L’ICT genera un quarto del PIL Ue. Neelie Kroes e Luigi Gambardella: ‘Necessario investire per la crescita di economia e occupazione’

di Alessandra Talarico |

Secondo lo studio ‘Steps towards a truly Internal Market for e-Communications’, il mercato unico delle comunicazioni elettroniche potrebbe generare un valore di 110 mld di euro all’anno, pari a oltre lo 0,8% del PIL.

Unione Europea


ICT

Le tecnologie dell’Informazione e della comunicazione (ICT) generano la metà della capacità produttiva dell’Europa e di un quarto del PIL Ue: è quindi essenziale investire in un settore che rappresenta “il cuore” dell’economia e dell’occupazione nella Ue.

È quanto hanno affermato in una nota congiunta il Commissario Ue all’Agenda Digitale, Neelie Kroes, e il presidente del board di ETNO Luigi Gambardella al termine del loro incontro oggi a Bruxelles.

 

La ricerca e Sviluppo in ambito ICT “svolge un ruolo ampio e sempre più importante per il settore della ricerca europea nel suo complesso, rappresentando già il 25% della R&S delle imprese”, hanno sottolineato Kroes e Gambardella, ricordando che gli investimenti nel settore tlc si sono sempre rivelati fondamentali: basti pensare, hanno affermato, “ai 120 milioni di euro che la Ue ha investito nel mercato del 3G che oggi vale 250 miliardi di euro”.

 

Ulteriori investimenti pubblici nella R&S in ambito ICT, come sottolineato anche dall’ambizioso piano Horizon 2020, apriranno la strada ad altri successi simili.

Il piano Horizon 2020, sottolineano il Commissario Ue e il Presidente del board dell’associazione delle telecom europee, “è pertanto essenziale per la futura competitività europea e per affrontare le sfide sociali. Questi investimenti – concludono – contribuiranno in maniera determinante alla crescita e all’occupazione”.

 

Ieri, in occasione della conferenza stampa in vista dell’odierno Consiglio europeo, anche il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso ha sottolineato l’importanza dell’ICT per la crescita dell’Europa, anticipando l’intenzione di chiedere al Consiglio europeo di concentrarsi sui progetti infrastrutturali in quest’ambito, oltre che in quello dei trasporti e dell’energia, e di predisporre interventi per abbassare i costi per la diffusione della banda larga in Europa.

 

“Abbiamo bisogno di tagliare i costi del roll-out della banda larga”, ha detto Barroso che, citando lo studio ‘Steps towards a truly Internal Market for e-Communications’, ha affermato che “il completamento del mercato unico per le comunicazioni elettroniche potrebbe generare un valore di 110 miliardi di euro all’anno, pari a più del 0,8% del PIL”.

 

Questo ‘bonus digitale’ per la crescita europea – secondo  lo studio – sarebbe il risultato di una maggiore concorrenza, delle maggiori economie di scala per gli operatori tlc e anche della possibilità, per ogni cittadino europeo, di accedere ai contenuti e ai servizi online – come musica, film e videogiochi – in tutta la Ue.

 

In occasione della presentazione dello studio, Neelie Kroes ha dichiarato: “Il mercati unico ci renderà più ricchi e competitivi, ma non sarà un vero mercato unico se Internet e le telecomunicazioni ne saranno escluse. Il mercato unico digitale è uno stimolo unico per la nostra economia e privarsene sarebbe un danno”.

 

Lo studio è stato condotto da un team internazionale di esperti e accademici. E suggerisce tre tipi di misure per affrontare gli ostacoli: riduzione della frammentazione normativa (regole comuni in materia di durata del contratto e la trasparenza delle bollette); intensificazione delle attività di standardizzazione europee (per favorire la realizzazione di servizi paneuropei di qualità garantita in ambiti quali l’eHealth, l’energia e l’eMobility); maggiore coordinamento delle attività delle autorità nazionali di regolamentazione a livello europeo.