Tv Digitale. Romani replica a Repubblica: ‘Nessun regalo a Mediaset’. Cresce intanto la protesta delle emittenti locali su piano numerazione

di Antonietta Bruno |

Atteso per oggi l’incontro tra Corrado Calabrò e la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali coordinata dal presidente del Consiglio lombardo Davide Boni.

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Paolo_Romani

Terminate le ferie estive, si ritorna a parlare di frequenze televisive e del ‘beauty contest‘ per l’assegnazione dei cinque multiplex per il digitale terrestre, nonché della sorte che toccherà alle piccole emittenti locali. Una questione ancora aperta che divide l’opinione pubblica così come la classe politica italiana.

 

Cori dentro e fuori i partiti, che si sono fatti sentire anche a margine della riunione lampo del governo, che ha, di fatto, congelato ieri la nomina di Paolo Romani a ministro per lo Sviluppo economico.

 

Tra i maggiori dissidenti del Piano frequenze e di quello per la numerazione dei canali presentato dall’Agcom, in attesa dell’incontro previsto per oggi con il presidente Corrado Calabrò, la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali coordinata dal presidente del Consiglio lombardo Davide Boni (Lega).

 

Tra i maggiori punti su cui dibattere, una pronta e necessaria rivisitazione del programma messo a punto per la numerazione dei canali del digitale terrestre che, a detta di Boni, escluderebbe “le tv locali dai primi nove canali automatici penalizzando le piccole emittenti rispetto alle televisioni nazionali”.

 

“La singolare decisione dell’Agcom – aveva affermato ieri in una nota Boni – mette in serissima difficoltà le imprese televisive locali che si sono conquistate, negli ultimi tre decenni, spazi di mercato grazie all’impegno e alla professionalità di giornalisti e tecnici, assolvendo nel contempo alla completezza dell’informazione pubblica”.

“Inoltre – aveva aggiunto in rappresentanza dei presidenti dei Consigli regionali – l’emittenza locale, in un panorama costellato dalla globalizzazione dell’informazione che tende ad un appiattimento verso modelli mutuati dall’esterno, ha sinora svolto un ruolo essenziale nell’assicurare la tutela dei valori identitari del regionalismo italiano, preservando la cultura locale’. 

 

“La mia posizione è chiarissima” aveva dichiarato nella stessa giornata alla stampa il presidente della Regione Veneto e leghista Luca Zaia dopo il fallimento del tavolo di concertazione sul digitale terrestre. “Io starò sempre dalla parte delle piccole emittenti perché tutto quello che sta succedendo è lesivo della democrazia, della libertà di stampa e della pluralità che spesso si invoca”.

 

“Le esigenze delle tv locali non possono essere ignorate” ha ribadito Alessio Butti, capogruppo Pdl in Vigilanza Rai. “Avevo più volte rilevato, nelle sedi opportune, come il piano delle frequenze elaborato dall’Agcom mettesse a rischio la transizione al digitale terrestre per l’emittenza locale, ciò nonostante il piano è rimasto immutato nella sua filosofia e la rottura consumatasi tra Autorità e mondo dell’emittenza locale. Rottura che rischia di generare ulteriore turbolenza nell’intero settore. Le esigenze delle tv locali non possono essere ignorate”. “L’Agcom – ha aggiunto – riveda rapidamente il piano che avvantaggia l’emittenza nazionale a danno di quella locale. Sulla questione auspichiamo anche un pronto intervento del viceministro Paolo Romani”.

 

Ed è proprio su quest’ultimo che in queste ore sono puntati i riflettori, e non solo per quanto riguarda la fumata nera di ieri a Palazzo Grazioli per la mancata nomina alla carica di ministro per lo Sviluppo economico, per la quale si è fatto strada nelle ultime ore il nome di Luigi Casero, già sottosegretario all’Economia.

 

Romani, attuale viceministro con delega alla Comunicazione, secondo quanto riportato stamani dal quotidiano La Repubblica, avrebbe favorito Mediaset  che “ancor prima che venga portata a termine la gara per l’assegnazione dei famosi cinque multiplex per il digitale terrestre”, ne ha occupato uno “per fare sperimentazioni dell’alta definizione a piena potenza sul digitale terrestre”.

Questo,  secondo la testata diretta da Ezio Mauro, avrebbe consentito alla Società di portarsi avanti nel lavoro e di accumulare un netto vantaggio tecnologico rispetto ai concorrenti. Il tutto, sarebbe uscito fuori grazie alle segnalazioni di alcuni operatori i quali avrebbero scoperto casualmente che dal 23 agosto scorso, nelle regioni italiane dove è già avvenuto il passaggio dall’analogico al digitale, “Mediaset ha riacceso la frequenza 770 mhz-Canale 58 e trasmette in via sperimentale con la tecnologia in alta definizione”.

Il quotidiano aggiunge anche che “a concedere l’utilizzo temporaneo del Canale 58, è stato il vice ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, a seguito di una richiesta di Mediaset pervenuta a luglio scorso”, ma mai resa pubblica.

 

Pronta è stata la smentita del diretto interessato, che attraverso una nota stampa ha risposto al quotidiano replicando che: “Nessun regalo è stato fatto a Mediaset. Si tratta solo di un provvedimento assolutamente legittimo, sulla base di quanto prevede il codice delle comunicazioni elettroniche, finalizzato a consentire la sperimentazione di tecnologie avanzate e di servizi innovativi a beneficio dell’utenza, ad un uso efficiente dello spettro radioelettrico e a proteggere un patrimonio di risorse frequenziali, attualmente inutilizzato, da possibili occupazioni abusive”.

 

“L’autorizzazione già concessa ad altri soggetti” vedi Rai, “ed eventualmente ottenibile da chiunque con i dovuti requisiti e per gli stessi fini sperimentali -prosegue la nota del Dipartimento delle Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico – ha peraltro una durata estremamente limitata, essendo legata come termine finale all’imminente emanazione del bando di gara per l’assegnazione del dividendo digitale”.

 

Sulla vicenda, è intervenuto anche il responsabile Comunicazioni del Partito Democratico, Paolo Gentiloni: “Il regalo di un nuovo canale digitale a Mediaset da parte del viceministro Romani rivelato oggi da Repubblica – ha detto – è un fatto grave che potrebbe avere conseguenze ancora più gravi”. “Il canale 58 graziosamente e gratuitamente concesso alle Tv del premier non viene infatti utilizzato per alcuna `sperimentazione`, bensì per arricchire l`offerta in HD di Mediaset”.

 

“L`argomento usato da Romani per giustificare il dono ‘anche alla Rai abbiamo consentito di usare frequenze aggiuntive’, non sta in piedi. Le aggiunte concesse alla Rai – spiega ancora l`esponente PD – al contrario di quanto sostiene il Ministero, servivano a coprire gli obblighi di copertura posti dalla legge per il servizio pubblico. Questo è un regalo a un privato. Ma la cosa più grave è che il canale donato è il migliore dei 5 che verranno assegnati con una gara del Ministero nei prossimi mesi”.

 

Poi la domanda: “Visto che, per l`assurda modalità con cui è fatta la gara, Mediaset si aggiudicherà comunque, e gratis, uno dei cinque, non sarà – si chiede Gentiloni – che Romani gli ha già concesso di accaparrarsi il migliore?”.