Safer Interned Day: ‘Più connessi. Più sicuri’. Presentata alla Camera l’Agenda strategica per la promozione dei diritti online dei minori

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Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ‘occorre un impegno congiunto per contrastare gli abusi e per perseguire i reati e, al tempo stesso, per promuovere la funzione educativa del mezzo digitale’.

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Safer Internet Day - Camera dei deputati

Si celebra oggi il Safer Internet Day, manifestazione europea nata per sensibilizzare tutti, giovani e adulti, ad un uso più sicuro e consapevole di internet. Slogan scelto per l’iniziativa è stato “Insieme. Piu’ connessi. Piu’ sicuri“. Nonostante, infatti, via sia una forte sensibilità dei genitori rispetto alle problematiche legate all’utilizzo di internet da parte dei figli, restano purtroppo molte zone d’ombra e la comunicazione fra adolescenti e adulti che spesso non funziona come dovrebbe.

 

Il tema è stato dibattuto anche in Italia nelle massime sedi: in occasione del Safer Internet Day 2012, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio si è tenuta, ad esempio, la presentazione della “Agenda strategica per la promozione dei diritti online dei minori”, a cura del Comitato Consultivo del Centro Giovani online, coordinato da Save the children e Adiconsum.

 

L’evento è stato introdotto dal Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, che ha ricordato le parole di Lawrence Lessig: “Internet è libertà. La libertà che cos’è? È accettare che la libertà comprende sia il male che il bene e che la Democrazia serve a  minimizzare il male e ottimizzare il bene. Ma tutto questo deve essere fatto senza  guerre di religioni”.

 

Il presidente della Camera, ha ricordato che per rendere il web un luogo più sicuro per bambini e ragazzi serve “una responsabilità condivisa da parte delle Istituzioni, della scuola, dei genitori, dei media, degli operatori sociali, delle Forze dell’ordine e delle imprese che operano in rete per la tutela dei diritti dei cittadini”.

“Occorre un impegno congiunto – ha aggiunto – per contrastare gli abusi e per perseguire i reati e, al tempo stesso, per promuovere la funzione educativa del mezzo digitale, consentendo ai giovani di usufruire con maggior padronanza delle opportunità che esso offre”.

“Servono politiche di prevenzione affinché Internet continui a essere uno spazio utile e libero in cui i ragazzi possano giocare, apprendere, esprimere la loro creatività, stabilire relazioni con i loro coetanei e condividere conoscenze”, ha concluso il presidente Fini, lasciando la parola al sottosegretario Paolo Peluffo,  che ha posto l’accento sulla scuola e sulla necessità che insegnanti, genitori e figli lavorino insieme per accrescere la conoscenza della rete e dei pericoli in essa insiti.
Peluffo si è quindi impegnato a portare il tema della sicurezza dei minori all’attenzione della cabina di regia sull’agenda digitale, che il ministro dello Sviluppo economico Francesco Profumo avvierà dopodomani.
Il tema fondamentale, ha sottolineato Peluffo, è quello della “formazione comune tra generazioni” per evitare che si allarghi ulteriormente il gap tra genitori e figli; bisogna quindi che “i giovani insegnino ai genitori e genitori e figli insieme siano presenti durante la navigazione Internet”. Insomma, ha concluso, bisogna lavorare su due fronti. Da un lato è necessario “aumentare la partecipazione alla rete” e, dall’altro, “evitare che nascano crimini nella rete che vanno puniti con durezza”.

La scuola deve fare di più soprattutto perché – come ha sottolineato anche Valerio Neri Direttore Generale Save the Children Italia, l’Agenda Digitale prevede una maggiore diffusione di internet nelle scuole. Bisogna pertanto, ha affermato Neri, “tenere ben presente l’impatto sull’infanzia di queste iniziative”.

Una responsabilità che è anche in capo alle aziende, che dovrebbero adeguare gli strumenti a protezione dell’infanzia in concomitanza con lo sviluppo delle nuove tecnologie.

È infatti appurato, ad esempio, che un numero sempre maggiore di ragazzi accede a internet dal telefonino o dall’intimità della propria cameretta e questo permette di aggirare ulteriormente il controllo degli adulti.

Neri ha quindi ricordato che l’Italia non ha ancora adottato la convenzione di Lanzarote, che rende reato l’adescamento online, al pari dell’adescamento per strada. Fini ha risposto che l’adozione è al vaglio del Senato.

 

Nel suo intervento, Franco Bernabè – nel ruolo di presidente della GSMA, come ha sottolineato Gianfranco Fini – ha ribaditol’importanza di tanta sensibilità su un tema così delicato “destinato a rimanere nel tempo e a produrre effetti importanti sulla società”.

“Quando internet è nato – ha affermato Bernabè – nessuno si aspettava questi problemi. Con l’evoluzione della rete, sono emerse le potenzialità sia positive che negative, che impongono un’attenta riflessione. Riflessione che deve farsi carico della spinta libertaria della rete, nata per rompere le barriere e consentire le comunicazioni. La rete è nata per consentire la comunicazione, ma all’inizio era una comunicazione tra computer di università e non era così diffusa”.

Secondo Bernabè, alla fine ha prevalso lo spirito anarchico della rete e oggi ci troviamo in una situazione di fortissima asimmetria tra come la società intende regolare tutta una serie di fenomeni e come invece si regola la rete.

