Privacy: il Garante Ue sfida l’Europa a essere più ambiziosa sulla protezione dati. ‘Serve un quadro giuridico a prova di futuro’

di Alessandra Talarico |

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In un discorso nell’ambito della conferenza dei Commissari europei della privacy, il Garante europeo Peter Hustinx ha sottolineato la necessità, per la Ue, di elaborare policy più ambiziose in materia di protezione dei dati, per evitare il rischio di una “crescente perdita di pertinenza ed efficacia della tutela delle informazioni in una società sempre più guidata dalle trasformazioni tecnologiche e dalla globalizzazione”.

 

Nel suo discorso, Hustinx ha illustrato le condizioni essenziali per un quadro giuridico a prova di futuro, in grado di proteggere adesso e nei prossimi decenni le informazioni che ogni giorno immettiamo sempre più numerose nei canali della comunicazione digitale.

 

“La posta in gioco riguarda né più né meno le modalità attraverso cui garantire la protezione dei dati nella società dell’informazione del 2015, 2020 e oltre”, ha affermato Hustinx, sottolineando come un approccio ambizioso sia il solo in grado di garantire che “la nostra privacy e i nostri dati siano adeguatamente tutelati”.

“E’ essenziale – ha aggiunto – che la Commissione presenti proposte che tengano conto di quello che serve veramente e non stabilisca risultati meno ambiziosi”.

 

Un quadro giuridico realmente efficace, secondo Hustinx, dovrebbe innanzitutto puntare sull’integrazione dei concetti di “privacy by design” e “privacy by default” nella realizzazione dei prodotti e dei servizi ICT.

Bisognerebbe inoltre dare maggiori responsabilità ai titolari del trattamento dei dati e poteri esecutivi più forti alle autorità che si occupano della protezione dei dati. Questi ultimi dovrebbero disporre di risorse sufficienti per esercitare i loro compiti di monitoraggio e, se necessario, imporre il rispetto delle leggi a protezione dei dati.

 

A luglio dello scorso anno, la Ue ha lanciato una consultazione sul futuro dell’attuale quadro normativo sulla protezione dei dati, per cercare di rispondere alle nuove sfide poste in essere dalle tecnologie digitali e dalla globalizzazione.

La consultazione è stata motivata anche dall’adozione del Trattato di Lisbona, che richiede una rielaborazione della struttura del quadro giuridico per la protezione dei dati.

 

Uno dei contributi più rilevanti per la consultazione è stato quello presentato da Article 29 Data Protection Working Party e dal Working Party on Police and Justice. Il messaggio centrale di questo contributo è che i principi fondamentali della protezione dei dati sono ancora validi, nonostante le nuove tecnologie e la globalizzazione. Tuttavia , bisognerebbe applicare meglio le norme esistenti.

 

Le conclusioni della Commissione dovrebbero arrivare a fine anno e dovrebbero includere una revisione della direttiva Ue sulla protezione dei dati (direttiva 95/46/EC).

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