Sicurezza: non c’è pace per Sony e va in tilt anche Skype

di Alessandra Talarico |

Il servizio VoIP più usato al mondo è andato in tilt per due ore prima di essere riattivato, ma già il popolo della rete si era scatenato in mille supposizioni, collegando il black out a un nuovo attacco hacker.

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Tony Bates

Non c’è pace per Sony: ormai non passa un giorno senza che il gruppo non debba aggiornare quello che è un vero e proprio bollettino di guerra. Una partita ad armi impari che – secondo gli hacker – la società giapponese sta perdendo 16 a zero.

Sarebbero due i nuovi attacchi su cui la società sta investigando: uno che ha portato alla chiusura del sito della divisione musicale Sony BMG brasiliana, un altro che avrebbe compromesso  il codice sorgente della piattaforma per gli sviluppatori, Sony Computer Developer Network, chei pirati di Lulz Security hanno distribuito online.

 

Da aprile, gli hacker, che hanno rivendicato anche l’attacco alla Nintendo, hanno sottratto i dati di 101 milioni di utenti che frequentavano i servizi online Playstation Network e Qriocity per giocare, ascoltare musica e guardare film. Appena due giorni fa, sotto attacco sono finiti anche i siti della divisione europea, anche se – ha chiarito la società – i dati dei clienti non sono stati compromessi.

Uno ‘scherzetto’ che, oltre alla reputazione, potrebbe costare a Sony qualcosa come 175 milioni di dollari.
 

“E’ come il gioco del gatto col topo”, ha detto l’analista Naoki Fujiwara, sottolineando che Sony e Nintendo saranno ora costrette ad aumentare i costi per la sicurezza delle loro attività online.
 

Nel frattempo, trema anche Skype: il servizio VoIP più usato al mondo è andato di nuovo in tilt – la seconda volta in due settimane – per due ore prima di essere riattivato, ma già il popolo della rete si era scatenato in mille supposizioni, collegando il black out a un nuovo attacco hacker. Inizialmente si pensava che il blocco fosse limitato solo all’Europa, ma invece lamentele sui disservizi sono giunte un po’ da tutto il mondo, dal Giappone all’Australia.

L’unica dichiarazione ufficiale della società – acquistata da Microsoft il mese scorso – è apparso su Twitter: “A small number of you may have problems signing in to Skype. We’re investigating the cause, and hope to have more details to share soon.” (“Una piccola parte di voi potrebbe avere problemi a collegarsi a Skype. Stiamo investigando la causa e speriamo di avere presto più dettagli da condividere”).

Alle 14:30, quindi, la società ha annunciato di aver identificato e risolto il problema.