Telemarketing: per il Garante Privacy solo ‘nuove incombenze e problemi’ per i consumatori dopo il sì al Dl Ronchi

di Alessandra Talarico |

Italia


Telemarketing selvaggio

Con il sì definitivo al cosiddetto “decreto legge Ronchi” – che chiude 14 procedure di infrazione a cui l’Italia è stata sottoposta da parte della Ue – oltre alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali, compresa l’acqua, la Camera ha dato il via libera anche a nuove norme in materia di telemarketing, i cui effetti negativi sono stati stigmatizzati anche dal Garante Privacy.

 

L’articolo 20-bis del Dl proroga infatti di altri sei mesi la possibilità, per coloro che prima del 1° agosto 2005 avevano costituito banche dati sulla base di elenchi telefonici pubblici, di utilizzare per fini promozionali i dati personali contenuti in questi elenchi.

Dovrà inoltre essere istituito un registro pubblico delle opposizioni, nel quale i consumatori dovranno inserire il proprio numero di telefono per esercitare il diritto di opposizione al trattamento dei dati mediante l’impiego del telefono per finalità commerciali.

 

L’istituzione di un registro al quale iscriversi per evitare di essere disturbati da telefonate pubblicitarie o commerciali, tuttavia, ha lasciato perplesso anche il Garante Privacy, che lo considera giusto un altro modo per caricare i consumatori “di incombenze e problemi”.

 

Fino a quando non sarà istituito il registro, infatti, i cittadini continueranno a essere tempestati, contro la loro volontà, dalle odiose telefonate promozionali a tutte le ore da parte di aziende, gestori telefonici, società di servizi, e subiranno queste ingiuste vessazioni anche coloro i quali a suo tempo avevano manifestato la volontà di non ricevere più pubblicità telefonica.

 

“Sconcertante e inspiegabile appare anche la mancata previsione del parere formale del Garante sull’istituzione del registro, sul cui funzionamento e sulla cui organizzazione l’Autorità viene tuttavia chiamata a vigilare”, si legge ancora nella nota del Garante, che peraltro è già intervenuto diverse volte per arginare gli effetti del telemarketing selvaggio.

Tutta da verificare “…l’effettiva efficacia del registro, il quale peraltro non verrà, come erroneamente riportato da notizie di stampa, gestito direttamente dal Garante, ma da un ente o organismo diverso, ancora da individuare”.

 

A settembre 2008, il Garante aveva imposto a diverse società il divieto di continuare a utilizzare in maniera contraria alle disposizioni sulla privacy i dati personali di milioni di utenti. Tali informazioni – spesso suddivise per redditi e stili di vita – venivano infatti raccolte e utilizzate senza che gli abbonati avessero acconsentito alla comunicazione dei propri dati e al loro uso a fini commerciali.

 

Col decreto decreto legge 207 del 30 dicembre 2008 (cosiddetto ‘Milleproroghe’), tuttavia, il Governo ha vanificato il provvedimento del Garante, dando ai call center la possibilità di avvalersi, fino alla fine del 2009, degli elenchi telefonici precedenti al 1 agosto 2005 per contattare gli utenti e proporre le proprie offerte commerciali.

 

La proroga di altri sei mesi del decreto Ronchi potrebbe tuttavia essere in contrasto con le norme comunitarie e potrebbe porre l’Italia a rischio di procedura d’infrazione da parte della Commissione europea. Lo hanno fatto sapere nei giorni scorsi fonti vicine al Commissario ai media e alla società dell’informazione Viviane Reding.