Pirateria: nuove accuse a Google da parte delle major. Tra i risultati di ricerca troppi siti di file-sharing illegale

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In un documento riservato, presentato al Ministro britannico della Cultura, le associazioni chiedono ai motori di ricerca maggiore impegno nella lotta alla pirateria.

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Nuove accuse a Google e ad altri motori di ricerca di indirizzare gli utenti verso siti pirata di musica. Questa volta la denuncia arriva da un gruppo di lobby che fa capo alle major discografiche. In un documento strettamente riservato si sottolinea come i motori di ricerca rendano ‘sempre più difficile’ trovare online offerte legali di musica e film e si invita il governo a istituire urgentemente un ‘organismo volontario’ per la rimozione dei siti ‘canaglia’ dai risultati di ricerca.

La proposta, di cui la stampa ha avuto notizia solo adesso, risale allo scorso novembre ed è stata presentata al Ministro britannico della Cultura, Ed Vaizey, nell’ambito delle consultazioni sul downloading illegale tenute con gli aventi diritto, i motori di ricerca e il governo.

 

Le nove pagine del documento sono state presentate per conto della British Phonographic Industry (BPI), Motion Picture Association (MPA), la Premier League, la Publishers Association e la Pact, che rappresenta i produttori indipendenti di film e programmi Tv.

Gli aventi diritto restano comunque ‘ottimisti’ riguardo ai futuri rapporti con le società di eSearch per introdurre più siti legali nelle query, anche alla luce del nuovo servizio di musica lanciato da Google.

Nel corso dello scorso anno, la compagnia di Mountain View ha intensificato i propri sforzi per rimuovere i contenuti pirata dalle ricerche, ricorrendo a vari strumenti come la rimozione su segnalazione o l’uso di appositi filtri (Leggi Articolo Key4biz).

Tuttavia, nel documento gli aventi diritto sostengono che “col passare del tempo la situazione sta peggiorando invece che migliorare”.

“I consumatori usano i motori di ricerca per trovare e accedere a contenuti di entertainment che giocano un ruolo vitale per l’economia digitale del Regno Unito. Al momento però le ricerche di contenuti legali indirizzano verso siti e servizi illegali”.

 

Le associazioni chiedono quindi a Google di rivedere le keyword di ricerca e “monitorare efficacemente” le app mobili per smartphone Android per contribuire alla lotta al file-sharing illegale.

 

Tra le richieste quella di mettere tra gli ultimi risultati di ricerca quelli riguardanti siti che offrono contenuti pirata, dando invece priorità a servizi legali per il downloading di musica e film; eliminare dall’indicizzazione quei siti oggetto di ordinanze da autorità giudiziarie; migliorare il sistema di ‘notice e takedown’.