Fastweb presenta i dati finanziari. Schloter: ‘L’inchiesta non ha pesato sull’azienda e saranno raggiunti i target del 2010’

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Schloter ha aggiunto che per quanto riguarda eventuali operazioni di merger and acquisition l'azienda tiene gli occhi aperti sulle occasioni che si presentano sul mercato: 'D'altra parte, come abbiamo detto più volte, Tiscali non ci interessa'.

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Carsten Schloter

Il Consiglio di Amministrazione di Fastweb (Milano, MTAX: FWB) ha approvato i dati finanziari al 31 marzo 2010. I parametri operativi del trimestre sono in linea con le attese della Società e con gli obiettivi comunicati al mercato a dimostrazione del fatto che le vicende relative all’indagine condotta dalla Procura di Roma non hanno prodotto impatti significativi sulla performance di Fastweb.

In particolare, ricavi ed EBITDA rappresentano rispettivamente il 24% e il 22% del target di fine anno ed entrambi sono pienamente allineati al trend e alla stagionalità evidenziati negli esercizi precedenti.

Carsten Schloter, CEO di Swisscom e CEO ad interim di Fastweb, ha dichiarato: “Anche se una valutazione definitiva degli impatti sarà possibile solo tra qualche mese, registriamo con soddisfazione che nel primo trimestre non abbiamo riscontrato alcun deterioramento strutturale della dinamica industriale”.

Schloter ha sottolineato che il trend delle richieste di cambiare operatore non ha subito variazioni dopo il 23 febbraio, giorno in cui sono scattati gli arresti legati all’inchiesta. Non c’è stato impatto sulle trattative per la fornitura di servizi alle imprese, che hanno visto una media di successi del 73% con un massimo al 79% a marzo.

“Ritengo – ha concluso – che il mercato italiano abbia per Fastweb un grande potenziale, a partire dal mercato delle grandi aziende dove la win ratio sul trimestre, cioè la percentuale di trattative che abbiamo concluso con successo, è stata ben del 71%. Per questo siamo pronti ad affrontare le sfide e a cogliere le nuove opportunità del mercato italiano”.

Riguardo a operazioni straordinarie che potrebbe realizzare Fastweb, nonché a un interesse della società per Tiscali, Schloter, durante la conference call, ha fatto sapere che “Non cambia niente per l’attività di merger and acquisition. Teniamo gli occhi aperti sulle occasioni che si presentano sul mercato. D’altra parte, come abbiamo detto più volte, Tiscali non ci interessa”.

La crescita netta dei clienti broadband nel primo trimestre è stata pari a 33.800 abbonati, portando il numero complessivo dei clienti al 31 marzo 2010 a 1.677.800. L’incremento dei clienti rispetto al dato del 31 marzo 2009 (1.542.300 abbonati) è stato del 9%, un trend che conferma la costante capacità di crescita della Società. La quota di mercato di Fastweb sui nuovi clienti broadband nel trimestre è stimata al 13% circa, in linea con le performance del 2009. Resta sostanzialmente immutata la ripartizione fra clientela residenziale e business (rispettivamente 80% e 20%).

Per quanto riguarda l’offerta mobile, rivolta prevalentemente alla customer base Fastweb, la crescita è stata pari a 40.000 nuove Sim attive. Le Sim attive al 31 marzo 2010 erano pari a 250.000, in crescita del 19% rispetto alle 210.000 al 31 dicembre 2009 (Consumer e SME).

Nei primi tre mesi dell’anno i ricavi consolidati sono ammontati a 462,3 milioni di euro, con un incremento del 4% rispetto al dato di 444,3 milioni di euro del corrispondente periodo dell’anno precedente.

Le tre Business Unit commerciali hanno contribuito alla crescita dei ricavi del trimestre. In particolare, la Business Unit Executive ha registrato un incremento dei ricavi del 7% rispetto al primo trimestre 2009, mentre le Business Unit SME e Consumer hanno segnato una crescita pari al 3% e al 2% rispettivamente. Nel loro complesso, i clienti business hanno contribuito per il 61% ai ricavi complessivi, mentre quelli consumer al 39%.

Alla luce della debolezza del ciclo economico che potrebbe produrre degli effetti sulla solvibilità dei clienti, nel corso del primo trimestre Fastweb ha effettuato una valutazione del processo di collection dei nuovi business (mobile e ICT hardware) al fine di migliorare le performance di incasso. Questa revisione ha portato all’introduzione di un nuovo approccio di contabilizzazione dei ricavi (nel caso in cui un servizio mobile sia sospeso per motivi legati a un ritardo nel pagamento, a frodi o a traffico anomalo da parte di un cliente, i ricavi maturati durante il periodo di sospensione saranno contabilizzati solo al momento dell’incasso dei relativi importi). La Società ha deciso di non contabilizzare ricavi per 6,7 milioni di euro nel primo trimestre 2010 che saranno riconosciuti solo al momento del loro eventuale incasso. Al lordo di tale impatto, i ricavi del trimestre sarebbero stati pari a 469 milioni di euro con una crescita del 5,5%.

L’impatto stimato sui ricavi dell’esercizio 2010 potrebbe essere di circa 24 milioni di euro (nel caso in cui non siano incassati). Anche se la guidance 2010 è stata pubblicata prima dell’introduzione di questo metodo di contabilizzazione, il target di crescita dei ricavi pari al 5% è confermato.

La Business Unit Consumer ha fatto segnare ricavi nel trimestre pari a 179,2 milioni di euro, di cui 9,6 milioni di euro relativi ai servizi di telefonia mobile. Oltre al buon andamento delle acquisizioni di clienti, si conferma la positiva evoluzione dell’ARPU broadband (ricavo medio per cliente) che continua a mantenersi stabile in tutte le sue principali componenti – canone, consumo, TV – rispetto al dato registrato a partire dal secondo trimestre 2009, compensando il graduale calo della tariffa di interconnessione entrante.

