Eco hi-tech: ancora troppe sostanze nocive nei prodotti elettronici. Per Greenpaece Nokia la più virtuosa, Nintendo la peggiore

di Alessandra Talarico |

Mondo


Elettronica verde

L’impiego di sostanze chimiche pericolose e metalli pesanti nella produzione di prodotti tecnologici come personal computer e cellulari rappresenta una vera e propria emergenza ambientale: l’Onu calcola che ogni anno vengano prodotti nel mondo 20-50 milioni di tonnellate di rifiuti tecnologici e già molti studi evidenziano la presenza di questi metalli in quantità sempre maggiore nel corpo umano, con conseguente incremento di patologie quali disordini dello sviluppo neurologico e cancro.

 

Il problema potrebbe essere in parte arginato se le società hi-tech si impegnassero a cambiare rotta, eliminando completamente da tutti i loro prodotti i ritardanti di fiamma bromurati e il PVC, sostanze che possono accumularsi nel corpo di animali ed esseri umani e provocare danni irreversibili alla salute, o magari impegnandosi seriamente nel corretto smaltimento di questi prodotti, che invece – come sempre più spesso accade – vengono esportati illegalmente nei paesi più poveri, dove a farne le spese, poi, sono soprattutto i bambini che lavorano nelle discariche senza alcuna protezione contro il cocktail di sostanze tossiche e veleni contenuto in questi prodotti.

 

L’Ecoguida di Greenpeace, giunta alla sua tredicesima edizione, evidenzia il comportamento (virtuoso o meno) delle società attive nella produzione di dispositivi elettronici e il rispetto da parte di queste aziende di una serie di impegni ‘volontari’, che però vengono spesso disattesi.

Rispetto alle precedenti edizioni, questa Ecoguida prende in considerazione anche criteri quali l’uso di energia e l’emissione di gas serra.

 

Al primo posto, con un punteggio di 7,5 su 10, resta la finlandese Nokia – attenta sia all’eliminazione delle sostanze tossiche dai propri prodotti, che all’efficienza energetica e al riciclaggio – seguita da Samsung, (6,9/10) che mantiene la seconda posizione grazie al buon punteggio complessivo generale: sostiene un forte accordo globale per salvare il clima.

 

Sony Ericsson è al terzo posto, con 6,5 punti (grazie all’impegno nell’eliminazione di sostanze tossiche e nell’efficienza energetica) e Philips passa dal settimo al quarto posto con 5,9 punti.

“E’ ben piazzata nell’eliminazione di sostanze tossiche e nell’efficienza, ma deve lavorare di più sul riciclaggio dei rifiuti elettronici”, dice Greenpeace.

Toshiba, in quinta posizione con un punteggio di 5,7 migliora leggermente il grazie a una migliore rendicontazione sui tassi di riciclaggio dei prodotti, mentre Motorola (5,3/10) segna il passo nell’eliminazione di sostanze tossiche e nell’efficienza.

 

Sony (5,1/10) passa dal dodicesimo al ottavo posto con miglioramenti sulle politiche per sostanze chimiche e rifiuti elettronici, mentre Apple raggiunge un punteggio di 4,9 e sale dall’undicesimo al nono posto, diventando il produttore di PC più progredito, grazie alla rimozione delle sostanze tossiche dai suoi prodotti. “Può migliorare – dice Greenpeace – nella gestione dei rifiuti e sul versante dell’energia”.

 

Negative le performance del produttore coreano LG, che passa dal quarto all’undicesimo posto per il mancato rispetto del suo impegno a eliminare PVC e BFRs entro il 2010. Queste sostanze verranno eliminate per il 2010 solo dai cellulari, mentre l’eliminazione da televisori e monitor non è prevista prima del 2012.

 

Apprezzabile l’impegno di HP che, sottolinea Greenpeace, è stata la centro delle contestazioni dell’associazione a causa del ritardo  dell’azienda nel mantenere il suo impegno a eliminare PVC (polivinil cloruro) e BFRs (ritardanti di fiamma bromurati) dai suoi prodotti entro il 2009.

La società si appresta ora a lanciare il primo portatile privo di queste sostanze, che resteranno presenti quindi soltanto nell’alimentatore e nei cavi.

 

Il quadro generale, tuttavia, non è proprio esaltante: sono poche ad esempio, le aziende che hanno manifestato il proprio impegno a tagliare le emissioni di gas serra. Tra queste figurano Philips, Acer e Samsung, e molte altre prendono impegni che poi non rispettano.

“E’ davvero scoraggiante – conclude Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace – che giganti come Apple, Nokia e Microsoft siano completamente assenti in questa partita”.

 

 

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