e-G8. Lettera aperta delle imprese ICT ai leader del G8: ‘Eliminare gli ostacoli alla crescita dell’economia digitale’

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Il presidente di Anitec-Anie, Cristiano Radaelli si dice pronto a collaborare col governo per definire e mettere in pratica 'interventi efficaci e di ampio respiro per lo sviluppo dell’economia digitale'.

Europa


Economia digitale

DigitalEurope, la principale organizzazione europea delle imprese dell’ICT e dell’elettronica di consumo, ha indirizzato una Lettera Aperta ai leader del G8 affinché pongano al centro delle priorità dei loro lavori la cosiddetta economia digitale, il cui sviluppo potrà fornire un contributo decisivo sia in termini di crescita economica sia di creazione di posti di lavoro a livello mondiale.
DigitalEurope ha sottolineato l’importanza che le istituzioni comprendano come gli investimenti in infrastrutture digitali, l’adozione sempre più diffusa di servizi basati su Internet e, più in generale, una trasformazione in chiave digitale di tutti i settori dell’economia siano diventati i driver più potenti per la crescita e l’innovazione.

Numerosi sono gli esempi da citare in quest’ottica. Basti pensare che alcune ricerche condotte sull’Europa a 27 Stati mostrano come, eliminando gli ostacoli all’espansione dell’economia digitale basata sulla libera circolazione delle informazioni e della conoscenza, si potrebbe generare una crescita del PIL del 4% da qui al 2020. Nel 2010, solo in Italia, il contributo dato da Internet alla crescita del PIL è stato di 31,5 miliardi di euro, pari al 2% del prodotto interno lordo complessivo, con prospettive di ulteriore crescita a un tasso annuo del 18%.

Per sfruttare appieno il potenziale di sviluppo complessivo dell’economia digitale, i leader politici mondiali dovranno prima di tutto evitare di limitare le comunità, le imprese e i mercati operanti nel mondo digitale con un’ulteriore frammentazione normativa, promuovendo al contrario il più possibile l’integrazione a livello nazionale e mondiale.
 

Quattro le priorità indicate dall’associazione: 1) le politiche economiche dovranno trarre vantaggio dalla “rivoluzione digitale” per potenziare la relazione con l’Amministrazione Pubblica di tutti i soggetti, siano essi intesi come individui, come attori economici o come cittadini; 2) la “rivoluzione digitale” è generazionale: il 73% dei cittadini europei di età compresa tra i 16 e i 24 anni sono “nativi digitali“. Essi saranno i principali beneficiari di politiche virtuose volte ad accelerare la trasformazione in chiave digitale delle nostre economie; 3) l’Economia Digitale produce nuovi modelli di business, i quali a loro volta generano nuovi lavori. A fronte di ciò la disoccupazione giovanile è passata a livello mondiale dall’11,9% del 2007 al 13% del 2009. Ciò significa che la leva della creazione di nuovi posti di lavoro insita nella tecnologia digitale sinora è stata sfruttata male. Gli Stati dovranno pertanto supportare maggiormente la rapida diffusione del cosiddetto business web, per quanto dirompente essa possa essere; 4) ogni area del mondo dovrà implementare la propria Agenda Digitale coerentemente con le proprie specificità. Tali diversità richiederanno però un impegno comune volto alla costituzione di un substrato normativo il più possibile trasparente, tecnologicamente neutro e compatibile con ogni specificità. Altrimenti il rischio è quello della frammentazione del mercato che ci priverebbe di tutti i benefici generati dalla globalizzazione.

Tutte le imprese operanti in Italia nell’ICT – ha dichiarato Cristiano Radaelli, Presidente di Anitec-Anie – sono e saranno sempre più attivamente impegnate a promuovere politiche che sfruttino le opportunità di crescita insite nell’Economia Digitale e parallelamente a superare gli ostacoli che ne stanno ritardando l’avvento. Nel nostro Paese non possiamo non auspicare che le Istituzioni operino con consapevolezza, stabilendo regole certe e investendo in quelle infrastrutture, prima fra tutte la Banda Ultra Larga, che costituiscono l’asse portante per lo sviluppo economico e sociale”.

“L’attuale situazione congiunturale – ha proseguito Radaelli – indebolisce la fiducia delle imprese e rischia di avere conseguenze molto negative sulla capacità di mantenimento in Italia del know-how esistente nel settore dell’ICT”.
“Siamo pronti a collaborare con il Governo – ha concluso  – affinché si definiscano e si mettano in pratica al più presto interventi efficaci e di ampio respiro per lo sviluppo dell’economia digitale”.