La Business Unit SME ha registrato ricavi per 104,4 milioni di euro, di cui 6,7 milioni di euro sono stati generati dai servizi di telefonia mobile. La performance di questa divisione è positiva, anche alla luce della debolezza del ciclo economico che ha avuto un impatto particolarmente rilevante sulle piccole e medie imprese.

Nuovamente in evidenza la performance della Business Unit Executive che ha registrato nel corso del trimestre ricavi pari a 178,7 milioni di euro. Se, da una parte, i ricavi Wholesale (62,4 milioni di euro) si sono ridotti dell’1% rispetto al primo trimestre 2009 in seguito alla decisione della Società di continuare a focalizzarsi sulle attività a più elevata marginalità, le attività Corporate (aziende private e Pubblica Amministrazione) hanno invece riportato una crescita molto sostenuta pari al 13% con ricavi a 116,3 milioni di euro.

Numerosi i nuovi contratti Corporate conclusi da Fastweb nel corso del trimestre: nel comparto finanza è stato rinnovato il contratto per la fornitura di servizi voce, dati e l’erogazione di managed services al Gruppo Allianz, è stato rinnovato e ampliato con servizi di Unified Communication il contratto con HDI Assicurazioni ed è stata estesa la rete voce e dati del Credito Valtellinese alle filiali della Cassa di Risparmio di Fano. Nel segmento della grande distribuzione si segnala l’ampliamento del contratto con Coin ai punti vendita Upim, acquisita di recente, e alle sedi internazionali Coin in India, Cina e Turchia. Infine, nell’ambito della pubblica amministrazione, Fastweb si è aggiudicata un importante contratto con la Regione Lombardia per la fornitura e la gestione di servizi integrati voce e dati e delle sale multimediali per il nuovo Palazzo della Regione.

L’EBITDA consolidato del trimestre è stato pari a 126,7 milioni di euro, segnando un incremento del 4% rispetto ai 121,5 milioni di euro del corrispondente periodo 2009. La marginalità è risultata stabile rispetto allo stesso periodo 2009 e pari al 27,4%.

Al lordo dell’impatto di 6,7 milioni di euro relativo al differente metodo di contabilizzazione, l’EBITDA nel primo trimestre sarebbe stato pari a 133,4 milioni di euro con una crescita vicina al 10%. L’impatto stimato sull’EBITDA dell’esercizio 2010 potrebbe essere pari a circa 20 milioni di euro. Il target di crescita dell’EBITDA pari al 5% è confermato.

Nei primi tre mesi del 2010 la Società ha conseguito un utile operativo consolidato (EBIT) di 23,0 di milioni di euro, rispetto al risultato operativo di 27,6 milioni di euro nel corrispondente periodo 2009. Gli ammortamenti e le svalutazioni nel trimestre sono stati complessivamente pari a milioni 103,7 di euro, in leggera crescita rispetto ai 93,9 milioni di euro nel corrispondente periodo 2009.

Il risultato netto consolidato è stato positivo per 3,9 milioni di euro, +70% rispetto a 2,3 milioni di euro nel corrispondente periodo 2009.

Gli investimenti nel trimestre sono stati pari a 99,4 milioni di euro, rispetto a 82,9 milioni di euro nel corrispondente periodo 2009. Circa il 60% degli investimenti sono stati relativi alla connessione di nuovi clienti.

L’aumento dei ricavi e l’attuale livello degli investimenti ha determinato un positivo andamento del rapporto tra investimenti e ricavi che si è ridotto al 21% nel primo trimestre, in linea con il target dell’anno, rispetto al 23% registrato nell’esercizio 2009.

Il flusso di cassa nel periodo gennaio-marzo 2010 è stato positivo per 2,6 milioni di euro, contro i 6,2 milioni del corrispondente periodo 2009.

L’indebitamento finanziario netto a fine marzo risultava pari a 1.413,4 milioni di euro, in leggera flessione rispetto a 1.417,0 milioni di euro al 31 dicembre 2009.

Recentemente l’Agcom ha proposto ulteriori aumenti del canone ULL che, se ratificati al termine dell’imminente consultazione pubblica e delle successive osservazioni da parte della Commissione Europea, dovrebbero entrare in vigore a maggio 2010, a gennaio 2011 e a gennaio 2012. Tali aumenti farebbero seguito all’incremento del canone ULL introdotto l’anno scorso e che ha prodotto un impatto negativo sull’EBITDA 2009 di Fastweb pari a circa 10 milioni di euro, solo in parte compensato grazie al suo parziale trasferimento sulla clientela.

In base alla proposta attuale, gli aumenti eroderebbero ulteriormente la redditività dei clienti in unbundling. L’aumento che scatterebbe a maggio avrebbe un impatto negativo sull’EBITDA 2010 di Fastweb pari a 1.7 milioni di euro (non incorporato nella guidance).

Considerando l’aumento già introdotto nel 2009 e quelli proposti, l’impatto cumulato sull’EBITDA nel periodo 2009-2012 sarebbe negativo per circa 70 milioni di euro.

L’idea stessa di ulteriori aumenti del canone ULL appare contraddittoria, dal momento che il dibattito pubblico in Italia è interamente focalizzato sul ruolo che Telecom Italia dovrà necessariamente giocare se il Paese vuole dotarsi di un’ infrastruttura di accesso di nuova generazione. Aumentare il rendimento sulla rete in rame esistente è una misura che va nella direzione opposta, in quanto rappresenta un incentivo a continuare a utilizzare il rame invece di investire in accesso in fibra ottica. (r.n.)

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