Agcom: il 2012 si apre con Net neutrality e reti di nuova generazione

di di Marco Bellezza (Studio Legale Portolano Colella Cavallo ) |

I temi sul terreno richiederanno senz’altro ulteriori e momenti di riflessione ma occorre anche agire e, in questo senso, la palla passa agli operatori, per non perdere ulteriore terreno in un settore strategico per lo sviluppo del sistema Paese.

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AgCom

1.      Il ruolo dell’Agcom per l’innovazione del sistema Italia

 

L’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni nei giorni scorsi ha diffuso due documenti di sicuro interesse per comprendere quali saranno le dinamiche dell’innovazione nel nostro Paese in un prossimo futuro.

Il riferimento è alla pubblicazione delle risultanze della consultazione pubblica avviata nel corso del 2011 sul tema della neutralità della rete ed all’adozione della delibera relativa agli obblighi di accesso alle reti di nuova generazione NGN.

Si tratta di provvedimenti tra loro collegati che, in uno con la segnalazione trasmessa dall’Agcom alle Camere lo scorso 12 gennaio con la quale l’autorità di regolazione ha inteso tracciare le linee di un’agenda digitale per l’Italia, intervengono su temi tanto sensibili quanto ancora poco presenti nella riflessione pubblica nazionale.

L’Agcom ha inteso così dettare l’agenda negli ambiti di propria competenza ponendo all’attenzione degli attori in campo come, anche attraverso lo sviluppo delle reti di nuova generazione e l’implementazione di sistemi volti all’ottimizzazione delle risorse in rete, sia possibile immaginare percorsi di sviluppo fondati sull’innovazione anche nel nostro Paese.

 

 

2.      Net neutrality: scenari

 

Nel primo documento diffuso dall’Agcom il macrotema della net neutrality è declinato tanto nei suoi aspetti, per così dire, commerciali quanto sotto il profilo delle possibili implicazioni sul piano della tutela dei diritti degli utenti della rete derivanti dall’applicazione di strumenti di traffic management.

Il documento si compone di una parte introduttiva che, in chiave di analisi, fornisce un quadro della situazione attuale e dei possibili scenari futuri su un piano tecnologico e commerciale e di una sintesi successiva delle questioni che risultano ancora sul terreno.

Nell’analisi condotta dall’Autorità emerge, in primo luogo, la consapevolezza che l’aumento del traffico in rete e del suo volume complessivo determini la necessità di approntare infrastrutture idonee a sostenere tale crescita.

Il costo per la manutenzione e l’aggiornamento delle reti risulta a carico degli operatori di telecomunicazione i quali, secondo l’Autorità, devono essere posti nella condizione di ricavare valore supplementare al fine di sostenere gli investimenti necessari.

In tale direzione, nell’ottica di in un rinnovato equilibrio nella ripartizione delle risorse tra fornitori di accesso e content provider gli strumenti di traffic management potrebbero rappresentare, quindi, un’opportunità.

La strada da percorrere sembrerebbe essere quella di accordi tra operatori diretti all’introduzione di sistemi di gestione del traffico al fine di veicolare con priorità determinati servizi “premium” forniti dai content provider.

L’introduzione di sistemi di gestione del traffico non costituisce, pertanto, nell’opinione dell’Agcom un fallimento del mercato ma, piuttosto, un’opportunità tanto per i fornitori dei servizi quanto per gli utenti finali.

Le pratiche di traffic management risulterebbero, quindi, finalizzate, in termini generali, ad assicurare un uso più efficiente delle risorse di rete e, sotto altro profilo, possono costituire uno strumento per la differenziazione qualitativa dei servizi offerti agli utenti.

Sempre in chiave di analisi, l’autorità segnala come l’introduzione di sistemi di traffic management potrebbe determinare modifiche sul lato del pricing dei servizi offerti nel senso di consentire lo sviluppo di offerte congiunte dati/servizi; lo sviluppo di tipologie di offerta dei servizi a consumo in aggiunta alle offerte flat che attualmente dominano il mercato, ed, infine, lo sviluppo di offerte dei servizi con garanzie di determinati standard di servizio indipendentemente dall’ISP utilizzato dall’utente.

Così descritto lo scenario con il quale nel prossimo futuro ci si dovrà confrontare, sul piano regolatorio e non solo, l’Autorità, in chiave di sintesi, individua tre tematiche centrali strettamente connesse alla net neutrality.

 

 

2.1    Net neutrality e protezione dei consumatori

 

Non sfugge, infatti, al regolatore come l’applicazione di sistemi di gestione del traffico più o meno pervasivi, come peraltro confermato dai diversi contributi pervenuti nel corso della consultazione, potrebbe comportare l’insorgere di criticità sul terreno della tutela dei consumatori interessati, del mantenimento dell’assetto concorrenziale del mercato e, soprattutto, sul piano dei diritti fondamentali degli utenti della rete internet.

Sotto il primo profilo considerato la strada da seguire sembra essere quella di assicurare la massima trasparenza possibile nell’implementazione di tale strumenti in modo da consentire ai consumatori interessati l’effettuazione di una scelta di consumo pienamente consapevole ed informata.

In proposito, dal documento in analisi emerge come l’Autorità consideri le vigenti disposizioni in materia di trasparenza delle condizioni del servizio e di garanzia dei livelli minimi dello stesso sufficienti ad assicurare un’adeguata protezione dei consumatori.

