Nielsen: la recessione spaventa ancora i consumatori. In Italia indice di fiducia in rialzo dopo avere toccato minimo storico

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Forte pressione nel breve termine anche sulle spese dei cellulari di cui gli italiani sono tra i maggiori utilizzatori.

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Secondo l’ultima edizione del ‘Nielsen Global Consumer Confidence Index’ che rileva online la fiducia dei consumatori, le loro principali preoccupazioni e la conseguente propensione alla spesa, nel quarto trimestre del 2010 si è accusato un calo in 25 dei 52 Paesi analizzati quando, al termine dello scorso anno, le speranze di ripresa economica a livello mondiale sono sfumate. L’indagine che nello scorso novembre ha coinvolto oltre 29.000 utenti internet in 52 Paesi, indica che i livelli di fiducia dei consumatori si sono ridotti nella metà dei Paesi monitorati e che l’inquietudine per l’aumento della disoccupazione, l’incertezza del posto di lavoro, l’aumento dei prezzi di alimentari e servizi hanno cancellato qualsivoglia aspettativa di forte ripresa economica.

 

“In tutto il mondo, i consumatori sono giunti alla fine del 2010 più pessimisti di quanto non fossero all’inizio dello scorso anno. La situazione economico-finanziaria ancora fragile e la mancanza di indicatori positivi nel corso dell’intero anno, hanno messo i consumatori di fronte al fatto che una vera e propria ripresa è ancora piuttosto lontana“, afferma Venkatesh Bala, Chief Economist – Cambridge Group, parte di The Nielsen Company. 

“Il persistente impatto della grande recessione è un’ulteriore prova della nuova normalità.”

 

Al termine del 2010, l’indice globale Nielsen sulla fiducia dei consumatori non ha registrato variazioni rispetto ai 90 punti del trimestre precedente e ha concluso l’anno 2 punti al di sotto del valore di inizio anno. A livello globale, nel 2010, la fiducia dei consumatori ha raggiunto il picco durante il secondo trimestre con 93 punti. L’area geografica in assoluto più ottimista è risultata l’America Latina con 100 punti (una crescita di 6 punti rispetto all’anno precedente) seguita dall’Asia-Pacifico con 97 punti (+6 punti). Il Nord America ha registrato 83 punti (-2 punti rispetto all’anno precedente), mentre l’Europa è stata la regione più pessimista con 78 punti (+2 punti).

 

In Italia l’indice è in rialzo (71 punti) rispetto al trimestre precedente (64 punti) quando aveva toccato il minimo storico dal 2005. Difficile però parlare di ripresa perché il livello raggiunto in questo trimestre non si discosta dai 70 punti raggiunti nel primo trimestre del 2009, cioè a inizio crisi. 

 

L’indice Globale Nielsen sulla fiducia dei consumatori fornisce un indicatore sintetico del ‘sentiment’ dei consumatori nei confronti dell’attuale situazione economica, delle loro intenzioni e delle aspettative per il futuro. I livelli superiori a 100 indicano i gradi di ottimismo.

 

 “In tutto il mondo e, soprattutto, in occidente, i consumatori si stanno preparando ad un altro anno di crescita molto lenta. I dati relativi alla creazione di nuovi posti di lavoro e alla disoccupazione hanno deluso le aspettative e, nonostante molti Paesi siano ufficialmente usciti dalla recessione, molti consumatori seguono ancora uno stile di vita cauto che riduce sia la spesa che la domanda interna e non prevedono che la situazione si modifichi nel breve termine”, afferma Bala.

 

Nonostante molti Paesi siano ufficialmente usciti dalla recessione, numerosi consumatori  prevedono che la situazione non si modifichi nel breve termine: il 54% degli Americani, il 56% degli Europei e 47% dei consumatori in Asia-Pacifico ipotizza che la recessione perduri per un altro anno.

In Europa occidentale, tra  i Paesi più pessimisti troviamo i cosiddetti Paesi “PIIGS” (Portogallo 74%,  Irlanda 79%, Italia 49%, Grecia 83% e Spagna 66%).

 

Negli ultimi sei mesi del 2010, il numero di consumatori senza reddito per le spese superflue è salito dal 22 al 31% in Nord America, dal 16 al 20% in Europa e dal 10 al 15% in America Latina. “In tutte le regioni del mondo, mai come oggi i consumatori avvertono la crisi finanziaria. Oltre alle preoccupazioni relative alle problematiche economiche nazionali e globali, essi stanno lottando con gli aumenti quotidiani dei prezzi utility, benzina e trasporti”.

