Il caso

Al di là del ‘tax credit’, gli incomprensibili ritardi della Direzione Cinema Audiovisivo del MIC nell’emanazione di decreti tanto attesi

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I bandi per le attività di “promozione” cine-audiovisiva escono mediamente 4 mesi dall’inizio dell’anno corrente! E tra la pubblicazione dei bandi ed i risultati passano mediamente altri 4 mesi…

In questi giorni, il settore cinematografico e audiovisivo italiano registra una strana dinamica, in un pesante “mix” di attesa e preoccupazione…

Se è vero che la riforma della “Legge Franceschini” è attesa ormai da un anno, è altrettanto vero che non si comprendono le ragioni dei tanti, diversi, vari e variegati ritardi che riguardano tutta la “macchina” dell’intervento dello Stato a sostegno del settore.

Come è noto, il tanto atteso “piano di riparto” del 696 milioni di euro del Fondo Cinema e Audiovisivo per l’anno 2024 è stato finalmente pubblicato l’11 maggio 2024 (sul sito web del Ministero, tre giorni dopo sul sito web della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, il 14), sebbene rechi la firma di Gennaro Sangiuliano in data 12 aprile 2024…

Da quella data, 12 aprile 2024 (che può essere considerata la “data certa” di cognizione delle “risorse certe”), poteva scattare “il via” ad una serie di decreti che sono attesi da molti mesi, su più questioni: il più importante è senza dubbio il decreto che determina il nuovo funzionamento dello strumento del “Tax Credit”, che, per quanto ridimensionato per volontà del Ministro Gennaro Sangiuliano, assorbe ancora una parte predominante del Fondo Cinema e Audiovisivo, ovvero ben 412 milioni sul totale di 696 milioni, corrispondenti al 59 % del totale (l’anno scorso aveva una dotazione di 541 sul totale di 750 milioni, corrispondenti al 73 per cento).

Questo decreto circola da qualche giorno, sotto forma di bozza, ed l’Istituto italiano per l’Industria Culturale IsICult lo ha reso pubblico sulle colonne del quotidiano online “Key4biz”, in anteprima (ed esclusiva) lunedì scorso: vedi “Key4biz” del 20 maggio 2024, “Decreto ‘Tax Credit’ cinema e audiovisivo, ecco la bozza”. Il testo, che è senza dubbio innovativo in molte parti, non è stato ancora oggetto di reazioni (pubbliche) da parte delle associazioni, mentre, a livello politico, emerge soltanto la contrarietà del Partito Democratico, che ha proposto una risoluzione (primo firmatario Matteo Orfini) che chiede una reintegrazione del fondo stesso, ribadendo che il credito d’imposta sia strumento essenziale per il rafforzamento del sistema cinematografico e audiovisivo italiano (il che è vero soltanto in parte, come andremo presto a dimostrare).

La stessa Sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni, allorquando ha inviato la bozza al Ministero dell’Economia e Finanze (il decreto è infatti “by” Mic ma “d’intesa con Mef”) ha sostenuto che “spera” che possa essere perfezionato (pubblicato) “entro l’estate”, ma resta comunque un dato di fatto che da gennaio a giugno (vedrà la luce definitivamente ad inizio luglio?!) tutto il sistema è rimasto “bloccato”.

D’accordo, si attendeva il “piano di riparto”. Or bene, il “piano” è stato pubblicato il 14 maggio…

Cerchiamo di capire, al di là del testo del decreto, “come” vengono utilizzati i 696 milioni di euro del Fondo Cinema e Audiovisivo (il Tax Credit assorbe il 59 % del totale, ben 413 milioni)

In sintesi estrema, sul totale di 696 milioni del Fondo, quest’anno ci saranno 413 milioni di euro per il “tax credit” riformato (59 % del totale), ed i restanti 284 milioni (41 %) saranno in buona parte determinati da processi comunque selettivi, ovvero di valutazione, fatti salvi i contributi cosiddetti “automatici”, che ammontano a soltanto 21 milioni di euro (a fronte dei 40 milioni del 2023) e le somme vincolate a 7 enti (da Cinecittà al Centro Sperimentale, Biennale di Venezia sezione Cinema) che ammontano a 66 milioni (erano 64 milioni nel 2023) ed i 20 milioni destinati al potenziamento dei cinematografi (voce non prevista nel “riparto 2023”).

