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Si  è concluso a Tokio il 2 ottobre, con la pubblicazione del testo finale, l’ultimo  round di negoziati sull’Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA),  l’accordo internazionale contro la contraffazione e il downloading illegale di  contenuti audiovisivi.
  
Un traguardo raggiunto dopo tre anni, 10 round negoziali e tante polemiche, legate, principalmente alla mancanza di trasparenza delle trattative, condotte a porte chiuse, tra i rappresentanti dei Paesi coinvolti.
Il testo adottato, ha sottolineato il rappresentante americano al Commercio estero, Ron Kirk, “rappresenta una vittoria significativa per coloro che si occupano di tutela e rispetto dei diritti di proprietà intellettuale” e riflette “…gli enormi progressi nella lotta contro la contraffazione e la pirateria – un’ondata di criminalità globale che priva i lavoratori negli Stati Uniti e nel mondo di posti di lavoro ben retribuiti ed espone i consumatori a prodotti pericolosi”.
Il messaggio che esce dall’accordo, deve essere forte: “Pirati e contraffattori non possono trovare posto nei canali del commercio legittimo”, ha aggiunto Kirk, sottolineando che ora c’è la necessità di lavorare ancora p’er mettere a punto rapidamente i risultati ottenuti a Tokyo.
L’accordo anti-contraffazione, ambisce a combattere su grande scala le trasgressioni ai diritti di proprietà intellettuale che hanno un significativo impatto commerciale.
 L’intesa raggiunta a Tokyo tra i rappresentanti di Ue, Australia, Canada,  Giappone, Corea, Marocco, Nuova Zelanda, Singapore, Svizzera, Usa, fornirà  disposizioni innovative volte a rafforzare la cooperazione internazionale e a  promuovere metodi di applicazione efficaci.
  
 Positivo il giudizio sull’accordo di Enzo Mazza, Presidente di FIMI  Confindustria nonché Presidente del Comitato per la Proprietà Intellettuale  della Camera di Commercio USA in Italia: “L’accordo ACTA, che è stato oggetto  di un acceso dibattito pubblico spesso basato su pregiudizi e radicalismi poco  produttivi, alla fine conferma alcuni significativi impegni che la comunità  internazionale assumerà per combattere la pirateria in tutte le sue forme, anche  digitale”, ha sottolineato Mazza, secondo cui “…è fondamentale la  consapevolezza degli Stati che la lotta alla pirateria digitale deve coinvolgere  i service provider e che debbano essere assunte misure più incisive  costituiscono un messaggio fondamentale per i Governi che si apprestano ad  affrontare il problema di come limitare la pirateria digitale” 
  


