2011: il cinema perde, ma in Italia no. Riccardo Tozzi (Anica): ‘Aumentare l’offerta e la qualità dei nostri film’

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Anec, Anem, Cinetel e Anica presentano i dati su incassi e presenze: le produzioni nazionali raggiungono la quota soddisfacente del 37,5%.

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Più film prodotti, ma meno incassi e meno presenze. Sono questi i dati che emergono mettendo in relazione l’anno 2011 con quello precedente. In compenso, tuttavia, il cinema italiano non si piazza male. Anzi.

Ma andiamo con ordine. Oggi alla Casa del Cinema a Villa Borghese, a Roma, sono stati presentati i dati Cinetel, alla conferenza stampa promossa da Anec, Anem, Cinetel e Anica. A illustrarli nel dettaglio il presidente di Cinetel Richard Borg.

 

Per il mercato, il 2011 è stato un anno problematico: -10% gli incassi (661.548.824 contro i 735.283.842 del 2010) e -7,92% delle presenze (esattamente 101.323.854 contro 110.043.562). Va ancora peggio il periodo delle feste (-14,69%) in cui i cinepanettoni mostrano il fianco (Leggi Articolo Key4biz).

In compenso il cinema italiano è dinamico e, secondo Riccardo Tozzi, presidente di Anica, associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisivi e multimediali, registra un dato “stellare“: nel nostro paese 38 milioni dei poco più di 100 milioni di biglietti venduti, sono stati staccati per film italiani, per una quota del 37,5 per cento. Un risultato straordinario, commentano gli addetti ai lavori del comparto cinema.

Un risultato impensabile fino a qualche anno fa, quando ci si avvicinava a quote intorno al 10 per cento. Se è vero che il pubblico si è riavvicinato alle opere italiane, è anche vero che, tra i primi 15 film italiani in classifica, solo due sono film d’autore, quelli di Sorrentino e Moretti,e tutti gli altri sono commedie. Il rischio, se non si diversifica, ha commentato Tozzi, è quello della commedia come monoprodotto, per quanto essa sia apprezzata anche all’estero.

 

Secondo Tozzi, il cinema italiano, quindi, “è una componente dinamica del mercato: se c’è un’offerta forte di cinema italiano, cresce il volume di incassi. Poi, se l’offerta sparisce , come accade nel lungo periodo estivo che da noi va da aprile ad ottobre, allora gli incassi scendono visibilmente“. Tutto ciò, ha continuato Tozzi, “mi fa pensare che esista una forte domanda di cinema nel nostro Paese ma andrebbe offerto più cinema italiano, più costantemente e in tutte le sale dei centri urbani“. Si tratta di un bel risultato, basta fare un raffronto con le produzioni nazionali nel resto d’Europa, dove la quota di mercato nazionale di film spagnoli, tedeschi e inglesi, si attesta intorno al 10 per cento.

 

Ma occorre fare molto di più. Per Lionello Cerri, presidente di Anec, vanno valorizzate maggiormente le sale, come centri di aggregazione sociale, e vanno studiate formule alternative di finanziamento, con l’abbinamento a una lotteria nazionale, per esempio. Le risorse devono venire dai privati e dal pubblico, e per pubblico non si deve intendere solo lo Stato.

Concorda anche Carlo Bernaschi, presidente di Anem, secondo il quale va sfruttato il momento di entusiasmo e di unità che si respira tra le varie associazioni cinematografiche. “Le ultime campagne nazionali – ha inoltre ricordato – come quella del mercoledì al cinema o dei pomeriggi al cinema, risalgono ormai al 1998“.

 

Infine, guardiamo ai titoli che hanno riscosso i maggiori incassi nelle sale italiane nel corso del 2011. Sul podio, vincitore assoluto, con gran distacco dal secondo, “Che bella giornata” (Medusa) con Checco Zalone, seguito da “Harry Potter” (Warner Bros), “Immaturi” (Medusa), “Qualunquemente” della O1 Distribution. Ed ancora, al quinto posto della top 300 targata 2011, “Breaking dawn” (Eagle picture), i “Pirati dei Caraibi” (Walt Disney), “Sherlock Holmes” (Warner Bros), “Femmine contro maschi” di Medusa, “Kung Fu Panda2” (Universal). Chiudono le prime 11 posizioni, “Fast and Furious 5” (Universal) e “I soliti idioti”, Medusa. Tra le produzioni italiane del 2011, ben 6 titoli nei primi 15 con più incassi, e ben 22 titoli sopra i 3 milioni.