Cybercrime: 6 estoni e 1 russo a capo di una truffa da 14 milioni di dollari. Gli USA chiedono l’estradizione dei colpevoli

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Secondo l’FBI, sarebbero 4 milioni i pc infettati grazie ai quali gli hacker hanno intascato illecitamente denaro reindirizzando gli utenti verso pagine web di pubblicità.

Stati Uniti


Cyber attack

Sei estoni e un russo sono stati accusati a New York d’aver infettato 4 milioni di computer in tutto il mondo, nell’ambito di una truffa pubblicitaria da 14 milioni di dollari.

Ci sono voluti due anni per scovare i responsabili di  questa frode perpetrata dal 2007 all’ottobre scorso.

L’FBI, che ha seguito le indagini dell’operazione ‘Ghost Click‘, ha spiegato che gli utenti dei computer infettati venivano automaticamente reindirizzati verso altre pagine web mentre cercavano di accedere a siti come iTunes o Netflix.

 

Gli Stati Uniti chiederanno l’estradizione dei responsabili Vladimir Tsastsin, 31 anni, Timur Gerassimenko, 31 anni, Dmitri Jegorov, 33 anni, Valeri Aleksejev, 31 anni, Konstantin Poltev, 28 anni e Anton Ivanov, 26 anni, che sono stati arrestati ieri in Estonia.

Il russo Andrey Taame, 31 anni, è ancora ricercato.

 

Secondo l’atto di accusa, i cui termini sono stati resi pubblici dal tribunale federale di New York, i sette uomini avevano montato “un’operazione massiccia e sofisticata che ha infettato almeno 4 milioni di computer in oltre 100 Paesi”.

Quasi 500 mila di questi computer si trovano negli Stati Uniti e almeno 10 appartengono alla NASA.

 

Attraverso un malware gli ignari utenti quando effettuavano una ricerca online venivano reindirizzati verso altri siti o vedevano apparire messaggi pubblicitari che però generavano entrate per i criminali e non per gli editori legittimi.

Se qualcuno, per esempio, cercava di accedere al sito americano delle imposte, si ritrovava automaticamente su una pagina web che offriva un servizio per la compilazione della dichiarazione dei redditi.

 

Secondo l’FBI, questi criminali informatici hanno intascato almeno 14 milioni di dollari di commissioni grazie a queste spese pubblicitarie che venivano pagate inconsapevolmente da compagnie convinte che le loro ads apparissero sui siti legittimi.