Rai. Uno Studio della Slc Cgil sui bilanci 2007-2010: la mancata valorizzazione del prodotto

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’articolo di presentazione dello Studio della Slc Cgil sui bilanci del gruppo Rai, aggiornato dal 2007 al 2010. A piè di pagina le Slides.

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Per elaborare un documento su Sipra intendiamo partire proprio dallo studio, questo perché riteniamo alcuni dati fondamentali per capire quale è la reale situazione economica del Gruppo Rai e nello specifico di Sipra.

Senza dilungarci troppo, è possibile reperire lo studio completo sul nostro sito: o sul blog dedicato alla Rai, disponibile anche la tabella che, con il dato della pubblicità ed il gap espresso dall’andamento di mercato, ci interessa evidenziare per poter avviare delle valutazioni su Sipra.

 

 Due diverse motivazioni per un tale disastroso risultato: 

 

  • La situazione politica. L’evidente conflitto di interessi del Presidente del Consiglio, le sue valutazioni espresse pubblicamente sulla pubblicità e sul fatto che non era opportuno, per gli imprenditori, acquistare spazi da coloro che contrastavano la linea politica del Governo (vedi alcuni programmi della Rai).
  • Le scelte di palinsesto della Rai e le capacità promozionali della Sipra.

 

Sul primo tema c’è poco da dire, e visto anche il cambiamento di quadro politico la condizione dovrebbe, anche se lentamente, modificarsi. Il secondo tema, invece, diventa fondamentale nella situazione presente e futura del Gruppo Rai.

È chiaro, infatti,  che mentre il canone cresce, anche se non in maniera determinante per mantenere in equilibrio i conti aziendali, la pubblicità insieme alle operazioni commerciali crollano, e a nulla è servito il miglioramento dei modelli produttivi, né i risparmi prodotti in maniera lineare (riduzione degli investimenti, blocco del costo del lavoro), né l’andamento positivo dei nuovi canali specializzati, tutti elementi di cui l’analisi dei bilanci è precisa testimone.

Slc Cgil è fortemente preoccupata per la situazione pubblicitaria. Il calo delle entrate dal 2007 sino al previsionale per il 2011 si attestano intorno ai 280.000.000 di euro, queste, accompagnate dalla enorme distanza dal resto del mercato, espressa chiaramente nell’Abstract,  evidenziano che il modello Rai non funziona.

 

A questo, oltretutto, va aggiunto che nel corso del 2011 si sono “persi” prodotti televisivi, fondamentali per attrarre la pubblicità e tentare di recuperare sul mercato, effetto che si potrà leggere con piu nettezza sul bilancio 2011 e ancora di più su quello 2012.

Si è ben consapevoli che i lavoratori, sia Rai che Sipra, stanno facendo il possibile nonostante le difficili condizioni di lavoro, a dimostrarlo anche una generalizzata tenuta degli ascolti, per evitare il collasso, ma evidentemente senza una scelta forte dei vertici aziendali e della politica non riesce ad essere elemento determinante.

 

Nel corso dell’ultimo anno, in Sipra, si è lavorato in vigenza di un accordo sindacale che avrebbe dovuto migliorare la capacità produttiva, inoltre, i vertici aziendali hanno scelto di realizzare nuovi modelli organizzativi, con la costituzione di nuove aree, questo a loro opinione: “Per meglio seguire l’evoluzione del mercato“, tutti elementi che non trovano, purtroppo, riscontri oggettivi.

 

A questo va aggiunto che mancano all’appello dei conti un rinnovo contrattuale, scaduto ormai da 1 anno, e con esso una serie di modifiche che vanno realizzate sia di inquadramento che nelle modalità assunzionali (apprendistato).

In questo quadro pesante per l’intero Gruppo, nel corso del Coordinamento Sipra Slc Cgil, che si è svolto il 2 dicembre, si è deciso di evidenziare alcune criticità:

 

1) La divisionalizzazione dei settori di vendita ha prodotto degli effetti inaspettati e negativi.

Invece di migliorare l’integrazione delle piattaforme per l’acquisizione di pubblicità ha prodotto una competizione per aree sui medesimi clienti, e solo parzialmente, ha consentito il reperimento di nuovi clienti, quasi sempre di piccola entità. Questa impostazione ha permesso un’azione di sottrazione tra reparti, con uno spostamento della clientela anche pregiata verso i canali tematici o il Web, con entrate ridimensionate proprio nell’area di vendita generalista (che chiaramente è ancora oggi, per la sua appetibilità e diffusione, maggiormente remunerativa). Questo si è potuto realizzare in uno stato di  assenza di coordinamento tra reparti, condizione che, se fosse realizzata, dovrebbe favorire la vendita di pacchetti complessivi: reti generaliste, radio, canali tematici, web, cinema.

2) Si ravvisa un preoccupante calo dell’assegnazione degli spazi per le telepromozioni, clientela ricca che vive, a nostro avviso, il problema del palinsesto Rai sempre meno appetibile.

3) L’intangibilità dei ritorni pubblicitari nei cinema, settore che costituisce un forte impegno ma che realizza ricavi relativi.

4) La condizione difficile di molti venditori in Partita Iva. I compensi, in linea con i tagli di Gruppo, sono stati ridimensionati, questo unito ad una rigidità di sistema nel reperimento di clienti o nuovi clienti,  sta producendo una notevole perdita, soprattutto, nell’ultimo periodo di risorse valide che stanno andando verso i competitor.

5) Il numero delle consulenze esterne, con una mancanza di chiarezza sui numeri, le funzioni ed i compensi, sta pesando sui conti aziendali in misura evidente ma formalmente sconosciuta alle OO.SS.

6) Un problema sui percorsi formativi, a nostro avviso non in linea con le esigenze del mercato e della sua evoluzione.

 

Sono questi alcuni dei temi che andrebbero affrontati nel breve periodo, per questo Slc Cgil si dice disponibile a ragionare, nell’ambito del rinnovo contrattuale di modelli organizzativi e gestionali, di figure professionali e modalità assunzionali. Nessuno può non vedere le grandi difficoltà di mercato, la preoccupazione delle OO.SS. è che si tenda a livello di Gruppo a mettere in campo iniziative di facciata, evitando di affrontare quei temi di risparmio, di riduzione degli sprechi, di valorizzazione delle risorse interne che potrebbero consentire la ripresa.

Inutile dire che i destini di Rai e Sipra, al di là del diverso contratto, sono legati.

Per questo, così come si sta facendo in Rai, in maniera unitaria, ci sentiamo di chiedere all’azienda Sipra di aprire la discussione sul rinnovo contrattuale, ed in quell’ambito ragionare dei modelli gestionali e produttivi, fermando provvedimenti gestionali e ad personam che, soprattutto in una fase delicata com’è quella attuale, rischia di svilire ogni iniziativa di risparmio e rilancio dell’azienda.

 

Dalle assemblee, dal rapporto con i lavoratori, si evince una difficoltà ma anche la volontà di impegnarsi per riportare la situazione in attivo.

Il risanamento non può passare attraverso operazioni una tantum, né attraverso il blocco del Contratto Nazionale.

 

Nei prossimi giorni si svolgerà un incontro di segreteria unitaria per valutare le iniziative da intraprendere su Sipra, da parte nostra lavoreremo per trovare una sintesi condivisa e impegnare l’azienda in un rilancio e nel rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro.

 

 

Per maggiori approfondimenti consulta le slides:

 

Analisi economico-finanziaria 2007-2010

I flussi di cassa dalle attività di investimento