Smartphone: il caso Carrier IQ riaccende la polemica sull’uso illecito di software ‘spioni’

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Negli Usa, un programma istallato di nascosto registra tutto quello che viene digitato sui dispositivi e lo rimanda ai gestori. Possibile class action per violazione della legge sulle intercettazioni.

Stati Uniti


CarrierIQ

Un ricercatore specializzato in sicurezza ha fornito la prova lampante che i nostri telefonini ci spiano. Trevor Eckhart, questo è il suo nome, ha postato un video su YouTube che dimostra come un software – noto come Carrier IQ – registra ogni messaggio, ricerca e numero di telefono digitato su diversi modelli smartphone – inclusi HTC, BlackBerry, Nokia e, a quanto pare, anche iPhone – e li riporta al gestore telefonico. Il problema sarebbe al momento relegato agli Stati Uniti: il software non sarebbe utilizzato dagli operatori europei.

 

L’applicazione, che sugli smartphone HTC (quello mostrato da Eckhart) è indicata come “HTC IQ Agent” registra anche le Url dei siti cifrati, quelli che iniziano con HTTPS ed è sempre attiva quando il sistema operativo è in esecuzione. Gli utenti, insomma, non possono bloccarla.

“Perché è così difficile rimuovere completamente il software?”, si chiede Eckhart alla fine del video.

In un post sul suo sito, il ricercatore – che ha anche ricevuto una diffida dalla società CarrierIQ, che poi si è comunque scusata con una lettera  – ha definito il software un ‘rootkit’, ossia un programma che viene eseguito in background senza che l’utente possa venirne a conoscenza.

 

CarrierIQ ha affermato che il software è inserito in più di 140 milioni di smartphone di ogni marca ed è uno strumento che consente agli operatori di creare statistiche sull’uso dei telefoni.

Per Eckhart – molto conosciuto nella comunità Android – si tratta invece di un vero e proprio sistema di spionaggio e anche la Electronic Frontier Foundation ha parlato di “grave violazione della privacy” visto che i possessori degli smartphone non sono a conoscenza dell’esistenza del software nei loro dispositivi.

 

L’esistenza di questo software, ha affermato Paul Ohm – ex pubblico ministero e docente di diritto presso la Colorado Law School – non è solo “raccapricciante”, ma anche fuori legge e potrebbe dare vita a una class action per violazione della legge federale sulle intercettazioni.

 

“Se il software CarrierIQ è installaro segretamente ed è in grado di registrare i messaggi e le informazioni di navigazione, si tratta molto probabilmente di intercettazioni federali e questo potrebbe dare alle persone intercettate il diritto di citare in giudizio di ottenere un notevole risarcimento”, ha concluso Ohm.