Premium on demand: negli USA è guerra aperta tra studios e registi. I nuovi servizi uccideranno il cinema?

di Raffaella Natale |

Si sospetta che la National Association of Theatre Owners abbia chiesto ai propri membri di boicottare i nuovi servizi on demand.

Stati Uniti


James Cameron

Proprio quando negli Stati Uniti DirecTv si prepara a svelare le caratteristiche del nuovo servizio Premium VOD, una ventina di registi di Hollywood si schiera contro i nuovi piani dei grossi studios che potrebbero, a loro dire, colpire duramente l’industria cinematografica.

L’obiettivo delle major come Warner Brothers, Fox, Sony e NBC Universal è quello di collaborare con operatori del calibro di DirecTv per offrire film a noleggio a 29,99 dollari dopo 60 giorni dall’uscita in sala.

Gli analisti del settore hanno messo in dubbio la fattibilità finanziaria di un simile progetto e i principali proprietari delle sale hanno avvertito che potrebbe minacciare la salute del business cinematografico. Crescono le difficoltà all’interno di un’industria dove la National Association of Theatre Owners ha dovuto negare di aver ufficialmente chiesto ai propri membri di boicottare i nuovi servizi di video on demand.

Alcuni dei registi più noti di Hollywood, che hanno diretto film di successo negli ultimi anni – tra gli altri Michael Bay, Kathryn Bigelow, James Cameron, Roland Emmerich, Peter Jackson, Jon Landau, Michael Mann e Robert Zemeckis – hanno pubblicato una lettera aperta che condanna il progetto delle major.

Descrivono il modello di business del Premium VOD come un ‘assassino spietato’ che ucciderà l’industria e farà aumentare la pirateria.

Per i registi il problema della caduta verticale delle entrate provenienti dall’home video non potrà essere risolto importando un modello di distribuzione che cannibalizzerà i profitti dei box-office. Aggiungendo che gli studios e gli operatori via cavo devono comprendere che l’invasione di servizi che offrono contenuti premium on demand danneggerebbe irrimediabilmente l’industria cinematografica.

I registi ricordano che la storia ha dimostrato quanto sia difficile seguire una politica dei prezzi per l’home video e oggi, con simili progetti, potrebbe prospettarsi uno scenario da incubo: i cinema potrebbe chiudere e la varietà di scelta dei film potrebbe essere duramente colpita.

“Ciò che oggi viene venduto a 30 dollari per visione potrebbe in pochi anni scendere a 9,99 dollari. Se non prevale un pensiero più saggio, questi nuovi servizi home video fagociteranno le entrate cinematografiche facendo perdere centinaia di milioni di dollari e costringendo diverse sale alla chiusura”.

La competizione tra le sale che riusciranno a restare aperte si farà più dura. Verranno privilegiate le uscite dei film di sicuro successo a scapito del cinema d’essai.

“La produzione – conclude la lettera – non può costruirsi sulla base di simili rischi e di un modello che promette già di ‘far fuori’ i vecchi modelli produttivi”.