Cinema: il Ministro Romani lancia tavolo nazionale per esportare all’estero le eccellenze italiane

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Per Riccardo Tozzi (Anica), comparto italiano bene ma mercato in crisi.

Italia


Paolo Romani

Un tavolo nazionale per l’industria cinematografica e dell’audiovisivo, fondato sulla collaborazione tra produttori, autori e aperto a tutti gli interlocutori anche finanziari affinché si possano costruire delle eccellenze nel settore ed esportarle all’estero.

E’ l’iniziativa lanciata da Ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, al convegno “Banche e cinema 2011″ promosso dal Ministero in occasione della Mostra di Venezia, al quale erano presenti insieme all’Anica, Abi, Bnl, Popolare di Vicenza, Mediocredito Italiano, Unipol, Unicredit.

“Il cinema è un settore in crescita – ha sottolineato Romani che ha fornito le cifre del settore – in controtendenza rispetto ad altri settori”.

Nel 2010, ha indicato il Ministro, sono stati prodotti 141 film in Italia, quindi siamo secondi in Europa dopo la Francia con un aumento del 18% delle produzioni al cento per cento nazionali. Ci sono stati investimenti di 424 milioni di euro nel settore cinematografico ma tutta la filiera vale 2 miliardi di euro al 2009, e c’è stato nel 2010 un incremento di 11 milioni di presenze di spettatori totali rispetto al 2009 per far toccare a tutti coloro che sono andati a vedere un film in Italia di 110 milioni di persone.

Le potenzialità del cinema, ha aggiunto, sono aumentate dal “cosiddetto decadimento della televisione generalista che non riesce più a riprendere le eccellenze italiane e a far vedere quanto sia bello questo paese e come sia importante farlo conoscere all’estero”.

Per Romani, “Il cinema ha dentro di sé delle potenzialità incredibili di produrre delle opere, dei prodotti che riprendano le straordinarie eccellenze di questo paese e che lo facciano conoscere in tutto il mondo. Un esempio che vale per tutti – ha concluso – è stata ‘La Passione’ di Mel Gibson, girato a Matera, che ha portato alla città un incremento del 143% del turismo”.

Secondo Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica, che ha tracciato un quadro a luci e ombre parlando del cinema italiano, è il mercato complessivo che non tiene.

“Il cinema italiano cresce – ha spiegato Tozzi – ma il mercato cinematografico non decolla, anzi segna flessioni. Per quanto riguarda l’Italia abbiamo raggiunto forse il miglior risultato possibile leggendo i dati del primo semestre 2011. Questo ci fa recuperare anche la nostra immagine all’estero”.

Tozzi ha poi indicato quelli che sono i fattori interni che possono mettere in crisi questa tendenza positiva. Tra questi: “Il passaggio epocale dalla televisione generalista a Internet, dall’analogico al digitale terrestre. Inoltre in 7-8 anni il cinema italiano – ha aggiunto il presidente di Anica – si è autoprivatizzato e la percentuale di finanziamento pubblico è scesa al 12%, un processo accelerato che ha avuto un effetto choc, e che mette a rischio un’intera area di produzione. Sarà necessario passare da un investimento 1 a 1 all’investimento verso pacchetti di progetti”.

Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi, ha commentato che “E’ necessario far ripartire la crescita e sfruttare le aree di eccellenza dell’Italia come il cinema. E’ positivo l’avvio – ha concluso – di un colloquio tra banche e industria cinematografica per esportare il cinema come veicolo di promozione dell’Italia”.