NGN: Romani chiede a Telecom Italia ‘strategia industriale precisa’. Sblocco fondi pubblici slittato al 2010

di Alessandra Talarico |

Italia


Banda larga

“Una strategia industriale più precisa” sullo sviluppo della nuova rete ultrabroadband in fibra ottica. È quanto ha chiesto a Telecom Italia il Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni Paolo Romani, a margine del Convegno “Guglielmo Marconi: la Radio, il Nobel, e i 100 anni che hanno sconvolto il mondo”.

Romani ha sottolineato che è impossibile pensare alla realizzazione della banda larghissima prescindendo da Telecom Italia e ha affermato di aver accolto con favore le dichiarazioni del presidente, Gabriele Galateri, che ieri ha confermato la volontà della società di collaborare con gli altri operatori per lo sviluppo della rete in fibra ottica.

In cantiere ci sarebbe già un progetto per la realizzazione di una rete ‘locale’ in una regione – probabilmente nel Nord Italia – ancora da stabilire: una sorta di esperimento per valutare i pro e i contro di un accordo di coinvestimento tra operatori.

 

L’Autorità per le tlc, da canto suo, si è già espressa favorevolmente su una simile ipotesi, prevista tra l’altro anche dalle normative Ue: gli operatori non creerebbero un ‘cartello’, contrariamente a quanto paventato invece dall’Antitrust – più propenso verso una società della rete gestita da amministratori indipendenti sotto lo stretto controllo dell’Autorità di vigilanza – ma collaborerebbero a iniziative ad alta innovazione tecnologica, per le quali la Commissione prevede una deroga al divieto di intesa.

 

Anche se l’Ad di Telecom Italia Franco Bernabè ha sottolineato che non ci saranno modifiche al piano industriale presentato a fine 2008, Romani, ha ribadito che serve una strategia industriale precisa, e “…anche abbastanza rapidamente”.

 

Per quanto riguarda invece i fondi pubblici per il superamento del digital divide – i tanto attesi 800 milioni di euro per portare la banda larga in quelle aree dell’Italia che ancora ne sono provviste perché ritenute poco remunerative dagli operatori del mercato – si dovrà aspettare l’inizio del 2010.

Lo ha detto il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, spiegando che “…ci sarà un primo stanziamento pubblico, non in Finanziaria, che verrà definito a inizio anno” e verrà seguito “…un percorso graduale per non accantonare risorse che al momento non ci sono”.

Le risorse pubbliche – ha concluso Scajola – verranno concentrate nel Sud Italia e in tutte quelle zone dove il mercato non ritiene remunerativo un investimento.