Quindi, 413 + 66 + 20 milioni di euro, per un totale di 499 milioni di euro non prevedono una valutazione (se non a livelli squisitamente tecnico-amministrativi): si tratta del 72 % della “torta” totale (696 ml).

A fronte di 499 milioni gestiti “meccanicamente”, ci sono 197 milioni di euro (il 28 % del totale) saranno affidati in qualche modo affidati alle valutazioni dei super-esperti.

Di questi 197 milioni di euro, i contributi “selettivi” saranno di 84 milioni nel 2024 (a fronte dei 47 milioni del 2023), che si affiancano ai contributi “promozione” che sono complessivamente nell’ordine di 92 milioni, a fronte 54 milioni dell’anno scorso. Di questi 92 milioni, una parte è destinata alle iniziative del Piano Nazionale Cinema per la Scuola detto anche “Cips” (Cinema e Immagini per la Scuola): si tratta di 20,9 milioni nel 2024, a fronte dei 22,4 milioni del 2023.

Il Ministro e la Sottosegretaria hanno deciso di incrementare queste risorse di 38 milioni (dai 54 milioni del 2023 agli 92 del 2024), attraverso incrementi ed innesti: “progetti speciali” per ben 24 milioni (a fronte dei 13 milioni del 2023), opere di “particolare qualità artistica” per 21 milioni, ed opere cinematografiche “in coproduzione minoritaria” 6 milioni…

Come il lettore “appassionato” comprenderà, questa “rilettura” del riparto consente di comprendere meglio “ove” (e per quali somme) si andrà ad “esercitare” la discrezionalità dei commissari nominati dalla cosiddetta (nello slang amministrativistico) “autorità politica”.

Si ha ragione di ritenere che a Santa Croce in Gerusalemme, la struttura ministeriale avesse già in bozza tutti gli altri decreti, dato che, stabiliti i budget da allocare, si immagina che l’autorità politica e l’amministrazione abbiano già redatto, nei mesi scorsi, i tanti altri decreti in attesa.

Ed invece, almeno al 24 maggio 2024, nulla appare ancora sul sito web del Ministero.

L’elenco dei decreti ministeriali in gestazione: almeno 10… Quando vedranno la luce?

Questi sono i provvedimenti in gestazione (ritardata), che saranno determinanti per la assegnazione di ben 190 milioni di euro (corrispondenti al 27 % del totale del Fondo):

  • il decreto di nomina da parte del Ministro dei nuovi “saggi” ovvero gli esperti che saranno chiamati a selezionare gli aiuti “selettivi”, che, nella ripartizione nuova del 2024, crescono in proporzione, rispetto a quelli del 2023: di questo decreto, non si ha notizia da mesi, sebbene il Ministro avrebbe potuto esercitare il potere di nomina che gli è attribuito dalle norme vigenti (vedi “Key4biz” del 10 maggio 2024, “Sangiuliano critica la Commissione esperti Cinema nominata da Franceschini: ma perché non nomina le nuove commissioni previste per legge?”; vedi anche “Key4biz” di qualche mese fa, ovvero del 25 ottobre 2023, “Cinema, il Ministro Sangiuliano riforma le commissioni ministeriale chiamati ad assegnare milioni di contributi pubblici”); ricordando che la Legge di Bilancio 2024 ha eliminato lo specifico articolo della Legge Franceschini, rimandando le procedure di nomina giustappunto ad un decreto del Ministro (tante volte, ci siamo domandati anche su queste colonne, quanti saranno e quale sarà il criterio che Sangiuliano andrà ad adottare: una pubblica “call” con invito a candidarsi, come sarebbe naturale e sano, oppure una cooptazione totalmente discrezionale)?!
  • il decreto che determina l’organizzazione ed il funzionamento delle commissioni degli esperti (una o due commissioni che siano; la Sottosegretaria ha dichiarato in una intervista che saranno 15 come prima, il che ci sembra abbastanza curioso, anche perché la mole di lavoro che dovranno affrontare è cresciuta, e peraltro debbono esservi, se non 2 commissioni parallele, almeno 2 “sotto-commissioni”, perché la nuova norma di legge prevede 1 commissione di esperti per la “produzione” ed 1 commissione di esperti per la “promozione”) chiamati a selezionare i progetti di produzione e le iniziative di promozione; abbiamo già apprezzato l’innovazione voluta da Sangiuliano, che ha fatto allora complessivamente 700.000 euro per i compensi dei commissari (500mila per la produzione, 200mila per la promozione);
  • il decreto riguardante i “contributi selettivi”, ed i correlati bandi;
  • il decreto riguardante la “promozione”, ed i correlati bandi…

