Cinema: se i social media cambiano anche Hollywood e i suoi modelli di business

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Intervista ad Alberto Contri, Presidente di Lombardia Film Commission, sull’ultimo numero di Oltre la Siepe che indaga il rapporto tra cinema e web

Italia


Alberto Contri

Cercare lavoro, cercare partner, cercare amici, aprire gruppi di discussione, condividere filmati, immagini, contenuti, idee… Sono tutte azioni che sono state modificate, in maniera dirompente, dalla forza dei Social Media.
Cosa succede, invece, quando i social network si intrecciano con l’immaginario visivo che prima era prerogativa esclusiva degli studios cinematografici? Come i social media stanno cambiando Hollywood e i suoi modelli di business?

Ruota tutta intorno a questa domanda la nuova edizione (numero nove) di Oltre la Siepe, l’e-magazine mensile di Lombardia Film Commission sull’innovazione audiovisiva. In ogni numero, Andrea Materia si occupa di coordinare l’approfondimento delle ultime tendenze nell’online video, tecnologie, nuovi device, nonché di capire come cambia la produzione e la distribuzione di contenuti digitali.

In occasione dell’uscita dell’edizione nove di Oltre la Siepe, abbiamo incontrato Alberto Contri, presidente di Lombardia Film Commission e fondatore dell’e-magazine.

Ricordiamo che Lombardia Film Commission (www.filmcomlombardia.it) è una Fondazione non-profit creata per promuovere sul territorio lombardo la realizzazione di film, fiction TV, spot pubblicitari, documentari ed ogni altra forma di produzione audiovisiva. I nostri soci fondatori sono Regione Lombardia, Comune di Milano, Fondazione Cariplo, Unioncamere Lombardia e Fondazione Fiera Milano.

Key4biz. Presidente Contri, finiti i fasti di Venezia, è opportuno guardare a cosa succede realmente nel mondo del cinema. Qual è il dato più significativo, a suo avviso?

Contri. Il mondo dell’audiovisivo sta vivendo momenti di grandissimi mutamenti. È già passato un anno da quando il record di incassi dopo una settimana dall’uscita non è stato appannaggio di un film, ma di un videogame su una saga bellica. Tanto per capirci, per fare lo stesso risultato…Avatar ci ha messo il doppio del tempo!

Key4biz. C’è un dato anagrafico imponente, quindi?

Contri. Sì, guardiamo all’inarrestabile innal­zarsi dell’età media dei teleutenti in tutto il mondo. Se prendiamo in considerazione l’ecosistema mediatico, è in corso una vera e propria rivoluzione dei consumi. Un ‘sovvertimento’ che mette a serio rischio la tradizionale centralità del cinema. Se le major vogliono sopravvivere all’era digitale, devono sbrogliare prima possibile il nodo, affrontare i rapidi mutamenti demografici. Prendiamo la televisione: venti anni fa l’età media del telespettatore americano oscillava tra i 29 anni di Fox e i 42-25 di NBC e CBS. Oggi si parte da un minimo di 44 anni su Fox per salire fino ai 55 di CBS.

Key4biz. E cosa succede in Italia?

Contri. Non c’è da star allegri: quattro dei sei canali generalisti RAI e Mediaset sono invecchiati di 10 anni in un decennio: da una media di circa 50 a oltre 60 anni per utente. Il canale “giovane” del servizio pubblico, RAI 2, si rivolge a un pubblico sui 52 anni.

Key4biz. Oltre la Siepe è una newsletter mensile che ogni scatta una ‘fotografia’ di quanto si muove sul web nel campo dell’audiovisivo. In questa edizione vi occupate, più specificatamente, del rapporto cinema-social media. Quali punti fermi sono stati delineati?

Contri. Intanto il marketing non convenzionale galoppa, cavalcando le continue e quotidiane tra­sformazioni di Facebook, Twitter, YouTube, GetGlue, Vimeo. Basti pensare a come ha scelto di lanciare il suo ultimo disco in anteprima l’icona pop Lady Gaga, rivolgendosi alla community da 35milioni di utenti di FarmVille e affittando una fattoria su misura, popolata di unicorni e creature magiche…

Key4biz. Cosa accade sui social media in merito al cinema?

Contri. Per quanto riguarda cinema e fiction, i social network stanno diventando a un tempo un perenne cartellone festivaliero e un luogo di fruizione parte­cipata e interattiva.

Key4biz. Per fare un esempio?

Contri. Beh, per esempio mentre esplode l’interesse per “A life in a day”, il progetto di Ridley Scott che ha spinto l’acceleratore sul meccanismo dei contenuti generati dagli utenti, altri progetti creati per il web approdano al grande cinema, invertendo un processo che sem­brava consolidato.

Key4biz. Nel numero parlerete anche di ‘crowfunding’. Che cos’è?

Contri. Stiamo passando dal crowsourcing al crowfunding. Un esempio? La piattaforma VODO, lanciata da Channel Four, che sta ora conquistando l’Europa. Si tratta di una piattaforma di file-sharing dove chi scarica i contenuti può dimostrare la propria approvazione versando pochi dollari per ogni download. In sostanza, l’idea è quella di trasformare gli spettatori in sponsor, e ripartire gli introiti di queste sponsorizzazioni spontanee con gli autori (che ricevono fino al 75%).

Key4biz. Altri dati significativi vengono dalle stime sulla penetrazione delle televisioni connesse. Internet ha dipinto un decennio di streaming dovunque, con un crollo inevitabile dell’home video. Cosa succederà?

Contri. Quelle che prima erano “collinding industries” si uniscono in insolite alleanze: Google+Universal+Sony+Warner, Facebook+Warner…mentre i colossi che sono rimasti a guardare , come Fox, Disney, Paramount si stanno accorgendo di un fatto importante: la questione non è più se abbracciare o meno la filosofia del social cinema, ma quando farlo e come farlo.

Key4biz. Siamo a una svolta per il mondo del cinema?

Contri. Sì, senza dubbio. Ed è una svolta assai importante, capace di segnare in maniera significativa la sua storia. Ecco perché abbiamo dedicato un intero numero di Oltre la Siepe a questo argomento. Il “breakthrough”, è ormai evidente, sta prendendo forma sotto i nostri occhi…

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