WikiLeaks. Julian Assange sferra duro attacco a internet: ‘Il più potente strumento di spionaggio che il mondo abbia mai creato’

di Raffaella Natale |

Agli studenti di Cambridge, il fondatore di WikiLeaks ha parlato del web come dello strumento che aiuta i regimi totalitari a individuare i dissidenti.

Gran Bretagna


Julian Assange

Internet è il più formidabile strumento di spionaggio mai creato e anche un grande ostacolo alla libertà d’espressione”. Lo ha dichiarato Julian Assange, l’ormai noto fondatore di WikiLeaks, parlando agli studenti della prestigiosa università di Cambridge.

Solo 800 studenti sono riusciti a entrare in sala per ascoltare Assange, mentre fuori la fila raggiungeva i 40 metri. Due ragazzi sono stati allontanati perché hanno infranto il divieto di portare registratori all’interno dell’aula. L’università non ha infatti acconsentito alla copertura mediatica dell’evento.

 

Le reti sociali come Facebook, ha sottolineato, forniscono ai governi potenti strumenti per spiare la gente. Nel suo discorso, Assange ha ricordato alcuni tristi episodi che in passato hanno coinvolto gli utenti del social network di Mark Zuckerberg in Egitto.  

“Tre o quattro anni fa c’era già stato un tentativo di rivolta partito su Facebook, che è stato subito arginato. La rete sociale è stata usata per individuare i principali sobillatori che sono stati interrogati, picchiati e arrestati”.

 

Internet – ha ribadito Assange – è la più potente macchina di intelligence che il mondo abbia mai creato”.

La crescita di questo medium ha aiutato l’affermazione di regimi autoritari, ha continuato il fondatore di WikiLeaks, “non è una tecnologia che favorisce la libertà d’espressione, né i diritti dell’uomo“.

“E’ piuttosto uno strumento che può essere usato per instaurare regimi dittatoriali, come dimostrano le cronache recenti”.

 

Un’opinione controcorrente quella di Assange, probabilmente dovuta a motivazioni esclusivamente personali che nulla hanno a che vedere con la consapevolezza di quanto internet sia stato fondamentale nelle recenti rivolte che hanno riguardato i Paesi arabi.

Twitter ma anche Facebook sono stati importanti per far arrivare i messaggi e far conoscere all’altra parte del mondo cosa stava accadendo minuto per minuto.

Uno strumento di informazione talmente potente che le autorità politiche hanno subito tentato di oscurare per bloccare la resistenza.

Nessuno può negare la necessità di nuove regole per tutelare la privacy degli utenti, ma questo non può pregiudicare la potenza del web come strumento di comunicazione.

 

Non penso che Assange possa contestare questa asserzione, infatti, concludendo il proprio discorso ha dichiarato che il proprio sito WikiLeaks ha contribuito allo scoppio delle mobilitazioni nel mondo arabo, in particolare in Tunisia.