Net neutrality: svolta in Gran Bretagna. Sì a un internet a ‘due corsie’

di Alessandra Talarico |

Gran Bretagna


Net Neutrality

Svolta storica in Gran Bretagna in termini di net neutrality: il ministro della Cultura Ed Vaizey ha infatti aperto la strada all’internet a ‘due velocità’, dicendosi favorevole a permettere agli ISP – quindi alle società telefoniche – di far pagare di più coloro che offrono servizi voraci di banda in cambio di una ‘corsia preferenziale’ per i loro contenuti.

 

Secondo Vaizey, gli ISP dovrebbero essere liberi di sperimentare nuove forme di tariffazione per avere una sorta di ‘collaborazione’ da parte delle web company come Google o Facebook, in vista di una ulteriore espansione dei servizi internet. Ma la proposta va contro i dettami della Ue, secondo cui le compagnie telefoniche dovrebbero trattare tutto il traffico allo stesso modo, per evitare l’insorgere di pratiche anticompetitive o eventuali ‘ritorsioni’ contro servizi considerati come concorrenti ai propri.

 

Il concetto di ‘neutralità’ di internet implica la possibilità di poter accedere a qualsiasi contenuto presente sul web da qualsiasi dispositivo senza restrizioni di sorta, ma si è scontrato con la necessità per i gestori delle reti, di utilizzare sistemi di gestione del traffico, in grado di bloccare o dare priorità ad alcuni contenuti rispetto ad altri per evitare congestioni nei momenti di picco del traffico, soprattutto alla luce dell’uso sempre più massiccio dei sistemi di video e file sharing, servizi estremamente voraci di banda.
 

Di recente, ad esempio, il Commissario all’Agenda Digitale Neelie Kroes ha citato l’esempio di Skype, uno dei servizi maggiormente presi di mira dagli operatori, probabilmente perché è diventato subito molto popolare grazie ai notevoli risparmi rispetto alle telefonate tradizionali, e quindi ha contribuito a erodere i profitti delle compagnie telefoniche che gestiscono anche le reti internet.

Il dibattito sulla necessità di preservare la rete dal ‘controllo’ degli operatori è accesso anche negli Usa, dove il presidente Obama è un forte sostenitore della neutralità della rete e i regolatori hanno minacciato possibili azioni legali contro gli ISP che bloccano o restringono l’accesso a determinati siti o contenuti.

Al centro del contendere, l’uso, o spesso, l’abuso – come nel caso dell’operatore via cavo Usa Comcast, condannato per aver bloccato l’accesso al sito P2P BitTorrent –  dei sistemi di controllo del traffico che consentono agli operatori di dare priorità a un contenuto rispetto a un altro.

Questi sistemi sono necessari – ha ammesso anche la Kroes – non solo per ottimizzare l’offerta di servizi su un internet aperto, ma anche per permettere lo sviluppo di servizi quali l’eLearning o l’eHealth.
E’ chiaro tuttavia, che le tecnologie di traffic management devono essere usate correttamente e in maniera del tutto trasparente verso i consumatori, “per aumentare la qualità dei servizi, preservare l’integrità della rete e aprire la strada a nuovi investimenti in reti efficienti”.
 

Vaizey, quindi, ha anticipato che il prossimo anno sarà presentata una serie di regole per indirizzare a un uso corretto dei sistemi di gestione del traffico, convinto comunque che la maggior parte degli ISP useranno questi sistemi soltanto per assicurare il perfetto funzionamento delle loro reti.

“Dobbiamo continuare a incoraggiare le innovazioni e le sperimentazioni di diversi modelli di business e di nuove vie per soddisfare la crescente domanda di banda”., ha affermato il ministro, sottolineando che questo include “l’evoluzione di un mercato a due corsie, in cui i consumatori e i content provider possano scegliere di pagare per diversi livelli di qualità del servizio”.

 

In questo contesto, dunque, i produttori di contenuti potrebbero essere obbligati, per la prima volta, a pagare per usare le reti, come spesso è stato chiesto da molti operatori, preoccupati per la possibilità di finire relegati al ruolo di ‘trasportatori di bit’ senza essere in alcun modo remunerati per il mantenimento delle reti.

 

Come affermato anche dalla Kroes, quindi Vaizey ha suggerito che in Gran Bretagna, come in Europa, la concorrenzialità del mercato ha fin qui evitato distorsioni o comportamenti discriminatori, ma ha aggiunto che per continuare a mantenere internet aperto e competitivo come è stato in questi anni, è necessario “assicurare che i fornitori di contenuti e applicazioni abbiano accesso ai consumatori e viceversa”.

 

Ovviamente discordanti le reazioni: le associazioni dei consumatori sostengono che una simile decisione potrebbe avere conseguenze catastrofiche per la libertà di espressione e l’innovazione, mentre gli ISP hanno accolto di buon grado il nuovo approccio di Vaizey.