Telemarketing selvaggio: consumatori italiani più tutelati. La Ue chiude procedura d’infrazione

di Alessandra Talarico |

L'Italia ha reagito al procedimento di infrazione introducendo nuove norme a salvaguardia della facoltà degli abbonati di rifiutare telefonate a fini commerciali non richieste ed effettuate contro la loro volontà.

Unione Europea


Telemarketing

Secondo la Commissione europea, i consumatori italiani sarebbero attualmente tutelati a sufficienza contro le telefonate indesiderate da parte dei call center. La Ue ha pertanto deciso di chiudere un procedimento d’infrazione contro l’Italia aperto a gennaio 2010 (leggi articolo) quando la Commissione aveva sollevato dubbi sulla possibilità concreta da parte degli abbonati di avvalersi dell’opt-out qualora fossero stati contrari alla trasmissione dei loro dati.

 

L’Italia, ha spiegato la Commissione, “…si è allineata alle disposizioni della direttiva Ue sulla privacy e sulle comunicazioni elettroniche introducendo un nuovo sistema di opt-out, che garantisce ai cittadini italiani il cui numero figura negli elenchi telefonici pubblici di non ricevere telefonate a fini commerciali non richieste”.

 

Le disposizioni Ue sull’ePrivacy (Direttiva 2002/58/CE ) obbligano gli Stati membri a garantire che, prima di essere inseriti in un elenco pubblico, gli abbonati siano informati degli scopi dell’elenco e di qualsiasi uso che potrà esserne fatto. Gli abbonati devono inoltre poter decidere se permettere che i loro dati personali siano inseriti in un elenco pubblico e in che misura i loro dati siano pertinenti per gli scopi di tale elenco.
In capo agli Stati membri, quindi, il compito di vietare l’invio di comunicazioni indesiderate, a scopo di commercializzazione diretta, senza il consenso degli abbonati.

Una disposizione che in Italia era praticamente ignorata visto che banche dati istituite in passato per creare elenchi telefonici erano accessibili a società esterne che praticavano telemarketing senza che gli abbonati interessati ne fossero al corrente o potessero avvalersi di concreti strumenti di opt-out.

 

L’Italia ha reagito alla procedura d’infrazione con una nuova normativa sul telemarketing che prevede che gli abbonati che non desiderano ricevere telefonate promozionali debbano iscrivere la loro utenza telefonica nel Registro delle opposizioni, entrato in funzione il 1 febbraio scorso e gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni.