WiMax: stato dell’arte e previsioni sul futuro della tecnologia. Le proposte dell’associazione Anti Digital Divide

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo di Fabio Spagnuolo (Segretario dell’associazione Anti Digital Divide – ADD) che intende fare il punto della situazione WiMax in Italia: cosa non ha funzionato? Come recuperare il tempo perso? Quali strategie per il futuro?

Permetteteci di tornare su una vicenda che ci ha visto molto critici nei confronti delle decisioni prese ormai tempo fa.
Il nostro silenzio non è frutto dell’attesa o della stanchezza, ma della volontà di capire quanto avessimo ragione o meno rispetto alle tesi da noi espresse.
Come volevasi dimostrare, sembrerebbe che la vendita delle licenze non abbia dato quella spinta ai licenziatari a coprire entro i fatidici 30 mesi le zone digitaldivise.

Infatti non solo le scadenze temporali sono passate ma anche una fitta coltre di nebbia si è posata su questa tecnologia e sull’accaduto.
Crediamo dunque che l’autorità garante (Agcom) abbia il dovere di fare immediatamente chiarezza sulla situazione, ed eventualmente rimuovere le licenze, come definito nel contratto, a chi non avesse svolto gli obblighi imposti.

Il nostro punto di vista, sicuramente più “social-oriented” che “business-oriented”, è che qualche cosa non abbia funzionato, che il meccanismo di consultazione abbia tenuto conto di criteri poco rispettosi del bene collettivo.

Adesso, visto il tempo perso (lo stato ha comunque fatto un’infima cassa) si può intervenire assegnando, gratis, le licenze a nuovi operatori inserendo nel contratto di servizio altri e più stringenti vincoli. Facendo infatti una mera bilancia tra costi e benefici sappiamo ormai per certo che i ritardi li paga la cittadinanza!

Non vorremmo essere verbosi sui dati di penetrazione, sull’aumento di produttività dei territori coperti e sul perché il digital divide è da annullare quanto prima, perché per anni abbiamo diffuso ampiamente informazioni su questo.
Ma nonostante siano verità incontrovertibili si perdono gli investimenti promessi (800 milioni di euro a chi l’ha visto), non si vigila sull’operato (WiMax), l’Europa sconfessa i conti italiani sul SU e canone e si continua quel terrorismo psicologico che indica il digital divide e l’evoluzione delle TLC come una questione di poco conto….

La non esclusione degli operatori di telefonia mobile sul WiMax di sicuro non è stata una scelta lungimirante. Inoltre la “dichiarazione” di non “antiteticità” tra la vendita delle licenze e copertura di zone a fallimento di mercato è stata sconfessata! (vedi la nostra domanda posta durante il programma di ClassCNBC “La nuova Tv ” al consigliere di Agcom molto tempo fa’)

Al di la’ di questo prolisso ed argomentato “Ve l’avevamo detto” (e siamo a 2 … vedi “rapporto Caio”) non vorremmo fossilizzarci solo sulla questione del non fatto.
Oltre ad una sterzata vigorosa sul WiMax ci piacerebbe che gli insegnamenti del passato facessero si che certe problematiche non ricapitassero più!

Per questo pensiamo che le discussioni in campo, come l’NGN ed il dividendo digitale delle frequenze tv , dovrebbero prendere una piega leggermente differente.
Proprio in questi casi dovrebbe essere fissato un obiettivo più alto e con un rigore etico-morale maggiore, perché l’obiettivo deve essere regolare i mercato nell’interesse generale! (non pensare alla “cassa” istantanea, ma alla coda lunga che un sistema può generare)

Infatti la logica “WiMax” ha sicuramente fatto si che le società avessero meno budget per tecnici e operativi con il risultato, in alcuni casi, di affossare una tecnologia che avrebbe potuto competere con altre già possedute.
Duplicare infrastrutture o mantenere posizioni di rendita non è il metodo per la realizzazione delle stessa!
(attenzione anche ad una cosa taciuta da molti… la vendita delle centrali, che comunque sono necessarie, in mano ad una società immobiliare!!!)

ADD cerca sempre di privilegiare una visione di interesse generale nonostante i nostri appelli spesso siano apprezzati e contestualmente dimenticati per logiche di potere/economiche a breve termine.

Riassumendo, il nostro punto di vista è il seguente:
– siamo per la one network;
– che lo Stato, per mezzo della cassa depositi e prestiti o chi per loro, debba intervenire con il suo capitale solo dove il mercato non c’è, fotografando l’attuale situazione xdsl;
– la newco deve contestualizzare e iniziare i lavori tra zone in digital divide e zone con un mercato maturo. (le zone a digital divide potrebbero addirittura servire come test di standardizzazione);
– la newco si deve munire di uno statuto etico (e ovviamente deve rispettarlo!!!)
– non si può escludere i “piccoli” in questo tipo di consorzio (ogni licenziatario deve poter intervenire)
– che le frequenze TV non vengano assegnate ad operatori che detengono tecnologie alternative (in particolare di telefonia mobile) di modo da non cercare di affossare anche questa possibilità.
– che gli obblighi per i licenziatari delle TLC siano più stringenti e contestualmente consentire margini di manovra più ampi ed accattivanti.
– ci deve essere una governance etica e forte! (magari con le associazioni consumatori al’interno!)
e per il resto.. basta leggere il nostro statuto.

Vogliamo sottolineare che non è più tempo di accettare ricatti di tipo economico/occupazionale, di favorire i semi monopoli oppure i cartelli e parafrasando Paolo Martella, concludiamo: “Siamo in ritardo se c’è qualcuno che ci aspetta!”, ma la globalizzazione ovviamente non aspetta nessuno e l’innovazione ha bisogno di una base sulla quale svilupparsi (nonché di una economia che può anche essere trainante)!