In ogni caso, nell’ottica di assicurare la trasparenza necessaria l’Autorità intravede i margini di un proprio intervento regolatorio sul piano delle concrete modalità di comunicazione all’utente finale delle pratiche di gestione del traffico ed in particolare: (i) sul grado di dettaglio delle informazioni necessarie (ii) sulla frequenza temporale delle comunicazioni (iii) sui possibili destinatari di tali comunicazioni (gruppi di utenti o personalizzate).

 

 

2.2    Net neutralità e concorrenza

 

Passando ai profili concorrenziali implicati dall’adozione di strumenti di traffic management l’Autorità, in sintonia con quanto sostenuto dagli intervenuti alla consultazione pubblica, rileva come la presenza di operatori detentori di significative quote di mercato, tanto sul versante ISP quanto su quello dei Content provider, insieme alla possibile instaurazione di forme più o meno intense di integrazione tra tali soggetti, potrebbe determinare delle criticità sul piano dell’assetto concorrenziale del mercato.

Sul tema dopo un’ampia analisi dei contributi pervenuti l’Autorità non ravvisa, allo stato attuale, i margini di un proprio intervento regolatorio.

Atteggiamento dell’Autorità probabilmente determinato dalla necessità di verificare, in concreto, quali saranno le dinamiche di mercato che caratterizzeranno il rapporto tra ISP e Content provider.

 

 

2.3    Net neutrality e Net freedom

 

Venendo al terzo profilo di interesse affrontato dall’Autorità ed oggetto della consultazione pubblica si può constatare come l’Agcom abbia presente il tema del rapporto tra net neutrality e net freedom, ovvero delle possibili ripercussioni sul piano della tutela dei diritti fondamentali degli utenti della rete derivanti dallo sviluppo di sistemi di gestione del traffico.

In questo senso nel documento si dà conto delle diverse implicazioni sul piano della libertà d’informazione, della garanzia di accesso alla rete, della riservatezza degli utenti, della tutela dei diritti di proprietà intellettuale e della tutela dei minori.

In proposito è significativo come l’Autorità, da un lato, riaffermi il proprio ruolo guida nella salvaguardia dei valori richiamati e, sotto altro profilo, non ravvisi, allo stato attuale, la necessità di un intervento regolatorio né legislativo sul tema ma sottolinei come siano necessari ulteriori approfondimenti e momenti di riflessione.

Riflessione già da tempo avviata a livello internazionale e comunitario e che, come autorevolmente auspicato dall’Agcom, anche sul versante nazionale non potrà che trovare ulteriori momenti di confronto in un prossimo futuro.

 

 

3.      Agcom e sviluppo delle reti di nuova generazione

 

Strettamente collegato al tema della net neutrality è lo sviluppo delle reti di nuova generazione NGN oggetto della prima delibera approvata nel 2012, segnatamente la 1/12/Cons.

Il tema dello sviluppo delle reti NGN, peraltro obiettivo specifico del piano Europa 2020, è all’ordine del giorno dell’Autorità che sta iniziando ad approntare gli strumenti regolamentari per determinare lo sviluppo di tali reti.

In questo senso, la delibera, in attuazione delle previsioni del Codice delle comunicazioni elettroniche, ha specificato con riferimento alle reti NGN l’obbligo imposto a Telecom Italia di garantire l’accesso alle reti ad altri operatori a tariffe approvate dall’Autorità; e, sotto altro e concorrente profilo ha dettato le regole tecniche affinché ciò avvenga con l’adozione, peraltro, di alcune iniziative volte a favorire lo sviluppo di tali reti.

Nella delibera appaiono di particolare interesse le forme di incentivo agli investimenti nelle reti NGN che, almeno nelle intenzioni del regolatore, dovranno giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo delle infrastrutture di rete.

Tra queste si segnalano la previsione di meccanismi di programmazione degli ordinativi da parte degli operatori concorrenti che dovrebbero consentite all’incumbent di effettuare investimenti con ritorni programmati e la previsione della possibilità di forme di co-investimento tra operatori.

In questo quadro è, certamente, da accogliere con favore l’iniziativa dell’Autorità che è il primo passo di un cammino regolatorio che vedrà impegnata l’Autorità in particolare nella definizione delle modalità operative sulla base delle quali saranno definiti i prezzi per gli operatori.

Su quest’ultimo punto centrale per lo sviluppo delle reti c’è da attendere e verificare se gli operatori raccoglieranno, per così dire, la sfida lanciata dall’Autorità che come sostenuto dallo stesso presidente Calabrò nella sua recente audizione presso la commissione trasporti della Camera, ha inteso fornire una prima regolamentazione per le reti NGN che, allo stato attuale, sono solo in fase progettuale.

 

 

4.      Conclusioni

 

Con i suoi recenti interventi l’Agcom ha inteso confermare il proprio ruolo di regolatore attento all’analisi e, per quanto di propria competenza, all’attuazione delle dinamiche di sviluppo della rete nel nostro Paese.

I temi sul terreno per la loro estrema delicatezza richiederanno senz’altro ulteriori e più intensi momenti di riflessione ma occorre anche agire e, in questo senso, la palla passa agli operatori, per non perdere ulteriore terreno in un settore strategico per lo sviluppo del sistema Paese.