Dividendo digitale: frequenze alle telco entro il 31 dicembre 2012

di Alessandra Talarico |

Italia


Dividendo Digitale

Le frequenze del dividendo digitale dovranno essere assegnate agli operatori telefonici entro il 31 dicembre 2012, per evitare il ‘flop’ dell’asta da cui il Governo attende di incassare circa 2,4 miliardi di euro, destinati ad assicurare parte della copertura della legge di Stabilità, la ex ‘Finanziaria’.

La decisione è stata stabilita da un nuovo emendamento approvato dalla Camera e la proposta di modifica del relatore del disegno di legge di Stabilità,  Marco Milanese, “serve per dare a chi partecipa alla gara, un termine ultimo entro cui venire in possesso delle frequenze”.

L’obiettivo della proposta, che fissa una gara limite per l’assegnazione delle frequenze, è quello di rendere più appetibile ai concorrenti la partecipazione alle gare e assicurare che nelle casse dello Stato entri il montante più alto possibile.

 

Secondo quanto stabilito nelle ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011)’, entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, al fine di garantire la piena attuazione dei principi dettati dalla comunicazione della Commissione, del 13 novembre 2007, relativa a un approccio comune all’uso dello spettro liberato dal passaggio al digitale, e della decisione 2010/267/UE della Commissione, del 6 maggio 2010, relativa all’armonizzazione delle condizioni tecniche d’uso della banda di frequenze 790-862 MHz per i sistemi terrestri in grado di fornire servizi di comunicazioni elettroniche dell’Unione europea, “si applicano le disposizioni tali da garantire che il passaggio definitivo alla trasmissione televisiva in tecnica digitale terrestre avvenga senza la possibilità di consolidamento di posizioni dominanti nel mercato del digitale che impediscano la massimizzazione dell’introito economico in favore dello Stato e lo sviluppo dei servizi di telecomunicazione per i servizi innovativi quali la banda larga”.
“Con decreto del Ministro dello sviluppo economico da adottare entro il termine previsto dal comma 13 – continua Milanese – sono individuate le frequenze da destinare ai servizi di telefonia mobile, i cui diritti d’uso sono assegnati mediante procedure di evidenza pubblica competitiva al fine di accrescere l’efficienza della gestione delle radiofrequenze e di destinare adeguate risorse ai servizi di telefonia mobile con l’utilizzo della banda 790-862 MHz. La base d’asta delle procedure di cui al presente comma è determinata tenendo conto della media delle valutazioni economiche riscontrate negli altri Paesi membri dell’Unione europea”.

La banda larga fissa è utilizzata da 124 milioni di europei, mentre quella mobile conta 25 milioni di utenti. Un uso tempestivo del dividendo digitale, secondo i ministri tlc della Ue, è essenziale raggiungere gli obiettivi fissati nel Piano Europa 2020 che mira principalmente a consolidare la ripresa post-crisi, a cercare di scongiurare il rischio di crisi analoghe in futuro e a raggiungere tre obiettivi tematici: far sì che la conoscenza sia un fattore di ricchezza, coinvolgere i cittadini in una società partecipativa e creare un’economia competitiva, interconnessa e più verde. Per raggiungere tali obiettivi, è stato stimato, l’industria tlc dovrà investire 250 miliardi di euro.

Al momento, solo il governo tedesco ha già messo all’asta le frequenze liberate dal passaggio alla Tv digitale, che libererà i quattro quinti delle frequenze che servivano a portare nelle nostre case le trasmissioni televisive: questo “tesoretto”, se adeguatamente sfruttato, potrebbe apportare benefici per l’economia europea quantificabili tra i 20 e i 50 miliardi di euro.
Dall’asta, la Germania ha incassato 4,3 miliardi di euro: Vodafone D2 si è aggiudicata 12 blocchi di frequenze per 1,4 miliardi di euro, davanti a O2, divisione di Telefonica, che ha sborsato 1,38 miliardi di euro per 11 blocchi e a T-Mobile (divisione di Deutsche Telekom), che ha messo sul piatto 1,3 miliardi per 10 blocchi. L’operatore più piccolo, E Plus, filiale dell’olandese KPN, ha recuperato 8 blocchi per 284 milioni di euro.

La Gran Bretagna ha fissato l’asta per il 2011, così come la Francia. In  Italia, l’Agcom è già al lavoro sullo schema di regole per l’asta delle frequenze ma – ha affermato il presidente Corrado Calabrò, è necessaria una legge ad hoc.