Social network. Anche le start up mobili attraggono i venture capitalist, che rassicurano: ‘Non è una bolla’

di Alessandra Talarico |

Società come Color, Path e Instagram stanno raccogliendo fondi per milioni di dollari, mentre gli analisti assicurano che queste nuove web company hanno profitti reali, a differenza delle dot.com che hanno portato allo scoppio della bolla nel 2000.

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Bill Nguyen

Non solo Facebook, Twitter o Zynga: nel mirino delle venture capital della Silicon Valley anche una nuova generazione di compagnie che, si spera, riusciranno a trasferire il successo dei social network dai Pc ai cellulari. E’ il caso, ad esempio, della start up Color Labs: il social network ideato per gli smartphone creato da Bill Nguyen si è assicurato finanziamenti per 41 milioni di dollari da diverse società di venture capital, tra cui Sequoia Capital e Bain Capital Ventures, prima ancora che l’app destinata agli iPhone e ai cellulari Android veda la luce.

L’idea alla base di Color è molto semplice, anche se sicuramente farà storcere il naso ai puristi della privacy: l’applicazione, infatti, ‘sente’ se qualcuno che si trova vicino sta usando lo stesso programma e consente a questa persona di visualizzare sul suo dispositivo foto, video e messaggi. La ‘rete’ di contatti, dunque si auto-genera andando a carpire i dati ‘pubblici’ dei telefoni vicini. Non esistono username e password, così cade anche il concetto di limitare l’accesso ai contenuti solo agli amici.

 

“Invece di far dialogare persone distanti e sole davanti a un Pc, Color permette di interagire con persone che si trovano vicino a noi e che quindi possono entrare a far parte della nostra vita reale”, ha spiegato Nguyen, che in precedenza aveva c reato un’altra start up, LaLa, acquisita da Apple nel 2009.

Certo, resta da capire quale sia il business model, ma Nguyen si è detto convinto che la società riuscirà a vendere servizi premium agli esercenti locali, come i ristoranti, che potranno attrarre con Color le persone che passano nei paraggi magari con foto accattivanti dei piatti del giorno.

 

Color non è comunque l’unica social start up ad attrarre l’interesse dei fondi di venture capital: Path, società fondata dall’ex manager Facebook Dave Morin e centrata sulla condivisione di foto, ha ricevuto 8,5 milioni di dollari dalla Kleiner Perkins Caufield & Byers e Index Ventures e avrebbe anche avuto contatti con Google in vista di una possibile acquisizione. un’altra società specializzata nel photo-sharing – Instagram – avrebbe ricevuto manifestazioni di interesse da parte di una quarantina di investitori, prima di ricevere 7 milioni di dollari da Benchmark Capital.
Yobongo, un’app per iPhone lanciata tre settimane fa e che permette agli utenti di chattare con persone situate nella stessa area geografica, ha raccolto fondi per 1,35 milioni di dollari. A gennaio GroupMe, che offre un servizio simile, ne ha raccolti 10,6 milioni, mentre Facebook ha messo le mani su Beluga, proprietaria di un sistema di messaggistica per i cellulari e questa settimana ha acquisito Snaptu, società israeliana specializzata nelle applicazioni internet per cellulare.
 

L’enorme flusso di denaro nelle casse delle social start up mobili è l’ultimo segnale della ritrovata voglia di spendere degli investitori della Silicon Valley, ma in molti si sono chiesti se non sia il preludio di una nuova bolla speculativa, visto che una società come Facebook è stata valutata oltre 60 miliardi di dollari e Zynga quasi 10 miliardi.

Secondo due importanti venture capitalist di Greylock Partners – David Sze e Reid Hoffman – questi timori sono infondati: i due investitori, che hanno finanziato facebook e Groupon, sostengono che queste nuove web company hanno “profitti reali” e modelli di business “sostenibili”, a differenza delle dot.com che hanno portato allo scoppio della bolla nel 2000.

Tanto è l’ottimismo che circonda questa nuova realtà che Greylock ha raccolto altri 425 milioni di dollari da investire in start up del web, portando il totale dei fondi a quota 1 miliardo di dollari.
 
“E’ una bolla – ha spiegato Mr Hoffman – quando la velocità di crescita e il business model non sono sostenibili. Quando i prezzi sono alti perchè le compagnie hanno una crescita massiccia e un solido modello economico alle spalle, non è una bolla”.