Stop alle multinazionali internet che bypassano il fisco. Sarkozy annuncia nuove misure per gli OTT

di Raffaella Natale |

Chiaro il riferimento a Google che, grazie a un complesso sistema, paga negli USA solo il 2,4% di tasse sui profitti esteri, dirottando tutto verso le Bermuda.

Francia


Eric Schmidt, Larry Page e Sergey Brin

Il lavoro del nuovo Consiglio nazionale del digitale (Conseil National du Numerique – CNN), inaugurato ieri dal presidente francese Nicolas Sarkozy (Leggi Articolo), mette al primo posto della agenda dei lavori la necessità di intervenire sul sistema fiscale in modo che anche le web company internazionali paghino le tasse sui mercati dove realizzano lauti profitti.

Un argomento molto caldo, di interesse transnazionale, che ha sollevato diverse polemiche da parte degli operatori locali di fronte agli escamotage cui ricorrono i giganti di internet per spostare i profitti nei Paesi con regimi fiscali più vantaggiosi.

 

Dito puntato quindi sugli Over-The-Top che non contribuiscono alle spese delle infrastrutture di rete, sulle quali le telcos hanno pesantemente investito, godendo di un regime che li avvantaggia e che, secondo gli operatori, li metterebbe in una posizione di vantaggio concorrenziale.

Sarkozy è determinato a risolvere la situazione ricorrendo a rigorose norme fiscali. Nel proprio intervento non ha citato nessuno ma era chiaro il riferimento a Google, uno dei più grossi esempi di ottimizzazione fiscale.

 

La società paga negli Stati Uniti il 2,4% di tasse sui profitti esteri utilizzando una doppia struttura che si basa sulla concessione in licenza della proprietà intellettuale alla controllata irlandese, che a sua volta versa la maggior parte dei profitti sotto forma di royalties a un’altra compagnia, Google Ireland Holdings, con sede nel paradiso fiscale delle Bermuda.

 

Il Presidente ha sottolineato l’importanza dell’eEconomy che negli ultimi due anni ha contribuito alla crescita della Francia, diventata il secondo mercato dell’euro-zone. Dal 1996 a oggi, ha detto Sarkozy, grazie a internet sono stati creati 700 mila posti di lavoro.

La rete, ha detto ancora, ha mutato profondamente la vita dei francesi: più di 20 milioni di persone hanno ormai un profilo Facebook e, con più di 14 milioni di blog, l’azienda nazionale Skyblog è il primo editor d’Europa.

 

Sarkozy ha anche parlato del prossimo e-G8, che si terrà a Deauville il 25 e il 26 maggio e dove i Capi di Stato dedicheranno un’ora e mezza della loro agenda a internet (Leggi Articolo). E non ha celato la propria volontà di esportare il modello del Consiglio nazionale del digitale fuori dai confini: “L’attività del CNN non avrebbe senso se fosse limitata alla Francia, rappresentando un’industria che per sua natura è globale”.

I Paesi interessati potrebbero essere gli Stati Uniti e il Giappone e, in Europa, la Germania e il Regno Unito.