La partita di Bruxelles. Dalla Reding alla Kroes: regole più leggere e addio alla separazione della rete?

di di Raffaele Barberio |

Europa


Raffaele Barberio

Con la nomina dei nuovi membri della Commissione europea, si apre un nuovo ciclo per l’Europa che ci porterà dritti sino al 2014.

Saranno anni cruciali in molti settori su cui soffia il vento del cambiamento di cultura del mercato e degli effetti determinati dalla tecnologia.

Viviane Reding lascia il portafoglio dell’Information Society, senza cederlo ad altri. Parte di quelle competenze sono, infatti, assegnate al nuovo settore della Digital Agenda, privo di alcune delle competenze della precedente area dell’Information Society, che manterrà però le competenze specifiche sulle telecomunicazioni. E’ forse, va anche detto, il riconoscimento ufficiale dello sfilacciamento della Strategia di Lisbona.

 

Quindi nuova Commissione, ma rimangono tutti i problemi relativi al futuro regolatorio delle telecomunicazioni, che imprese e istituzioni nazionali seguono con millimetrica attenzione.

 

E così, all’indomani delle nomine dei nuovi Commissari europei tutti s’interrogano su cosa farà Neelie Kroes nuovo Commissario europeo alla Digital Agenda in ambito di telecomunicazioni, cosa cambierà rispetto alla politica portata avanti nello stesso settore da Viviane Reding e soprattutto su come intenderà affrontare il tema della separazione della rete.

 

La prima risposta superficiale, che qualcuno potrebbe avanzare, è che la Kroes, venendo dalla DG Competition, ha una solida esperienza e cultura antitrust, il che potrebbe spingerla in via naturale a rafforzare le regole esistenti nel settore delle telecomunicazioni, per contrastare possibili strategie di ritorno più o meno mascherato a regimi di monopolio da parte degli operatori incumbents.

Al contrario, come è noto, la logica antitrust tende a intervenire solo laddove, ex-post, siano state riscontrate situazioni di abuso. In caso contrario il mercato deve essere lasciato libero di operare secondo le sue regole di funzionamento e non ingessato da obblighi eccessivi o, meglio, da quei vincoli che potrebbero costituire un impedimento alla capacità dell’industria di investire nel settore.

Al momento, è pertanto utile ricordare le posizioni già espresse da Neelie Kroes nel corso del suo mandato all’Antitrust europeo, almeno riguardo a due questioni centrali:

a) come guardare alla rete;

b) quale articolazione dare alla lista dei mercati da regolamentare.

Vediamo sommariamente quali sono i perimetri dei due temi e le differenze di valutazioni tra vecchio e nuovo Commissario.

 

Il primo tema di rilievo è quello della rete.

Non è un mistero per nessuno che, da Commissario europeo per la Concorrenza, Neelie Kroes non abbia mai visto di buon occhio l’ipotesi di separazione della rete, funzionale o proprietaria che sia, nel settore delle telecomunicazioni.

“…Nel settore delle Tlc abbiamo visto che la concorrenza si sta sviluppando anche senza una separazione funzionale delle reti…”. Così la Kroes aveva dichiarato durante un’importante audizione al parlamento europeo nell’ottobre del 2007, appena prima della presentazione del Pacchetto Telecom (Telecom Package) da parte della Commissione.

L’allora Commissario Ue alla Concorrenza Neelie Kroes ha di fatto bocciato, sin da subito, la proposta della collega per i Media e la Società dell’Informazione, Viviane Reding, dimostrando di non essere convinta dei benefici di questa misura.

Le telecomunicazioni europee “…sono un settore assolutamente competitivo…” aveva aggiunto la Kroes, sottolineando che c’è stato “…un significativo ingresso sul mercato…” in quanto sono stati introdotti nuovi servizi per internet e i servizi di voce sulle linee fisse, per la tv via cavo, per le reti di telefonia mobile e per le reti a fibra ottica.

Per la Kroes non ci sono dunque problemi come quelli che si pongono nel settore dell’energia, in cui la Commissione vuole che le società decidano se gestire i gasdotti e le reti elettriche oppure distribuire l’energia che li attraversa. In sostanza, le telecomunicazioni “…non sono paragonabili..” e sono “…completamente diverse…” dall’energia.

Inoltre, il punto politico di maggior rilievo che la Kroes ha sostenuto riguardo al tema dello sviluppo della rete è quello degli effetti sugli investimenti. Ci pare naturale dire che, per la Kroes, la separazione funzionale costituisce un rischio per gli investimenti in un settore quale quello delle telecomunicazioni che è cruciale per la competitività dell’UE.

In sostanza, la separazione comporterebbe una perdita di economie di scala e di efficienze, possibili grazie al coordinamento fra unità wholesale e retail dell’impresa. In altre parole, la separazione potrebbe costituire un disincentivo agli investimenti nelle reti di nuova generazione.

 

Il secondo tema riguarda la lista dei mercati e l’eliminazione, da questa, dei mercati retail.

La Kroes si è scontrata anche in questo caso con la Reding, agli inizi del 2007, quando è stata rivista la Raccomandazione sui mercati rilevanti. La lista dei mercati su cui i regolatori possono definire obblighi regolamentari ex-ante sulle imprese dominanti.

La Kroes, al contrario della Reding, ha infatti sostenuto un concreto alleggerimento della regolamentazione ex-ante ed ha ottenuto l’eliminazione di alcuni mercati retail, nonché del mercato all’ingrosso dell’originazione mobile. Su questo ultimo punto in particolare, ovvero quello dell’eliminazione del mercato dell’originazione mobile, l’Antitrust europeo ha sempre tenuto una posizione molto vicina a quella dell’industria, confermando che la concorrenzialità del mercato mobile non giustificava il mantenimento del mercato nella lista.

Se queste sono le premesse, forse c’è da aspettarsi, come sono in molti a sostenere, un cambio di rotta da parte della liberale Kroes, rispetto al Commissario Reding.

Staremo a vedere, intanto sarebbe meglio che i contendenti dell’una e dell’altra sponda iniziassero ad affilare le armi del confronto, perché confronto ci sarà. E duro.

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