Social network: AOL mette in vendita Bebo mentre le nuove regole sulla privacy di Facebook fanno infuriare ministro tedesco

di Alessandra Talarico |

Mondo


Bebo

Due anni dopo averlo acquistato per la ‘modica’ cifra di 850 milioni di euro, AOL ha deciso di vendere il social network Bebo, incapace di garantire al sito gli investimenti necessari per competere con competitor del calibro di Facebook.

Secondo gli analisti, tuttavia, sono scarse le possibilità che la AOL – pioniera di internet negli anni ’90 ma ora in forte difficoltà – recuperi la cifra spesa due anni fa, quando ancora tutti i social network erano considerati fonte sicura di guadagno.

 

“Sfortunatamente, Bebo è un business in declino e, di conseguenza, servirebbero investimenti significativi per competere nell’arena dei social network”, ha dichiarato Jon Brod di AOL Ventures.

 

Bebo ha uno staff di 40 persone per circa 5 milioni di utenti (erano 5,8 milioni lo scorso anno e AOL, al momento dell’acquisto, ne dichiarava 40 milioni). Un declino tutto a vantaggio di Facebook, che di utenti ne conta 400 milioni e per il 2010 stima ricavi per circa 1,1 miliardi di dollari.

 

Anche Facebook, comunque, deve affrontare diverse difficoltà, legate principalmente alle sue policy sulla privacy: già attaccato da più fronti – Ue, associazioni Usa, utenti – ieri è sceso in campo contro il gruppo anche il ministro tedesco per la Tutela dei consumatori, Ilse Aigner, che ha scritto al fondatore Mark Zuckerberg, minacciando di abbandonare il social network se questo non tutelerà meglio la privacy.

Nella lettera, pubblicata sulla pagina del ministro e ripresa dal quotidiano Suddeutsche Zeitung, la Aigner rivendica il diritto all’oblio, chiedendo la distruzione di tutti i dati delle persone che decidono di cancellarsi dal sito e si dice “esterrefatta” per la decisione della società di condividere alcune informazioni sugli utenti con altri siti web senza chiederne l’autorizzazione.

Attualmente, all’utente viene chiesto se intende condividere i propri dati con alcuni siti o applicazioni a cui si sta collegando. Facebook ha però comunicato che in futuro tale condivisione “con siti e applicazioni di terze parti pre-approvati” avverrà automaticamente. L’utente potrà impedirlo disabilitando l’opzione nella pagina delle impostazioni.

 

“Sono rimasta sorpresa nell’apprendere che, nonostante la preoccupazione espressa dagli utenti e le severe critiche delle associazioni, Facebook vorrebbe allentare ulteriormente le misure a tutela della privacy”, ha scritto il ministro tedesco, sottolineando che già adesso Facebook “non rispetta” il volere dei suoi membri riguardo la riservatezza delle informazioni.

È quindi “ancora più sorprendente che Facebook non solo non voglia rimuovere le attuali carenze, ma voglia addirittura andare oltre”, ha continuato la Aigner, minacciano di “rimuovere la propria iscrizione” se la società non cambierà rotta.