Google entra nell’home entertainment. In arrivo entro l’anno dispositivo wireless per la musica in streaming

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Ma c’è chi già parla di flop.

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E’ ufficiale: Google sta per entrare nel mercato dell’home entertainment con un dispositivo per trasmettere musica in streaming in tutta la casa e che sarà venduto col marchio della società che fa il suo ingresso, quindi, anche nel mondo dell’hardware.

La notizia era nell’aria già da tempo, ma è stata confermata dal Wall Street Journal, secondo cui l’uscita del dispositivo è prevista per quest’anno.

La mossa segna un importante cambiamento per Google, che per la prima volta progetterà e venderà un dispositivo col suo nome. Finora, infatti, con Android, la società di Mountain View si era concentrata sullo sviluppo software, lasciando che fossero altre aziende a  inserire il suo sistema operativo nei loro dispositivi.

 

Si inasprisce, inoltre, la concorrenza con Apple, che dei suoi prodotti controlla sia l’hardware che il software.

Le due società competono nel segmento mobile, dove gli smartphone Android lo scorso anno hanno superato la quota di mercato dell’iPhone. La società di Cupertino, certo, non è rimasta a guardare e lo scorso anno ha fatto incursione nella ricerca web con il sistema di riconoscimento vocale Siri.

Google, quindi, ha cercato di sfidare la rivale anche nella vendita di musica, film e eBook direttamente ai consumatori.

 

Riguardo la strategia di immissione nel mercato del dispositivo, non è ancora chiaro quali rivenditori lo venderanno, se la musica proverrà dal servizio di storage di Google e sarà trasmessa in modalità wireless ad altoparlanti progettati dalla società, o ancora se il gadget si adatterà ai dispositivi connessi già presenti nelle case dei consumatori e se in futuro ci sarà la possibilità di guardare anche contenuti video.

 

Certo è che con l’acquisizione di Motorola Mobility, Google si appresta a mettere le mani su uno dei principali produttori di decoder Tv e uno dei maggiori produttori mondiali di cellulari.

 

C’è già, però, chi sostiene che questo dispositivo sarà un flop, mancando a Google le caratteristiche che hanno reso il brand Apple il più popolare e ammirato (leggi: invidiato) nel mondo del’hi-tech.

Matt Rosoff, di Business Insider, sottolinea che “Apple ha rivoluzionato già diverse volte il design, con iMac, iPod, iPhone, Mac Air e iPad”, mentre il miglior progetto di Google è stata la sua homepage originale, “amata per il suo spazio bianco e la semplicità. Google+ ha alcuni elementi carini – Circles è stato progettato dal veterano Apple Andy Hertzfeld, ma i recenti restyling di prodotti come Gmail, Reader e la ricerca hanno provocato più rabbia che gioia”.

Altra differenza sostanziale tra le due aziende: i prodotti Apple sono progettati con il pensiero alla customer experience, prima di tutto, mentre Google è noto per il lancio di prodotti in versione ‘beta’, come Music e Google TV, che vengono poi migliorati gradualmente nel corso del tempo.

“Questo – spiega Rosoff – va bene con i servizi gratuiti, ma non funziona con i prodotti che si sta cercando di vendere per centinaia di dollari”.

 

Anche il servizio clienti potrebbe diventare un problema: Apple, con Genius Bar offre ai clienti un servizio on-demand per qualsiasi esigenza. Google, aggiunge Rosoff, “fornisce a malapena servizio clienti personalizzato ai propri clienti più importanti, ossia gli inserzionisti che costituiscono oltre il 95% della sua attività”.

 

Google dovrà inoltre dimostrare la stessa capacità di Apple nella gestione della catena di forniture – settore in cui Tim Cook sembra irraggiungibile.

 

Certo, le aziende possono anche cambiare. Ma ci vuole tempo e costanza: Microsoft ci ha messo 10 anni e diversi miliardi di dollari per entrare nel business dei videogiochi, ma finalmente la Xbox genera profitti costanti e Microsoft ha superato Sony. Ma Microsoft ha alle spalle una lunga storia nella produzione e vendita di prodotti di consumo come Windows, Office e CD-ROM, e anche tastiere e mouse.

 

Anche Amazon sta diventando una società di hardware, ma solo dopo aver venduto l’hardware attraverso il proprio negozio online per anni e aver accumulato una vasta esperienza nella logistica, la pubblicità, il marketing e il servizio clienti.

 

Google, per la verità, si è già mosso per spostare Android dai dispositivi mobili al salotto di casa, grazie a una serie di accordi con i produttori per incorporare il sistema operativo nei televisori e consentire da questi la navigazione web e la ricerca di contenuti video, tra le altre cose. La tecnologia, adottata da società come Samsung e Sony non ha ancora registrato un gran successo.

 

Secondo recenti stime, il mercato per l’hardware dedicato all’intrattenimento casalingo vale 8 miliardi di dollari l’anno.

L’ingresso di Google – come è stato per il mercato smartphone – potrebbe quanto meno consentire di ampliare le dimensioni del mercato introducendo prodotti a prezzo più basso.