“Basti pensare ai problemi legati alla privacy, alla  cybersicurezza, alla tutela dei minori. Credo che difendere l’autonomia della rete trovi un limite oggettivo nelle libertà individuali, nella protezione dei dati personali, dell’identità e della sicurezza di tutto quello che ognuno di noi mette in rete e che resta indelebile. Tutto viene archiviato, registrato rediffuso”, ha aggiunto sottolineando anche il problema del gap generazionale, che in Italia – dove è bassissimo l’uso della rete tra gli adulti e gli over 60 – è più sentito che altrove.

 

“Il problema – ha aggiunto Bernabè – è che i bambini come si accompagnano a scuola per evitare brutti incontri si dovrebbero accompagnare in rete. Ma i genitori non conoscono la rete. Anzi spesso credono che la rete non serva a niente”.

Le telco, ha affermato in conclusione del suo intervento, stanno facendo molto ma bisogna fare di più sull’educazione degli adulti, sulla scia di quanto fatto da Telecom Italia con le iniziative ‘navigare sicuri’ dedicata alle scuole, ‘Internet Saloon’ e ‘Navigare insieme’ dedicate ai ‘diversamente giovani’.

 

Nel corso dell’incontro alla camera sono stati anche diffusi i dati dell’ultima ricerca condotta da Save The Children Italia, secondo cui è forte l’attenzione di molti genitori (63%) che suggeriscono ai figli come comportarsi online, mentre il 39% dei ragazzi rivela di non tenere conto dei loro consigli quando naviga su internet. Inoltre, il 13% di padri e madri italiani non dialoga per niente con i figli rispetto a ciò che fanno in rete.

 

Il messaggio centrale della Giornata, diffuso in questi giorni attraverso uno spot e con il coinvolgimento diretto di oltre centinaia di scuole in tutta Italia, si concentra quindi sull’importanza della comunicazione e dell’ascolto tra generazioni, tra padri e figli, sulla ricerca di un livello di sicurezza accettabile in termini di tutela della privacy, di riservatezza e difesa dei dati personali. I pericoli del web sono diversi, alcuni relativi solo all’integrità dei dati personali dell’utente, quindi poco sentiti, ma sempre più spesso anche relativi all’incolumità delle persone per la presenza in rete di criminali veri e propri, dediti alle più svariate attività illegali.

 

La gran parte degli adulti intervistati si considera “sicura e capace” di aiutare i propri figli, nel caso in cui questi si imbattano i situazioni spiacevoli in rete, e molti dei genitori dimostrano una discreta fiducia nelle capacità di autodifesa dei ragazzi (70% in Italia). Questa consapevolezza, tuttavia, è in qualche modo condizionata, se si considera che il 54% dei genitori va a controllare comunque ex post i percorsi di navigazione dei propri ragazzi. Un’ampia fetta di questi (l’82% in Italia, percentuale più alta del 10% rispetto alla media europea) ritengono inoltre “altamente improbabile” che i propri figli possano imbattersi in situazioni spiacevoli nei sei mesi successivi all’indagine. Tuttavia, dalla stessa indagine emerge che il 39% dei ragazzi italiani dichiara di ignorare i consigli dei propri genitori talvolta, mentre l’8% li ignora completamente.

 

Vi è dunque un divario sensibile tra i comportamenti effettivi online dei ragazzi e la percezione che ne hanno i genitori. Alcuni dati allarmanti emergono dalla ricerca condotta da Save the Children : 1 ragazzo su 3 invia o riceve messaggi a sfondo sessuale, il 32% dei teen ager dà il suo numero di cellulare a qualcuno conosciuto online, il 27% si dà appuntamento di persona con qualcuno contattato in internet e il 17% ha rapporti intimi con persone contattate via web.

 

I dati registrati dalla ricerca, circa l’impegno dei genitori italiani di essere accanto ai propri figli nell’uso di internet, ma anche la consapevolezza di un 13% di madri e padri che non hanno alcun dialogo con i figli su questo argomento, ci incoraggia nel proseguire le attività che da anni ci vedono impegnati – ha dichiarato Valerio NeriAllo stesso tempo, i genitori non possono essere lasciati da soli a fronteggiare una situazione che presenta forti elementi di rischio. E’ anche per questo motivo che, di intesa con Adiconsum, abbiamo dato vita ad un comitato che riunisce 50 organizzazioni, tra cui istituzioni, società scientifiche, media, e le più importanti industrie ICT e di telefonia mobile“.

 

Adiconsum e Save the Children hanno infatti colto l’occasione della giornata europea del Safer Interner Day per presentare il Comitato Giovani Online, un’alleanza tra 50 associazioni, aziende e istituzioni per garantire un uso più sicuro di internet da parte dei minori. “E’ fondamentale alimentare questa comunicazione e il dialogo dei genitori con i figli su ciò che fanno online – ha commentato Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – cioè stimolare quella che gli esperti chiamano mediazione attiva dell’uso, sicuramente la più efficace a rendere consapevoli i ragazzi sulle potenzialità ma anche i limiti della rete e dei nuovi media ed ad essere attrezzati laddove si imbattessero in situazioni rischiose“.

 

Sono oltre 1.200 le scuole che, su invito del Ministero dell’ Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca, hanno deciso di aderire alla Giornata organizzando iniziative di confronto e di sensibilizzazione con i ragazzi.

 

La ricerca EU Kids Online

 

Il video messaggio del Commissario Neelie Kroes in occasione del Safer Internet Day

 

La ricerca di Save The Children

 

Agenda strategica per la promozione dei diritti online dei minori