Intercettazioni. Viviane Reding: ‘Entro l’estate norme Ue a difesa della privacy’ ma nessuna Authority europea

di Raffaella Natale |

La Reding ha sottolineato che il problema è quello di proteggere la privacy dei singoli dagli abusi dello Stato.

Unione Europea


Viviane Reding

Entro l’estate la Commissione Ue proporrà delle nuove disposizioni per regolamentare le intercettazioni a difesa della privacy. Lo ha annunciato Viviane Reding, vicepresidente della Commissione europea e Commissario per Giustizia e Diritti fondamentali, a margine di una conferenza stampa tenuta nella sede del Parlamento europeo a Strasburgo.

“Quello che ho in mente – ha spiegato la Reding – è di istituire una regolamentazione uniforme europea per la difesa della privacy”.

La Reding ha spiegato che non intende proporre una Authority europea che sostituisca quelle nazionali, “ma far sì che queste abbiano chiare norme europee per la protezione uniforme della privacy, aggiornate anche alla luce dello sviluppo delle nuove tecnologie”.

 

“Le discussioni sull’uso delle intercettazioni – ha osservato la Reding – emergono sistematicamente, in molti Stati. Il problema è quello di proteggere la privacy dei singoli dagli abusi dello Stato, ma colpisce anche i giornalisti. Attualmente la protezione dei dati personali è attuata in modo molto diverso da Stato a Stato”.

 

Probabilmente le nuove norme verranno introdotte nell’ambito della revisione della direttiva sulla protezione dei dati personali 95/46/CE prevista per quest’anno con la quale verranno indicati nuovi standard a tutela della privacy dei cittadini.

Grazie al Trattato di Lisbona, la Ue potrà adesso avanzare proposte legislative anche su materie che prima erano precluse, come appunto l’uso di dati privati per operazioni di polizia o inchieste giudiziarie. Si deve, però, trattare di indagini che riguardino più Stati membri. Nulla, invece, dovrebbe cambiare riguardo alle intercettazioni disposte dalla magistratura.

 

Un argomento molto caldo, quello delle intercettazioni, che soprattutto in Italia ha visto gli osservatori dividersi su due fronti: i sostenitori della tutela della privacy a tutti i costi e coloro che invece sostengono che sia giusto intercettare e anche renderne pubblici i contenuti specie se si tratta di persone impegnate politicamente.

 

I recenti fatti di cronaca che vedono coinvolto il premier Silvio Berlusconi hanno spinto alcuni giorni fa il Garante a intervenire con alcune precisazioni.

Le notizie – si legge nella nota – diffuse nelle ultime settimane dagli organi di informazione hanno fatto riferimento sempre al contenuto di atti giudiziari acquisiti a seguito di attività di indagine disposta dalla magistratura, o a interviste e dichiarazioni rilasciate dalle stesse persone interessate”.

Come più volte ricordato, spiega la nota, non è nelle competenze del Garante sindacare il ricorso da parte dell’autorità giudiziaria a mezzi di prova consentiti dal codice di procedura penale – come le intercettazioni telefoniche e gli altri strumenti di indagine – né può il Garante intervenire laddove le notizie diffuse dai mezzi di informazione, tratte da atti giudiziari, abbiano un contenuto di evidente interesse pubblico, specie se riguardano persone note o che esercitano funzioni pubbliche. Figure queste che, fermo restando il rispetto del principio di essenzialità e non eccedenza dell’informazione, hanno una protezione della loro riservatezza necessariamente attenuata, come è previsto nel Codice deontologico dei giornalisti e riconosciuto dalla giurisprudenza.

 

Quanto alle regole che devono presiedere a un attento bilanciamento tra la tutela della riservatezza e il diritto-dovere di cronaca, l’Autorità ribadisce ancora una volta quanto già segnalato in occasione delle ultime Relazioni annuali al Parlamento: “la necessità che i media rispettino scrupolosamente i principi fissati nel Codice deontologico dei giornalisti e che l’autorità giudiziaria per prima adotti ogni misura necessaria ad assicurare il segreto istruttorio rispetto alle informazioni di cui viene in possesso nel corso dell’ attività di indagine, perseguendo gli eventuali autori delle violazioni”.

 

Spetta, infine, sottolinea il Garante al legislatore e solo al legislatore assicurare un quadro normativo che rafforzi sempre di più un corretto equilibrio tra tutti i diritti e gli interessi in gioco in questo complesso ambito, anche tenendo conto delle evoluzioni tecnologiche.