Sul fronte dei processi amministrativi più “meccanici”, oltre al decreto “Tax Credit” ormai in bozza e vicino al traguardo, debbono essere emanati:

  • il decreto sul “Tax Credit” per la distribuzione cinematografica;
  • il decreto relativo ai “contributi automatici”;
  • il decreto che stabilisce i parametri utili a definire la “destinazione cinematografica” delle opere;
  • il decreto relativo ai “piano per il potenziamento dei cinematografi”, ormai divenuto “ordinario” (con la Legge di Bilancio 2024);
  • il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri relativo alla “nazionalità” delle opere;
  • il Dpcm relativo al Pubblico Registro delle Opere Audiovisive

(elenco non esaustivo…)

Evidente è la impressionante mole di lavoro che la Direzione Cinema e Audiovisivo ha dovuto affrontare e deve attualmente e dovrà affrontare nelle prossime settimane, ma si ha ragione di ritenere – come già segnalato – che la gran parte di questi testi siano già stati redatti, almeno a livello di bozza.

Si immagina che i decreti relativi ai “selettivi” (in senso stretto: 84 milioni di euro) così come quelli relativi alla “promozione” (71 milioni) ricalcheranno gli schemi degli anni scorsi, dato che nessuna modifica normativa prevede diversamente…

In questo flusso di decreti in gestazione, si deve notare che il bando relativo ai “progetti speciali” per l’anno 2023 non è mai stato pubblicato, e si immagina che i 13 milioni non assegnati nel 2023 vadano ad integrare i fondi del 2024…

Focalizziamo ora l’attenzione sulle tempistiche del bando cosiddetto “Promozione” (nel 2024, 71 milioni di euro, al netto dei 66 milioni di contributi agli enti ed i 21 milioni di “Cinema e Immagini per la Scuola)…(Clicca sull’immagine qui sotto per ingrandirla).

Come vengono ripartiti i 92 milioni di euro a favore della “Promozione” cine-audiovisiva nel 2024…

Si ricordi che dei 92 milioni di euro destinati per il 2024 alla “Promozione” (budget che – si precisa – è al netto dei 66 milioni di contributi a favore dei già citati 7 enti, da Cinecittà al Csc), questa è la ripartizione interna:

24,5 milioni:      Progetti Speciali

20,9 milioni:      Cinema e Immagini per la Scuola

7,0 milioni:        Festival, rassegne, premi

7,0 milioni:        Sostegno programmazione film d’essai

3,1 milioni:        Sviluppo cultura cinematografica/audiovisiva, internazionalizzazione, immagine dell’Italia

1,5 milioni:        Conservazione, catalogazione, restauro, ricerca, del patrimonio audiovisivo

0,5 milioni:        Attività dei circoli di cultura cinematografica

Sub-totale: 64,5 milioni.

Il totale arriva a 92 milioni, inserendo in questo “perimetro” i 21 milioni di euro per le “opere cinematografiche di particolare artistica” ed i 6 milioni per le opere “in coproduzione minoritaria”.

Secondo un’altra elaborazione, il totale della “promozione” potrebbe essere quantificato in 71 milioni di euro soltanto: la somma di 92 milioni scende infatti a 71, se si scorporano i 21 milioni del “Piano Scuola”, che comunque rientrano nel “calderone” del budget che il Ministero assegna alla promozione.

Ognuna di queste linee di intervento prevede ovviamente un “bando”.

La tempistica ministeriale (ritardata) nella pubblicazione dei bandi e nella pubblicazione dei risultati: tra la pubblicazione del bando ed i risultati passano mediamente oltre 4 mesi, e gli avvisi per l’anno in corso vengono pubblicati a distanza di 4 mesi dall’inizio dell’anno

Non entriamo qui nel merito della “logica” di politica culturale (evidentemente) con la quale avviene la ripartizione delle allocazioni all’interno di ogni “fetta” della “torta”, perché vogliamo immaginare siano il risultato di un’analisi critica e di opportune valutazioni, anche in chiave diacronica.

