha concluso la Kroes – non soffocare la competizione ma sostenere un mix di tecnologie e un mercato vivo dei contenuti”.