 

Mitch Barns, Presidente di Greater China per The Nielsen Company, ha detto che “La Cina è stata tra le prime economie ad uscire con determinazione dalla recessione globale 18 mesi fa e, nonostante la fiducia dei consumatori sia calata significativamente alla fine del 2010, i livelli rimangono comunque stabili ed elevati, in linea con la crescita economica del Paese”

Rimane – ha aggiunto – il fatto che l’economia della Cina continua a funzionare a pieno ritmo, principalmente grazie alle iniziative del governo atte a gestire una crescita sostenibile”.

 

Guadagnandosi il titolo di regione in assoluto più ottimista, l’America Latina ha continuato a esibire una prestazione positiva e forte fino alla fine dell’anno. Il Brasile ha concluso l’anno con un indice di fiducia dei consumatori di 108 punti – il più elevato della regione.  “L’aumento della fiducia tra i consumatori brasiliani riflette diversi fattori, tra i quali spicca la performance positiva dell’economia di quel Paese“, ha affermato Eduardo Ragasol, Amministratore Delegato di The Nielsen Company in Brasile.  “Nel Paese, il mercato del lavoro ha continuato a crescere e si è registrato il più basso tasso di disoccupazione dal 2002 (6.1%).  L’intensificazione degli scambi economici ha avuto un impatto diretto sul commercio al dettaglio che continua a crescere grazie anche alla grande disponibilità di agevolazioni al credito”.

Anche Colombia e Argentina hanno concluso l’anno in crescita, con l’indice rispettivamente a 98 e 93. In Messico, la fiducia dei consumatori è salita a 86, ma nonostante ciò è uno dei valori più bassi della regione.  

 

Nel quarto trimestre del 2010, 14 (9 dei quali nell’area Asia-Pacifico) su 52 Paesi hanno concluso l’anno positivamente con un indice della fiducia dei consumatori di 100 punti e oltre: India (131), Filippine (120), Norvegia (119), Indonesia (116), Australia (112), Svizzera (110), Singapore (109), Brasile (108), Malesia (107), Arabia Saudita (107), Vietnam (103), Svezia (103), Tailandia (102) e Cina (100).  Si tratta di un miglioramento rispetto agli 11 Paesi che hanno raggiunto o superato l’indice 100 un anno fa.  

 

“Per sedici dei 52 mercati analizzati, il 2010 è terminato con livelli di fiducia dei consumatori superiori rispetto a quelli registrati ad inizio anno : Argentina, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, India, Lituania, Malesia, Norvegia, Filippine, Corea del Sud, Svezia, Svizzera, Tailandia e Turchia.  Questi mercati hanno intrapreso il giusto percorso per la ripresa e i consumatori hanno riacquistato fiducia nel corso dell’anno”, ha commentato Russo. Tra questi Paesi, l’Austria, le Filippine e la Svizzera hanno superato i loro livelli di fiducia pre-recessione registrando livelli elevati. 

 

Nel quarto trimestre, i Paesi che hanno registrato il maggiore aumento di fiducia tra i consumatori sono stati la Svizzera e la Turchia che sono cresciuti, rispettivamente, di 10 e 6 punti rispetto al trimestre precedente. In Turchia la fiducia dei consumatori ha visto una forte ripresa nel 2010 anno in cui il Paese ha raggiunto il più alto tasso annuale di crescita economica in Europa e uno dei più alti al mondo.

La performance economica della Turchia ha superato le aspettative nel corso dell’intero anno con una forte ripresa della domanda interna e un potere d’acquisto che garantirà continuità di crescita anche nel 2011“, ha affermato Paul Walker, Amministratore Delegato di  Nielsen in Turchia. 

 

A livello globale ed europeo (anche in Italia si conferma questa tendenza), oltre alle preoccupazioni relative alle problematiche economiche nazionali e globali si inserisce anche la preoccupazione per gli aumenti quotidiani dei prezzi di utility, benzina e trasporti.

In Italia, nonostante la crescente attività promozionale degli ultimi anni e l’aumento di quota delle marche private che offrono convenienza, il largo consumo è il settore su cui i cittadini continuano a  concentrare la propria  attenzione. I consumatori continueranno a lavorare su quest’area anche in futuro. Forte pressione nel breve termine anche sulle spese dei cellulari di cui gli italiani sono tra i maggiori utilizzatori, prova ne è che diminuisce il loro interesse sulla riduzione delle spese per questa voce in futuro.