Schermi di Qualità: i numeri del progetto che scommette sul nuovo Cinema italiano

di di Giandomenico Celata |

Italia


Bruno Zambardino, Marco Stendardo e Giandomenico Celata

Il cinema italiano sta conoscendo in questi ultimi tempi una straordinaria performance e quest’anno, nonostante la presenza sugli schermi di alcuni blockbuster americani eccezionali, Avatar su tutti, consoliderà la propria quota di mercato a oltre il 30% del boxoffice. Merito di alcuni capitani coraggiosi che sono riusciti a coniugare le loro produzioni cinematografiche con la qualità ed il mercato.

 

Il cinema italiano minoritario, assistito dallo Stato e con poco pubblico è ormai un ricordo di stagioni fortunatamente passate. Dopo decenni di inutili pressioni, finalmente, il Governo ha introdotto il tax credit che è lo strumento principe da cui può attingere risorse, stimoli ed energia vitale questo ‘Nuovo Cinema Italiano’. 

Il merito va anche accreditato a Schermi di Qualità, un progetto (giunto alla sua IV edizione) che raggruppa cinema ed esercenti cinematografici che hanno scelto di scommettere sul cinema italiano ed europeo di qualità, con il sostegno della Direzione Cinema del MiBac e di Arcus.

 

Una ricerca svolta dal Multimedia Lab – CATTID Sapienza Università di Roma, giunta alla sua seconda edizione, con il sostanziale supporto di Agis e Anec (enti patrocinatori del progetto Schermi di Qualità) e di Cinetel (coi suoi preziosissimi dati), ha dimostrato con i numeri questo fondamentale contributo.

I circa 700 schermi iscritti al progetto, sugli oltre 3000 che costituiscono il backbone dell’esercizio cinematografico italiano, non solo hanno dato visibilità ad un cinema di qualità che altrimenti avrebbe fatto fatica a trovare spazio negli altri schermi, ma ha contribuito con i suoi incassi ad aumentare il risultato del boxoffice complessivo e a permettere alla Direzione Cinema un recupero significativo dell’investimento pubblico nel cinema “sperimentale” e “difficile”.

 

Il Multimedia Lab ha dimostrato come Schermi di Qualità permette una coda lunga degli incassi che giustifica la permanenza in sala dei film anche oltre la usuale tenitura di 3-4 settimane, accresce il ROI (Return on Investiment) delle pellicole, garantisce un posizionamento ottimale per questo tipo di cinema che viene ancor più apprezzato e visto da un pubblico sempre più fidelizzato ai “propri” Schermi di Qualità. Il mercato, cioè i consumatori hanno, quindi, validato questa policy contribuendo ad innestare un circuito virtuoso per tutto il Nuovo Cinema Italiano.

 

La ricerca ha permesso anche di quantificare il danno che subisce l’intera filiera cinematografica italiana da quella riduzione tendenziale di sale cinematografiche che danneggia principalmente le sale di città e quelle di profondità. Questo danno vale circa 6 milioni di euro per i film italiani. Sulla base della ricerca del Multimedia Lab, il più autorevole esponente dei produttori italiani ha dichiarato che è utile finanziare qualche sala cinematografica in più a scapito, anche, di qualche produzione in meno.

 

I numeri della ricerca sono nelle slides allegate.

 

 

 

 

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