Diritto d’autore: Canada, Cina, Russia e Ucraina i ‘most wanted’

di Raffaella Natale |

Nell’ultimo Rapporto IRIS, il Consiglio europeo dell’audiovisivo fornisce un approfondimento sulla Russia in materia di diritti di proprietà intellettuale.

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Pirateria informatica

L’International Intellectual Property Alliance (IIPA) renderà pubblica la comunicazione inviata all’Office of the US Trade Representative con la lista dei Paesi che dovrebbero essere messi nella ‘priority watch-list‘ per la pirateria di film, musica, videogame e software. Quest’anno i ‘most wanted’ sono Canada, Cina, Russia e Ucraina.

A riguardo, l’Osservatorio europeo dell’audiovisivo, da sempre molto attento all’evoluzione di questo settore, pubblicherà l’ultimo Rapporto IRIS, che offre una nuova analisi di tutte le iniziative messe in atto in Europa contro la pirateria, con particolare riguardo per la Russia.

 

Nell’articolo ‘Fighting Internet Piracy in Russia‘, a firma di Dmitry Golovanov del Centro di diritto e politica dei media di Mosca, si analizzano le ultime vicende giudiziarie nella lotta alla pirateria, in particolare l’iscrizione nella blacklist dell’equivalente russo di Facebook, VKontakte.ru, da parte della RIAA (Recording Industry Association of America). Si tratta del primo caso in cui viene coinvolto un utente di questa rete sociale, per presunto uploading illegale di file audio.

Dmitry Golovanov sottolinea che la Russia non dispone di una legge specifica e completa in materia di protezione dei diritti di proprietà intellettuale online, né di una regolamentazione per il web.

 

Al momento per le questioni inerenti le tecnologie e la protezione delle informazioni si fa riferimento a una serie di disposizioni della Costituzione russa o del Codice civile, ma anche alle sentenze della Corte suprema o alla legge federale.

La Russia è ancora un osservatore della World Trade Organization (WTO) e probabilmente nel 2012 ne diverrà membro.

Il Paese sarà, quindi, chiamato ad armonizzare le proprie leggi nazioni in modo che siano conformi agli accordi della WTO, specie i TRIPS in materia di proprietà intellettuale.  

Nell’ambito dell’accordo di adesione, la Russia ha accettato di ‘prendere delle misure contro i siti web (i cui server sono situati nella Federazione russa) che favoriscono la distribuzione illegale di contenuti’.

 

Dmitry Golovanov esamina poi la pratica controversa dei tribunali russi nei casi che riguardano i siti internet, osservando che spesso vengono prese decisioni contrastanti. A questo proposito, le web company russe e gli aventi diritto si lamentano che i giudici non sanno come risolvere le controversie relative a questo settore.

Il Rapporto evidenzia, quindi, le contraddizioni delle disposizioni legislative attuali che “non impongono agli operatori internet di verificare la legalità del comportamento dei loro utenti”, ma non impediscono “ai giudici di ritenerli colpevoli perché non lo fanno“.

Al momento è in atto un processo di riforma della materia, in modo da fornire un quadro armonico e unitario per quanto riguarda la protezione dei diritti di proprietà intellettuale.

 

A livello internazionale, il fatto che la Russia partecipi ai dibattiti in seno alla WTO e i progetti del presidente Medvedev, che “puntano a far coincidere il diritto internazionale della proprietà intellettuale con i bisogni dell’era digitale”, possono anche contribuire a migliorare l’efficacia delle misure atte a garantire gli IPR a livello nazionale.

 

Nel Report IRIS, anche diversi articoli di approfondimenti riguardanti la riflessione della Francia di allargare la portata della Legge Hadopi e le diverse decisioni in materia di diritto d’autore prese recentemente a livello europeo.

Nella rubrica Zoom, l’Osservatorio europeo dell’audiovisivo fa il punto sugli strumenti giuridici del Consiglio d’Europa nel campo della protezione del diritto d’autore online, in particolare la Convezione del Consiglio sul cybercrime in vigore in 31 Paesi europei.