Google Tv: i broadcaster osteggiano il lancio sul mercato europeo. Possibile ulteriore slittamento al 2012

di Raffaella Natale |

Carlo d'Asaro Biondo (Google): ‘La televisione non è di proprietà degli operatori o dei broadcaster bensì dei consumatori. Tocca a loro decidere!’.

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Sony Google TV

Dopo un lancio abbastanza agitato negli Stati Uniti, Google dovrà adesso convincere i broadcaster europei delle virtù della Google Tv. Lanciata alla fine dello scorso anno negli Stati Uniti è stata da subito ostacolata dalla posizione presa da alcuni dei principali network, come ABC, NBC, CBS e Viacom, che hanno di fatto bloccato l’accesso alle proprie offerte video Web agli utenti che vi accedono da Google TV. In Francia, gli operatori hanno già opposto le loro richieste. Sarà veramente difficile trovare un punto d’accordo e questo lascia immaginare che ci potrebbe essere un ulteriore slittamento in Europa, presumibilmente prima dell’inizio del 2012.  

 

Sulla stampa, il Ceo di Google France, Jean-Marc Tassetto, ha escluso che il lancio avverrà quest’anno e confermato che la società non ha ancora un calendario preciso per l’Europa.

Gli operatori televisivi non hanno mai nascosto la loro diffidenza verso il gigante americano e più generalmente nei confronti del modello economico dei player della Tv connessa.

Lo scorso novembre, i maggiori broadcaster del mercato televisivo francese (TF1, France Télévisions, Arte, Canal+, le groupe M6, Direct 8, TMC, NT1, LCP, BFM, iTélé, Gulli e DirectStar) hanno firmato una Carta di intenti pone importanti paletti alla diffusione dei contenuti attraverso la web Tv del gruppo di Mountain View.

 

L’opposizione, quasi unanime, è legata al fatto che i gruppi televisivi non intendono permettere a Google di trasmettere i loro contenuti alle sue condizioni, con l’aggiunta, cioè di pubblicità e link contestuali in sovraimpressione, servizi supplementari e così via. Servizi fondamentali per il business model della Google Tv, ma anche per i servizi di ricerca su internet o suoi cellulari, sui quali, però, anche le emittenti vorrebbero dire la loro.

E’ questa, di fatto, la richiesta alla base del documento firmato dalle Tv francesi, che vogliono poter gestire e controllare “le sovraimpressioni, i contenuti editoriali e pubblicitari o le sollecitazioni all’acquisto” che compaiono sui video diffusi attraverso la piattaforma Google.

 

Già lo scorso anno, in occasione del DigiWordl Summit 2010 di Idate, Laurent Souloumiac di France Televisions Interactive aveva evidenziato l’esigenza di voler preventivamente controllare che i servizi offerti da Google fossero adatti ai loro contenuti e soddisfacessero le loro richieste.

 

Un visione del mercato che però non è in linea con i gusti di Google. Carlo d’Asaro Biondo, vicepresidente EMEA di Google, ha commentato: “Non sappiamo ancora cosa faremo in Europa. Ciò di cui invece abbiamo certezza è che la televisione non è di proprietà degli operatori o dei broadcaster bensì dei consumatori. Tocca a loro decidere!”.

Questa convinzione renderà ancora più difficili i rapporti con le aziende che operano sul mercato televisivo.

Jean-Marc Tassetto ha dichiarato che il gruppo era consapevole che il marchio Tv avrebbe generato un po’ di mobilitazione da parte degli attori dei media: “E’ giusto che le emittenti televisive si pongano delle domande”.

Tuttavia, ha aggiunto Ceo di Google France, “non intendiamo rinunciare al nostro posto nella catena di valore, un posto invece osteggiato dai firmatari della Carta di novembre 2010″.

Questi ultimi, ha detto Tassetto, si oppongono a qualsiasi tentativo di trarre profitto dai loro programmi o dal loro pubblico (in particolare i dati sui telespettatori), indirizzando gli utenti verso altri contenuti e servizi senza un precedente accordo con i canali in questione.

 

Google TV si basa su un approccio “open sea” e punta a rendere accessibile dal televisore la totalità dei servizi Web. Google TV, che viene integrato all’interno di dispositivi TV come televisori e STB (sono stati sottoscritti accordi con Sony e Logitech), si configura dunque come una piattaforma tecnologica (un sistema operativo, un browser e un processore) che integra in un unico ambiente di fruizione i contenuti trasmessi dalle reti TV e quelli trasmessi via Internet. Dal lato utente, tutta l’offerta disponibile è accessibile attraverso un motore di ricerca.

 

Per il lancio di questa piattaforma, Google ha stretto accordi con la giapponese Sony e la svizzera Logitech, ma anche altre società  — Toshiba, LG Electronics e Sharp — hanno predisposto televisori in grado di funzionare col sistema operativo del gruppo.

I primi televisori a integrare la Google Tv sono stati prodotti da Sony e sono in  vendita a un prezzo compreso tra  600 ai 1.400 dollari. Tra le altre caratteristiche, i televisori consentono l’accesso diretto al motore di ricerca Google per scandagliare il web e i programmi live da una lista cui si può accedere semplicemente premendo un bottone del telecomando. Il tutto continuando a guardare i programmi Tv da un riquadro nell’angolo dello schermo. Il decoder, invece, è stato prodotto da Logitech e costa circa 300 dollari.