eHealth. Stefano Pileri: ‘Mercato in crescita, ma servono standard, regole e project financing’

di Antonietta Bruno |

Italia


Stefano Pileri

“L’industria dell’ICT è fortemente impegnata nella proposizione di moderni modelli di sanità elettronica e la federazione Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici li sta presentando alle istituzioni con modalità pre-competitive che consentano alle  imprese più innovative e qualificate di dare il loro contributo di idee per offrire servizi più adeguati ai cittadini italiani”. E’ questo quanto dichiarato dal presidente di Confindustria servizi innovativi e tecnologici Stefano Pileri intervenuto al convegno ‘Le strategie nazionali in materia di sanità elettronica‘ organizzato dal Ministero della salute.

 

Un simposio interessante organizzato al fine di fare il punto sulle diverse iniziative di sanità elettronica attualmente in atto in Italia, analizzandole attraverso la prospettiva dei diversi portatori di interesse e questo, ovviamente, allo scopo di condividere un percorso comune che porti alla realizzazione di una ‘Health Information Strategy‘ a livello nazionale, basata su principi di organicità, sostenibilità nel rispetto delle priorità attuali e prospettiche del Servizio sanitario nazionale a partire dalla messa a sistema di strumenti, nazionali e regionali a supporto della programmazione sanitaria.

 

Alla base del seminario, pertanto, l’accelerazione dell’impatto positivo delle tecnologie ICT sulla vita quotidiana per facilitare l’accesso alle cure sanitarie e l’inclusione sociale (priorità queste già ribadite durante la Conferenza ‘A new era in eHealth’ a Barcellona dal commissario Ue per la Digital Agenda Neelie Kroes), e gli investimenti in progetti ad alto contenuto tecnologico.

Secondo i dati dell’Osservatorio ICT in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, l’aumento della spesa in innovazione informatica da parte delle strutture sanitarie si aggirerebbe intorno al 20% rispetto al triennio scorso. Il tutto in controtendenza rispetto al panorama generale dove la spesa in tecnologie di elaborazione, comunicazione e archiviazione è in contrazione. Secondo il rapporto, infatti, si riducono le strutture sanitarie con investimenti annui in informatica inferiori ai 300 mila euro, e aumentano quelle con investimenti fra i 2 e i 5 milioni di euro.

 

Tecnologie ed esperienze sono, pertanto, indispensabili e, secondo Pileri, anche “disponibili a livello nazionale ed internazionale. Ma la digitalizzazione della Sanità richiede una stretta collaborazione di tutti gli attori coinvolti  e un contesto istituzionale, legislativo e operativo favorevole all’innovazione. Per questo è imprescindibile avviare una serie di processi per accelerare l’introduzione degli standard, far crescere velocemente il know how degli operatori sanitari, spingere sull’evoluzione del quadro normativo”.

 

“Il mercato della sanità elettronica è in crescita – ha continuato – e si stima che in cinque anni, telemedicina e assistenza territoriale triplicheranno gli attuali 800 milioni di euro di valore. Oggi le applicazioni più richieste riguardano l’interoperabilità tra i vari sistemi informativi, la sicurezza e privacy dei dati, il fascicolo sanitario elettronico, l’informatizzazione del processo di prescrizione e certificazione, la Telemedicina e la Mobile Health, per assicurare continuità e migliorare l’assistenza sanitaria sia ospedaliera, che a livello domiciliare, con conseguente riduzione dei casi di ospedalizzazione per tutta una serie di patologie”.

 

“Siamo consapevoli – ha poi concluso il presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici – che l’evoluzione digitale della sanità richiede investimenti notevoli, fino a tre volte quelli attuali e ciò, in un sistema sanitario in deficit come quello italiano, rappresenta un aspetto molto critico. Tuttavia i notevoli recuperi di efficienza consentono di adottare soluzioni di Project Financing e di ricorrere ad un’ampia e concorrenziale offerta di mercato. Si tratta di un’opportunità che il nostro Paese deve assolutamente cogliere, a cui l’industria ICT può offrire un importante contribuito”.