Tlc: la banda larga va considerata servizio universale? La Ue avvia consultazione per capire se aggiornare le norme del 2002

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Neelie Kroes

La Commissione europea ha avviato oggi una consultazione pubblica per stabilire se, e in che modo, aggiornare le norme attualmente in vigore in materia di obblighi di servizio universale nel campo delle telecomunicazioni, ferme al 2002.

Queste leggi garantiscono a tutti gli europei, in particolare alle popolazioni di zone rurali o ultraperiferiche o alla fasce a basso reddito, un accesso a prezzi contenuti alle reti telefoniche pubbliche e a servizi quali l’accesso di base a internet, l’accesso agli elenchi degli abbonati e ai servizi di consultazione, ai telefoni pubblici a pagamento e a misure speciali se si tratta di persone disabili.

La Commissione vuole però capire – attraverso i contributi dei consumatori, del mondo industriale e degli esperti del settore – se sia necessario adeguare l’impianto normativo sul servizio universale per tenere conto dell’avvento del digitale e, in particolare, se vada esteso anche all’accesso a banda larga.

 

La consultazione durerà fino al 7 maggio 2010 e permetterà alla Commissione di decidere sulla necessità o no di presentare entro la fine del 2010 proposte legislative sugli obblighi di servizio universale nel campo delle telecomunicazioni.

 

La Commissione ha destinato 1 miliardo di euro all’estensione della copertura delle aree rurali e svantaggiate, per portare i servizi internet veloci a quel 23% di europei che ancora ne sono tagliati fuori: è ormai ampiamente appurato, infatti, che gli investimenti in infrastrutture a banda larga hanno un impatto positivo sullo sviluppo economico, l’innovazione e la coesione sociale.

Un recente studio dimostra che, ipotizzando un tasso di adozione costante fino al 2015, lo sviluppo della banda larga contribuirà a creare circa 1 milione di posti di lavoro in Europa e una crescita delle attività economiche correlate pari a 850 miliardi tra il 2006 e il 2015.

 

Ma, si chiede la Ue, quali strategie si dovranno mettere in campo “per garantire ai consumatori a basso reddito o a quelli delle zone rurali e ultraperiferiche l’accesso e l’uso dei servizi di telecomunicazione di base?” e, soprattutto, per portare a tutti la banda larga, “…è opportuno avvalersi dei principi del servizio universale o esistono opzioni più efficaci, quali la concorrenza in un mercato delle telecomunicazioni aperto o altri approcci strategici?”

 

Se dalla consultazione emergerà la necessità di considerare l’estensione del servizio universale alla banda larga, bisognerà necessariamente garantire, secondo la Commissione, un approccio coordinato a livello europeo che però garantisca al tempo stesso il giusto equilibrio con le esigenze dei singoli Paesi. Andrà poi stabilito l’adeguato metodo di finanziamento del futuro servizio universale: dovrà essere il settore pubblico o quello privato a farsi carico degli investimenti?

Per approfondire l’argomento con i consumatori e gli operatori del settore, la Commissione ha organizzato un workshop che si terrà il 30 marzo a Bruxelles, mentre i risultati della consultazione verranno presentati alla fine del 2010.

 

Per il Commissario Ue responsabile dell’agenda digitale, Neelie Kroes, la consultazione pubblica aiuterà  “…a verificare la necessità di aggiornare la normativa per garantire che tutti i cittadini della UE abbiano accesso ai servizi di comunicazione essenziali, come l’internet veloce. Data la rapida evoluzione dei mercati e della tecnologia – ha concluso – dobbiamo fare in modo che nessuno sia escluso dalla società digitale”.

 

Il documento sulla consultazione pubblica, comprese le informazioni sull’audizione pubblica, è reperibile sul sito della Commissione.

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