Privacy: dopo le ‘app spione’, gli Usa accelerano su legge nazionale

di Alessandra Talarico |

Una proposta bipartisan, presentata da John Kerry e John McCain prevede nuove regole per le compagnie che collezionano dati, tra cui l'obbligo di chiedere il consenso degli utenti prima di raccogliere e condividere informazioni sensibili.

Stati Uniti


John Kerry e John McCain

Dopo il caso delle App ‘spione’, denunciato dal Wall Street Journal (leggi articolo) e che ha portato la procura del New Jersey ad aprire un’inchiesta per violazione della privacy, gli Stati Uniti vogliono accelerare sull’adozione di un disegno di legge per proteggere i cittadini americani dalla crescente invasività delle aziende che raccolgono dati personali a fini commerciali.

Ieri, i senatori John Kerry e John McCain hanno presentato una proposta di legge – battezzata Commercial Privacy Bill of Rights Act of 2011 – per imporre nuove regole alle compagnie che collezionano dati, tra cui l’obbligo di chiedere il consenso degli utenti prima di raccogliere e condividere con terze parti informazioni sensibili sulla loro vita privata (orientamento religioso o sessuale, dati sanitari o finanziari).

La proposta bipartisan prevede la garanzia che tutti possano accedere ai dati collezionati da queste società e la possibilità di bloccare l’uso o la distribuzione delle informazioni e darebbe vita alla prima legge nazionale sulla privacy, adottando in larga parte le raccomandazioni fatte dall’amministrazione Obama lo scorso anno.

 

La legislazione attuale copre soltanto alcuni tipi di dati personali, come le informazioni mediche e finanziarie, ma le aspre polemiche suscitate dall’indagine del WSJ hanno spinto a prendere di petto la questione.

Nelle scorse settimane, anche la Commissione europea ha sollecitato la Casa Bianca ad accelerare i tempi e a rimuovere gli ostacoli tra i rispettivi sistemi legislativi, così da armonizzare sforzi e risultati in un momento in cui anche la Ue sta lavorando alla revisione della Direttiva sulla privacy, risalente al 1995 (leggi articolo).

 

“I consumatori – ha affermato il Repubblicano McCain – devono avere il controllo dei loro dati quando vengono trasferiti a terze parti”.

“Queste compagnie – gli ha fatto eco il democratico Kerry – possono fare virtualmente quello che vogliono delle nostre informazioni personali e col senatore McCain vogliamo far sì che questo non succeda”.

 

Alcune disposizioni del disegno di legge sono state modificate rispetto a una prima bozza circolata un mese fa: la proposta non richiede più alle aziende che raccolgono dati di richiedere il consenso degli utenti per condividere con terze parti qualsiasi informazione, ma restringe l’obbligo solo ai dati sensibili.
E’ stata quindi aggiunta una deroga per le aziende che raccolgono dati da terze parti ma hanno “una stabile relazione commerciale” con il cliente e lo indicano in maniera “chiara, evidente e visibile”.

Secondo alcuni, la deroga favorirebbe Facebook, che raccoglie i dati dei propri utenti quando navigano su altri siti. Un portavoce del sito ha dichiarato al WSJ che la società ha accolto favorevolmente un disegno di legge che “incoraggia coloro i quali offrono prodotti e servizi internet ad instaurare un rapporto di fiducia con i loro utenti”.

La proposta, ha quindi affermato ancora McCain, ha cercato un equilibrio tra le esigenze dell’industria e quelle dei consumatori e, evidentemente, lo ha trovato visto che è stata elogiata dai grandi nomi del settore da HP a Microsoft, da eBay a Intel.
Secondo l’Interactive Advertising Bureau, tuttavia, il disegno di legge lascerebbe troppa discrezionalità alla Federal Trade Commission, cui sarebbe riservata l’autorità di stabilire le regole per le aziende che collezionano dati personali.