Torneremo presto su questo tema, al quale IsICult sta dedicando un approfondito dossier.

Emerge evidente, dalle elaborazioni IsICult (vedi Tabella):

  • i bandi per ogni singolo anno vengono pubblicato dopo l’inizio dell’anno solare, allorquando una sana logica di programmazione dovrebbe prevedere la pubblicazione degli avvisi (se non addirittura dei risultati) evidentemente prima dell’inizio dell’anno successivo: la media negli 8 anni analizzati è di addirittura quasi 5 mesi (134 giorni, per la precisione) dal 1° gennaio (ed è evidente che molte iniziative si avviano ad inizio anno) alla pubblicazione;
  • il lasso temporale tra la pubblicazione del bando e la sua scadenza è generalmente di un mese (per la precisione 29 giorni, come media negli 8 anni analizzati; da un minimo di 21 giorni ad un massimo di 41 giorni); questo periodo è ragionevole;
  • il lasso temporale tra la data di scadenza del bando ed i risultati mostra aspetti preoccupanti: la media negli 8 anni è di oltre 3 mesi (106 giorni), ed ancora più grave il lasso temporale tra la data di pubblicazione ed i risultati, che è di oltre 4 mesi (136 giorni);
  • per quanto riguarda gli anni 2021 e 2022 si apprezza la riduzione dei giorni dall’inizio dell’anno alla pubblicazione del bando, rispettivamente 56 e 54, ma purtroppo nel 2023 si torna a quota 110 giorni;
  • l’anno 2023 registra il dato peggiore, considerando il periodo tra data di pubblicazione e la data dei risultati, che arriva ad un incredibile 179 giorni ovvero quasi 6 mesi!, a fronte del picco positivo di 87 giorni registrati nel 2016…

Domandiamo al lettore di immedesimarsi nel ruolo di organizzatore culturale di una manifestazione, per comprendere quanto questi ritardi determinino conseguenze gravi nella programmazione degli eventi.

Prevale incertezza ed aleatorietà.

Così come tutta la prima metà dell’anno 2024 è stata paralizzata dall’assenza di decreti per quanto riguarda le procedure del “Tax Credit”, anche tutte le attività più squisitamente culturali, ovvero di “promozione” cinematografica e audiovisiva, boccheggiano, in attesa dei decreti.

Eppure il Ministro ha firmato il “piano di riparto” ormai quasi un mese e mezzo fa, il 12 aprile 2024, e nessuna notizia si ha, a fine maggio, dei tanti decreti ancora in gestazione…

La riforma in corso della “Legge Franceschini” avviata dal Ministro Gennaro Sangiuliano dovrebbe prevedere anche un “efficientamento” (termine orribile, ma tipico dello slang della Pubblica Amministrazione) delle procedure, che mettono in continua difficoltà gli organizzatori culturali di festival, rassegne ed iniziative simili.

Siamo a fine maggio 2024, e centinaia di organizzatori di festival non sanno ancora se potranno contare o meno sul sostegno del Ministero della Cultura (lo stesso problema riguarda le istituzioni scolastiche e gli enti che partecipano ai bandi del progetto “Cinema e Immagini per la Scuola”, che sono scaduti il 15 dicembre 2023 per gli enti ed il 13 gennaio 2024 per le scuole… e l’anno scolastico sta finendo): ridurre queste tempistiche surreali sarebbe una vera “rivoluzione” burocratica!

Servono certamente più risorse, anzitutto umane (e tecnicamente qualificate), e non è peregrino ricordare – come ha peraltro rimarcato pubblicamente lo stesso Dg Nicola Borrelli – che l’equivalente francese della Direzione Cinema e Audiovisivo italiana, ovvero il Centre National du Cinéma et de l’Image Animée (noto come Cnc), ha un organico di oltre 400 persone, a fronte delle poco più delle 150 della Dgca italica…

[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. Hanno collaborato Luca Baldazzi, Vincenzo Carrano, Natasha Mazza. ]

Clicca qui per la tabella IsICult sulle tempistiche dei bandi “Promozione” cinema e audiovisivo della Direzione Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura 2016-2024 Dgca Mic (versione di lavoro 24 maggio 2024)

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.

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